30 settembre 2013

Un'anima antica



Questa è una delle foto più belle che abbia mai visto.
Tu cosa ci vedi?

Io sento questo:
E' una ragazza di una bellezza sconvolgente.
Si guarda allo specchio e non ha occhi che vedono un corpo deturpato. Non giudica, non confronta le sue attuali condizioni fisiche con quelle del tempo precedente al suo incidente, prima della guerra.
Lei è un'anima e lo sa. 
Vede che non ha l'età che appare ma quella di un'anima molto antica.
E' orgogliosa della propria bellezza 
ed è consapevole che essa può guarire il pianeta.
Sa che la scelta coraggiosa compiuta 
per questa incarnazione sarà di grande aiuto 
evolutivo per lei e per coloro che la conosceranno.

29 settembre 2013

La nutrizione 3

Al giorno d'oggi, le persone, turbate dal ritmo frenetico della vita, cercano dei mezzi per ritrovare il loro equilibrio e praticano lo yoga, lo zen, la meditazione trascendentale, oppure imparano delle tecniche di rilassamento. Non dico che tutto questo sia inutile ma io ho trovato un esercizio più semplice e più efficace: imparare a mangiare.


Fintanto che si mangia tra il rumore, il nervosismo, le fretta eccessiva e le discussioni, a che serve andare poi a meditare o a fare esercizi di yoga? Che assurdità! Perché non capire che ogni giorno, due o tre volte, tutti abbiamo l'occasione di fare un esercizio di distensione, di concentrazione e di armonizzazione di tutte le nostre cellule?

Se vi chiedo di sforzarvi di mangiare in silenzio (non solo di non parlare, ma di non fare alcun rumore con le posate), masticando rapidamente ma a lungo ogni boccone e facendo ogni tanto qualche respirazione profonda, ma soprattutto concentrandovi sul cibo e ringraziando il cielo per tutta quella ricchezza, è perché questi esercizi, apparentemente insignificanti, sono tra i migliori per acquisire la vera padronanza di sé. La padronanza di queste piccole cose vi darà la possibilità di governare le grandi. Quando vedo qualcuno che si comporta in maniera negligente e impacciata nelle piccole cose, è facile per me riconoscere non solo in che disordine è vissuto nel passato, ma anche come tutte le sue lacune si rifletteranno negativamente sul suo avvenire, perché tutto è legato.

Naturalmente è difficile tacere durante i pasti per concentrarsi unicamente sul cibo...E quando si riesce a tacere e a controllare i movimenti esteriormente, si fa del rumore interiormente. Oppure, se si riesce a portar la calma interiormente, è il pensiero che se ne va altrove. Ecco perché vi dico che la nutrizione è una forma di yoga, poiché saper mangiare richiede attenzione, concentrazione e padronanza di sé.

Per raggiungere la concentrazione del pensiero durante i pasti, però, bisogna già aver consolidato l'abitudine di dominare il pensiero nella vita quotidiana. Se siete sempre vigili e non vi lasciate invadere da pensieri e sentimenti negativi, allora il terreno è pronto e tutto sarà facile. "Ma allora bisogna prepararsi tutta la vita solo per mangiare nel modo giusto?" direte voi. Si e no...

Non tutti i problemi possono essere risolti per il fatto che sappiamo mangiare correttamente. Ora noi consideriamo i pasti come punto di partenza, ma ciò non significa che non vi sia nulla di più importante e che per tutto il resto della giornata ci si possa lasciare andare. Non dovete interpretare male le mie parole: bisogna essere attenti e vigili tutta la giornata, e mantenere quell'attenzione, quella vigilanza, anche durante i pasti.

Il pasto è una cerimonia magica, grazie alla quale il nutrimento si deve trasformare in salute, in energia, in amore, in luce. Provate a osservarvi: quando avete mangiato in uno stato di agitazione, di collera e di ribellione, per tutta la giornata vi comportate con acredine, nervosismo, parzialità e, se avete dei problemi difficili da risolvere, la bilancia penderà sempre dal lato negativo. Poi cercate di giustificarvi dicendo: "Cosa vuoi...non ci posso fare niente, sono nervoso", e per calmarvi prendete delle medicine, che in fondo non servono molto. Per migliorare lo stato del vostro sistema nervoso, imparate piuttosto a mangiare nella maniera giusta.

Quando vi trovate davanti al cibo, dovete lasciare tutto il resto da parte, anche gli affari più importanti, poiché la cosa principale sta nel nutrirsi secondo le regole divine. Se avete mangiato correttamente, tutto il resto si risolve molto più rapidamente; mangiare correttamente permette dunque di guadagnar tempo e di fare una notevole economia di energie. Non crediate di poter risolvere i problemi più facilmente e più rapidamente quando siete in uno stato di agitazione e di tensione; anzi, vi lascerete sfuggire gli oggetti di mano, vi esprimerete con parole rudi, strapazzerete la gente, e poi dovrete passare intere giornate a riparare i danni.

La maggior parte degli uomini non si rende conto che le più piccole attività della vita quotidiana hanno un'enorme importanza. Come far capire che i pasti possono essere l'occasione per sviluppare l'intelligenza, l'amore e la volontà? Tutti pensano che l'intelligenza si sviluppi per mezzo dello studio o, a rigore, delle difficoltà e delle prove della vita (quando siete nei guai, si risveglia una facoltà che vi spinge a riflettere e a trovare il modo di uscirne...). Pensano che il cuore si sviluppi quando si hanno moglie e figli da proteggere e da aiutare. La volontà poi, secondo molti, si sviluppa compiendo degli sforzi fisici, praticando dello sport, ecc... Eh no! Chi ragiona così non ha ancora capito come stanno le cose.

continua in "La nutrizione 4"

Questo post è tratto dal libro "Lo yoga della nutrizione" di Aivanhov





28 settembre 2013

Matrimonio e sacerdozio


Paolo l’apostolo, scrivendo ai membri della congregazione di Corinto (1° Corinti cap. 7), fornisce indicazioni molto preziose a coloro che, pur desiderando ardentemente servire Dio, vogliono prendere moglie o marito. Egli non era sposato e apprezzava molto la sua condizione perché gli permetteva di dedicarsi al Padre senza distrazioni; questa è la ragione per cui consigliava di non sposarsi. Ma il suo era un suggerimento, non un comando.

Invece, imponendo ai giovani sacerdoti di non sposarsi, la chiesa cattolica romana ha adempiuto la scrittura di Primo Timoteo, al capitolo 4 e ai versetti da 1 a 4, dove viene detto che “in successivi periodi di tempo alcuni si allontaneranno dalla fede, prestando attenzione a ingannevoli espressioni ispirate…….mediante l’ipocrisia di uomini che diranno menzogne, segnati nella loro coscienza come da un ferro rovente, i quali proibiranno di sposarsi.”
Così la chiesa ha creato migliaia di pedofili sodomiti che tanti bambini hanno rovinato per sempre e che tante famiglie hanno gettato nella disperazione.
Cerchiamo di imparare tutti questa lezione: repressione porta a perversione.

Il sesso è naturale e non va demonizzato o represso. Alcuni sacerdoti desiderano donarsi completamente al Cristo, ma lo fanno spontaneamente; altri invece s’impongono forti limitazioni, reprimendo un desiderio sessuale fortissimo. Se poi un prete ha già perduto il favore di Dio per altre ragioni, certo non riuscirà a padroneggiare da solo quell’impulso che, ben presto, si trasformerà in un pensiero costante, un’ossessione; presto o tardi sarà trascinato a commettere qualche azione abominevole, mentre, se avesse potuto sposarsi, e fosse stato educato a non considerare il sesso un peccato, magari sarebbe stato anche un buon sacerdote.

Anche Marco, nel suo Vangelo, al capitolo 7, ai versetti da 6 a 8, parla di un popolo che onora Dio con le labbra, ma il cui cuore è molto distante da Lui. Così la loro adorazione è vana perché insegnano comandi di uomini come dottrine. Essi danno più importanza alle tradizioni umane e trascurano i veri comandi di Dio.

Ma nonostante molti uomini deviati appartenenti ad alcune religioni di stato, abbiano da sempre affermato che il sesso è un desiderio demoniaco e che le donne sono pericolose, in ogni tempo numerosi esseri umani sono riusciti a comprendere profondamente la bellezza, la purezza e la potenza dell’energia sessuale. Comprendendo che il Padre non può aver creato nel corpo dell’uomo nulla di peccaminoso, non hanno agito su se stessi in maniera repressiva. Hanno sicuramente fatto esperienza del desiderio sessuale comprendendo con stupore e gratitudine che proprio quell’energia avrebbe potuto essere utilizzata per l’ascesi spirituale, per potersi unire maggiormente al Cristo e servirlo con più dedizione ed efficacia. Hanno operato in loro un vero e proprio processo alchemico, trasmutando un desiderio che abitualmente è localizzato solo nella zona degli organi genitali e ridistribuendolo verso l’alto in tutto il corpo, passando attraverso il seme di luce situato nel cuore.
Così, tutti i centri energetici del corpo che ancora erano parzialmente addormentati si attivano, e l’intelligenza, che prima era solo al servizio delle pulsioni legate alla sopravvivenza, diviene strumento nelle mani di Dio; gli occhi diventano fanali che illuminano chiaramente la strada da percorrere, fari il cui fascio di luce sia visto da lontano da chi ha bisogno di trovare un porto sicuro dove evitare ulteriori disastrosi naufragi. La gola diventa luogo sacro dove possano materializzarsi miracolosamente parole “come mele d’oro in cesellature d’argento” (Proverbi 25:11), parole lenitive e confortanti, pronunciate nel modo giusto e al momento opportuno; luogo dove realmente la voce sia il suono stesso di cui Il Padre ha impregnato la creazione sin da tempi indefiniti. (Giovanni 1:1-5)



De vita monastica

“In fondo al cuore dei monaci c’è qualcosa che dice loro come non possano essere felici in un’atmosfera dove la gente non cerca altro che il proprio piacere, il proprio tornaconto, la comodità, il successo.
Sono entrati in un monastero non per fuggire la realtà ma per trovarla: essi hanno sentito la terribile insufficienza della vita in una civiltà interamente dedicata alla caccia delle ombre”.* 

Il monaco o la monaca non sono un mezzo uomo o una mezza donna; il monaco e la monaca sono in genere persone intere che non temono di guardarsi allo specchio; persone che cercano la solitudine non per fuggire dal mondo ma perché vogliono conoscerlo attraverso la conoscenza di sé. Hanno bisogno di fare appello a tutto il loro coraggio per spogliarsi a una a una di tutte le maschere indossate in una vita intera di convenzioni e bugie. Hanno bisogno di spazio, tempo, silenzio per smetter di partecipare alla farsa collettiva e capire che la vera festa è da tutta un’altra parte; è proprio qui, al centro del loro cuore che un bel giorno esploderà, inevitabilmente, contagiato dal folle amore di Dio per il genere umano. Il monaco è sposo di Maria. La monaca è sposa di Cristo



Uno dei Padri della Chiesa affermava che se un monaco riesce a trascorrere del tempo a stretto contatto con una giovane vergine senza provare passione per lei, significa che ha imparato a tenere al giusto posto i desideri della carne e a mettere al primo posto il Cristo nella sua vita.

Penso che questa considerazione sia veramente interessante. 

Qualche anno fa ho avuto il privilegio di fare proprio questo genere di esperienza con una giovane donna francese e devo dirvi che è stata una delle cose più belle che ho ricevuto dall’esistenza.  Spero tanto di potervi parlare colmo dell’emozione provata mentre ero in una stanza con lei e che voi, ancora una volta mi ascoltiate con il cuore e non solo con la mente.

Stare in stretto contatto con una donna è qualcosa di meraviglioso: essa è veramente un prezioso dono del cielo e dobbiamo imparare a dimostrare apprezzamento per lei e i suoi talenti. È il Padre in persona che ha creato la donna donandola all’uomo come una perla preziosa di cui avere cura.
Provo una profonda sofferenza quando ricordo quanto male ha ricevuto la donna su questo pianeta, quanti soprusi ha subìto proprio da chi avrebbe dovuto proteggerla come un fiore delicato. E giunto il tempo di riparare i danni che le abbiamo procurato; si, lo abbiamo fatto tutti, ed io per primo riconosco la mia responsabilità e la mia partecipazione inconsapevole a tutto ciò. Grazie a Dio possiamo contare sul suo perdono, anche perchè Lui sa molto bene che non eravamo in grado di capire ciò che stavamo facendo. (Luca 23:34a).  Quindi, d’ora innanzi, ogni volta che incontriamo una donna, sia essa la benzinaia, nostra madre, la portinaia, nostra sorella, nostra figlia, nostra moglie, l’impiegata un po’ severa dell’ufficio postale sotto casa, la nostra segretaria, ricordiamoci che è Sacra, e che possiamo, se solo cambiamo il nostro sguardo, lenire le ferite che ha ricevuto nel passato a causa del nostro comportamento insensato. Sii disposto ad ammettere che c’era una parte di te, come essere vivente di questa creatura più grande che è la terra, ogni volta che è stata compiuta violenza sulla donna, ovunque sia stata commessa. Tu ora puoi fare ammenda, puoi pentirti dei tuoi errori e scusarti per quelli di tutti i tuoi fratelli maschi. Naturalmente non intendo dire che devi andare dalla tua vicina di casa e dirle che ti dispiace perché hai inconsapevolmente contribuito alle sevizie che il marito le infligge ogni settimana! Se fai così prima o poi qualcuno chiederà il tuo ricovero in un ospedale psichiatrico! No, intendo dire che devi riconoscere in segreto, nel silenzio dello spazio interiore di risveglio e purificazione che ti stai creando, che non vuoi avere più nulla a che fare con i comportamenti aggressivi nei confronti della donna, e che desideri essere utilizzato dal Padre per lenire le sofferenze inflitte a essa. Non è necessario che tu apra un monastero per sole donne entro la fine del mese; diventa tu stesso un rifugio, una rupe sotto cui trovare protezione, e tutti coloro che ti circondano, inevitabilmente se ne accorgeranno e cercheranno il tuo aiuto. Se sviluppi compassione per le donne esse lo sentiranno e si rivolgeranno a te per essere confortate; sapranno che potrai accoglierle e abbracciarle senza chiedere nulla in cambio, sicure che non saranno ancora una volta costrette a mercificare il proprio corpo in cambio delle tue attenzioni e del tuo denaro.

Se riesci a vedere quanta bellezza c’è in un altro essere umano, chiunque esso sia, e qualunque sia il suo atteggiamento nei tuoi e nei propri confronti, sarai portato a desiderare di sostenere il suo percorso e alleviare il suo dolore. Certo, non potrai andare dalla tua segretaria domani mattina dicendole
”Signorina: sono pronto a lenire il suo dolore”! Se sai che ha sofferto, ti sarà possibile cominciare a rivolgerle parole con uno spirito nuovo; magari le stesse parole di prima, come “Signorina, è pronta la lettera per il Signor Rossi?” ma con un calore diverso, con un delicato profumo di Casa, parole pregne di impercettibili messaggi e indicazioni per ritrovare la strada smarrita.

Enrico D'Errico

* Da “Le acque di Siloe” di Thomas Merton
Gran parte di questo post è tratto dal libro "Io sono un'anima".





27 settembre 2013

Alchemizzare le passioni


I padri della chiesa parlano estesamente della necessità di lavorare molto per controllare i desideri passionali.

Vi ho già consigliato di leggere almeno alcuni dei loro scritti raccolti nella Filocalia, perché sono veramente particolari. C’è in essi una passione speciale per il Cristo, un amore che li divorava costantemente. E se siete alla ricerca di voi stessi e della vostra strada, potreste trovare molte utili indicazioni.

Ma come forse sapete, negli ultimi anni, nell’ambito della normale evoluzione cui sono sottoposte tutte le cose, si sta facendo strada una visione molto interessante. Affermare che esistano in noi sia il male sia il bene sembra ora appartenere a un concetto di dualità che va rivisto. 

Le mie caratteristiche più negative, le mie passioni più grossolane, sono veramente da eliminare? 
Non potrebbe trattarsi di qualità che non vanno represse ma “alchemizzate”?
Facciamo un esempio pratico con la caparbietà: e se si trattasse di determinazione a uno stadio ancora grezzo?


So che il cammino per ritrovarsi passa attraverso un lungo e paziente lavoro su di sé. E sono certo che il Padre non ha l’abitudine di dividerci tra buoni e cattivi; come possiamo anche solo pensare che esista un metro preciso per misurare il livello di amore che siamo riusciti a raggiungere, o la quantità di talenti che abbiamo potuto far fruttare? Oltre quale punteggio raggiunto ci potremo assicurare la vita eterna? In quale punto della spirale la mia caparbietà sarà giudicata una buona qualità? Sono sicuro che non possiate davvero pensare in una maniera tanto puerile.

Credo sia molto importante essere aperti alla possibilità che ogni essere umano sia in grado di canalizzare pensieri impregnati di luce, capaci di aiutare il progresso dell’umanità;
naturalmente poi, in base alla nostra conoscenza, ma soprattutto grazie al nostro discernimento “cardiaco”, con l’aiuto del Signore, possiamo scegliere il meglio di quanto ascoltiamo, e inglobarlo nella nostra personale visione della vita.  Questo è perfettamente in armonia con la scrittura di Proverbi 15:22, che dice che “nella moltitudine dei consiglieri c’è la riuscita”.
Possiamo immaginarci l’umanità come un enorme conclave, una gigantesca riunione in cui ognuno ha il diritto e il privilegio di esprimere il proprio punto di vista.
Al termine dei lavori dell’assemblea, viene stabilito “un nuovo codice di leggi a cui adeguarsi”.
Al ritorno nelle proprie comunità o nelle proprie famiglie, ciascuno metterà in pratica quanto stabilito nella riunione, in base alla propria coscienza e alle circostanze locali.

Questo significa che ognuno di noi deve, ripeto deve, andare oltre lo scritto, oltre il codice e la legge.
La Legge, infatti, è e rimane una sola: “Ama Dio e ama il tuo prossimo come te stesso”(Luca 10:27). Questo è l’intero obbligo dell’uomo, ed è per raggiungere l’obiettivo di amare sempre più, che devo impiegare tutti i miei talenti, tutte le mie risorse emotive, mentali e fisiche; è proprio per amare sempre meglio me stesso e il mio prossimo che devo supplicare costantemente il Padre di illuminarmi su ciò che è verità, chiedendogli di darmi un’intelligenza superiore in grado di attualizzare la sua parola scritta, renderla cioè adatta al periodo che stiamo vivendo.
La Bibbia è e resterà per molto tempo ancora uno dei libri ispirati cui fare riferimento con maggiore fiducia. Essa è la parola di Dio, non c’è alcun dubbio, anche se è evidente che è stata ritoccata ampiamente, sia involontariamente sia volontariamente, allo scopo di manipolare i credenti; ma le parole che restano sono comunque effettivamente pregne di una speciale vibrazione divina, ma che è necessario leggere con l’aiuto della nuova luce che il Padre sta inviando ora al genere umano. Il Padre ha sempre concesso questa luce agli adoratori più sinceri e devoti, e ancora agisce in questo modo.

Ai tempi di Gesù, ma anche in precedenza, le scritture erano già disponibili per chi desiderava conoscere la volontà di Dio. Nonostante la classe sacerdotale di allora se ne fosse appropriata, concedendola col contagocce al popolo, la parola di Dio si diffondeva ovunque, e sono sicuro che il principale mezzo di diffusione non era tanto ciò che era stato scritto e trascritto con paziente e amorevole lavoro nei rotoli di pergamena, ma era soprattutto qualcosa che aleggiava nell’aria. Proprio come adesso, la parola di Dio è sempre stata disponibile in una forma sottile, qualcosa di apparentemente impercettibile, ma in grado di ispirare il cuore di coloro che non volevano più adeguarsi alle semplici ed animalesche leggi della sopravvivenza. Un istinto superiore ha sempre guidato persone oneste, persone che pur non avendo mai letto la parola scritta erano piene di Spirito Santo.
Non è ciò che è scritto in un libro che conta, quanto quello che il Padre scrive da sempre nel cuore delle persone, ciò che sussurra piano alle orecchie di chi anela a una vita migliore, coloro che da sempre dimostrano d’essere persone autentiche, oneste, sinceramente alla ricerca della terra promessa.

Se restiamo intrappolati nel concetto di dualità che esiste naturalmente e giustamente sul pianeta, non possiamo adeguarci alla velocità dell’evoluzione. C’è un treno in procinto di partire e sta imbarcando tutti quelli che hanno imparato la lezione, chi è pronto a passare alla classe successiva. Non c’è nulla di sbagliato sul pianeta. Questo è solo il luogo in cui conoscere ciò che non siamo per capire ciò che siamo in realtà.

Il nostro piano di esistenza terreno è speculare rispetto a quello superiore. Tutto è fatto a immagine e somiglianza di Dio. Tutto è come sul piano superiore ma a un livello più grossolano che ha bisogno di sgrossamento, raffinatura.
L’amore di un genitore per un figlio, per grossolano che sia, è sempre a immagine di quello divino, è lo stesso amore ma a un’ottava più bassa, una spirale alchemica inferiore. Non c’è sul pianeta una sola cosa che sia giusta o sbagliata, tutto è semplicemente in fase di elaborazione, in movimento verso una luce di qualità più pura. La struttura della creazione si svolge su piani identici tra di loro ma fisicamente sempre più sottili e leggeri, ogni piano è lo specchio, l’immagine sfocata del superiore e l’immagine più nitida dell’inferiore. Il nostro pianeta è la “brutta copia” del piano superiore, ma rappresenta al tempo stesso un’evoluzione rispetto al piano inferiore. Nulla di ciò che vediamo va sostituito o buttato via: tutto va alchimizzato, adeguato al ritmo della evoluzione divina.

Enrico D'Errico

26 settembre 2013

Prendersi cura dei posseduti


Non sono così cretino da pensare di potervi dare consigli utili persino per un argomento così delicato come quello della possessione demonica. Tuttavia mi sta a cuore dirvi alcune cose di cui sono a conoscenza.

La prima cosa veramente utile che potete fare è un esame di coscienza onesto e approfondito sulle condizioni spirituali di tutto il nucleo familiare: quando un elemento di essa è malato, significa che lo è tutta la famiglia.

Il demonismo è la malattia peggiore di cui un uomo possa essere afflitto. Chi ne è affetto in maniera grave non ha alcun potere di uscirne da solo, mai. Se il problema riguarda un vostro figlio, dovete comportarvi come se aveste in casa un tossicodipendente: dovete, ripeto dovete decidere voi per lui anche se è in età maggiorenne. La sua volontà, se così si può chiamare, è, infatti, totalmente al servizio delle creature pervertite ed esse lotteranno in ogni modo per non perdere quel corpo da divorare comodamente ogni giorno fino a ucciderlo. Naturalmente non potete agire come se lui non esistesse: dovete parlargli e informarlo delle vostre intenzioni. Sappiate comunque che più di un giudice potrebbe farvi passare guai seri in caso vostro figlio vi denunci; purtroppo il livello di coscienza della classe preposta a giudicarci in tribunale è decisamente mediocre. Le persone non credono all’esistenza dei demoni e quindi penseranno che siete impazziti e, nella migliore delle ipotesi, vi consiglieranno di andare tutti insieme da uno psichiatra a farvi curare.

Vi scongiuro di fare particolare attenzione alle eventuali persone a cui potreste chiedere aiuto: molti terapeuti non hanno la più pallida idea di ciò che fanno, e così mettono in pericolo sia se stessi che i pazienti. Scartate subito l’idea di farvi aiutare da uno psichiatra perché lui “curerà” il vostro amato con dosi consistenti di psicofarmaci: essi taglieranno forse irreparabilmente il filo già esile che unisce al divino il malato. Attenti anche ai preti o altri esorcisti di qualsiasi tradizione popolare o religiosa: come fate a sapere se si tratta di persone di cui potersi fidare? Spesso coloro che praticano tali cose sono a loro volta grandemente possedute dai demoni e quindi rivolgendovi a loro, dopo un apparente sollievo momentaneo, fareste cadere vostro figlio dalla padella nella brace.
Ci sono alcune cose che potreste cominciare a fare che sono di facile esecuzione e non hanno alcuna controindicazione.

Osservate la stanza in cui vive la persona e rivoluzionate senza esitazione tutto quanto potete rivoluzionare senza curarvi molto dell’opinione di vostro figlio. Eliminate la televisione e il computer: è quasi certo che egli sia un grosso divoratore di materiale pornografico, canale ideale di trasmissione della malattia del demonismo. Tinteggiate tutte le pareti, cambiate la disposizione dei mobili, e cercate con attenzione tra i libri o altrove altro materiale che possa aver relazione col problema da curare. Lavate tutto, assolutamente tutto, sia i mobili sia i pavimenti e naturalmente tutti i vestiti, sia invernali sia estivi. Cambiate il materasso. Arieggiate la stanza molte ore al giorno, utilizzate incensi profumati e diffondete nell’ambiente musica sacra o composizioni di Bach e Mozart, ricordandovi che i demoni aborrono la musica edificante, i profumi gradevoli, la luce, le piante.
Infine impedite al malato di ascoltare musica degradante, fumare, bere alcolici e soprattutto di mangiare troppo o di assumere dello zucchero in qualsiasi forma.

Se tutto questo non darà alcun risultato, cosa sicuramente possibile, consiglio un soggiorno piuttosto lungo in un luogo sacro come un monastero dove accettano di ospitare “pellegrini”.

Enrico D'Errico

Questo articolo è tratto dal mio libro "Io sono un'anima"

25 settembre 2013

La relazione di coppia: depredare o donarsi

Sento l'esigenza di espandere il soggetto di cui ho già parlato pubblicando gli articoli del 12 settembre e del 5 agosto, il primo riguardante il sesso e il secondo che suggerisce che "siamo di Dio". 
Mi pare che quello del sesso sia uno dei temi in cui c'è maggiore confusione, anche e soprattutto a causa di tutto ciò che ha detto la chiesa cattolica
sull'argomento nei secoli passati.
E per il presente post voglio avvalermi di una parte del mio libro "Io sono un'anima", che vi riporto per intero:


"Uno degli aspetti più importanti messi in risalto in questo libro è che sulla terra esistono solo due stati di coscienza: il Regno e il mondo.

Nel primo vivono coloro che sono svegli o sono sul cammino del risveglio, il secondo rappresenta invece la condizione di coloro che dormono *. Numerose volte Gesù Cristo parla di quest’argomento facendo comprendere che i suoi discepoli devono sentirsi in questa terra solo di passaggio. Quando arriviamo a capire che “siamo in questo mondo ma non siamo di questo mondo” (Giovanni 17:16,18), significa che il nostro cuore sta aprendosi e che cominciamo a svegliarci dal sonno della coscienza.
Quando le parole del Vangelo cominciano a farci vibrare, quando sentiamo una certa risonanza, questo si riflette subito su di noi e in ogni tipo di relazione.
Se fino ad ora hai vissuto sul pianeta solo per te stesso, utilizzando i tuoi talenti esclusivamente per raggiungere i tuoi scopi egoistici, non hai fatto niente di anormale. Ciò è molto comune tra tutti quelli che considerano la vita come una lotta costante per sopravvivere, una competizione in cui è obbligatorio primeggiare.

Certo, fino a questo momento hai cercato una donna o un uomo solo per colmare il tuo senso di vuoto, qualcuno che ti faccia compagnia, qualcuno che si assuma alcune delle responsabilità che non hai voglia di assumerti tu.
E il sesso? Beh, fino a che avrai bisogno di praticarlo al solo scopo di provare piacere, ne ricaverai dolore e frustrazione. Il piacere sessuale non è qualcosa da ricercare solo per te stesso; l’intimità erotica tra due individui è un’opportunità in cui donarsi all’altro, cercare la sua soddisfazione e l’unione col divino. E’ un rito sacro in cui “fare l’amore”, il che vuol dire costruire amore, portare amore in un luogo in cui c’è bisogno d’esso. Significa portare più bellezza in un mondo dove c’è già tanta perfezione, ma dove comunque tu hai la responsabilità di fare la tua parte per perfezionare il perfettibile. Significa rendere il tuo corpo, e quello del partner, un tempio sacro in cui il divino possa farti visita.
L'approccio più comune nelle relazioni sessuali è invece l'ingordigia, la voracità: depredare e utilizzare il corpo di un'altra persona senza tenere conto dei suoi sentimenti o della sua sacralità, al solo scopo di dare sfogo alla passione. Ma tu non sei al mondo per vivere così, non sei al mondo per essere amato e perché i tuoi bisogni siano soddisfatti da altre persone: sei al mondo per amare, e se ami, la conseguenza della tua azione sarà di sentirti sempre ricco, appagato e soddisfatto. Sei al mondo per cercare prima il benessere degli altri.

Lo so, l’impulso sessuale è molto forte e, se sei un maschio, certamente è più piacevole masturbarsi nella vagina di una donna piuttosto che farlo da solo con le tue mani; scusa se ti parlo così crudamente, ma questo è sicuramente ciò che hai potuto fare sinora.

Ora ti svelerò un sacro e antico segreto che è quasi completamente ignorato dal genere umano.
Sappi che in realtà il tuo modello ideale è il Cristo, e dovresti usare la tua energia, tutta la tua energia, inclusa quella sessuale, al suo servizio, diventando in grado di affermare la tua forza e il tuo coraggio in ogni circostanza per difendere e diffondere la verità. Essere virile non ha niente a che fare col penetrare una donna e condurla all’orgasmo una o più volte. Quando hai rapporti sessuali in realtà, in un certo senso, ti stai sostituendo arbitrariamente a Gesù che dovrebbe essere considerato di diritto l’unico sposo di quella donna, stai impedendole di donarsi a lui. Come uomo dovresti impegnarti a ricondurre ogni donna che incontri, a questo dimenticato e sacro sposalizio. Se finora non hai avvertito questa necessità adesso dovresti rifletterci su.



Se sei una donna presto o tardi arriverai a capire che non sei fatta solo per essere penetrata da un maschio, per fare figli e soddisfare le aspettative di coloro che frequenti. Questo è il tempo in cui puoi imparare l’accoglienza, l’arrendevolezza della Madonna, ed è soprattutto dall’energia cristica che dovresti farti avvolgere e penetrare.

Naturalmente non sto affermando che il sesso sia qualcosa di sporco: vorrei solo invitarvi a riflettere su quanta parte ha avuto nella vostra vita la ricerca del piacere fisico, la spasmodica ricerca di una vagina in cui scaricare il vostro sperma, o il desiderio costante di un pene da ricevere dentro di voi. Se non cessate di rapportarvi col prossimo secondo queste rapaci modalità non sarete mai soddisfatti; niente e nessuno potrà mai colmare il vostro disagio profondo, la vostra angoscia esistenziale.

Nelle Sacre Scritture, nel Cantico dei Cantici, è narrata una bellissima storia d’amore, carica di vibrante sensualità, che possiamo prendere come esempio per recuperare il rispetto e la sacralità che vanno conferiti alle relazioni di coppia. Appena puoi leggilo tutto, sono solo otto capitoli; ma intanto senti che meraviglia:
“A una mia cavalla nei carri di Faraone ti ho assomigliata, o mia compagna. Le tue guance sono piacevoli tra le trecce dei capelli, il tuo collo in una filza di grani.............Come un sacchetto di mirra è per me il mio caro; tra le mie mammelle passerà la notte. Il mio caro è per me come un mazzo di henna, fra le vigne di En-Ghedi. Ecco sei bella, o mia compagna. Ecco sei bella. I tuoi occhi sono quelli delle colombe. Ecco, sei bello, mio caro, anche piacevole. Pure il nostro divano è di fogliame. Sono un semplice zafferano della pianura costiera, un giglio dei bassopiani. Come un giglio tra erbacce spinose, così è la mia compagna tra le figlie. Come un melo tra gli alberi della foresta, così è il mio caro tra i figli. Ho desiderato appassionatamente la sua ombra, e là mi sono seduta, e il suo frutto è stato dolce al mio palato”.
Un’altra meravigliosa considerazione la troviamo nel “Profeta”, il famosissimo libro di Kahlil Gibran.
Si narra di un uomo che, dopo aver soggiornato a lungo in un luogo, decide di partire; ma la popolazione locale sa che quello è un uomo speciale, un uomo che quando apre bocca proferisce parole di verità, parole in grado di risvegliare anche le coscienze più addormentate. Così, prima del suo congedo, gli indigeni gli domandano di parlare di alcuni argomenti, e riguardo al matrimonio il profeta disse:
“Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre. Voi starete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni. Si, insieme anche nella tacita memoria di Dio.Ma vi siano spazi nella vostra unione, e fate che i celesti venti danzino fra voi.Amatevi reciprocamente ma non fate dell’amore un laccio. Lasciate piuttosto che vi sia un mare in moto tra le sponde delle vostre anime. Riempia ognuno la coppa dell’altro, ma non bevete da una coppa sola. Scambiatevi il pane ma non mangiate dalla stessa pagnotta. Cantate e danzate e siate gioiosi insieme, ma che ognuno di voi resti solo. Così come le corde di un liuto son sole benché vibrino della stessa musica.Datevi il cuore, ma l’uno non sia in custodia dell’altro. Perché soltanto la mano della Vita può contenere entrambi i cuori.E restate uniti, benché non troppo vicini insieme, poiché le colonne del tempio restano fra loro distanti, e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro”.
Quando ami una persona non metterla in un recinto. Proteggila circondandola con una siepe di fiori profumati, ma lasciala libera o soffocherà nel tuo falso amore, nel tuo desiderio di possesso, nel tuo amore da mercato.
Tua moglie non è tua, ma sii disposto a morire per lei, e non solo a parole come nelle canzonette di musica leggera. Difendila da ogni insidia, a costo della tua stessa vita. Previeni ogni suo desiderio prima che lei lo abbia anche solo pensato, ma non presumere mai che tutto questo tuo gran daffare possa guadagnarsi la sua riconoscenza: non farti neanche sfiorare dall’idea che lei ti debba qualcosa in cambio del tuo amore.

Anche il libro di Proverbi può essere utile per entrare ancor di più in uno stato di coscienza che ci sottragga alla nostra scontata meccanicità, alla bieca grossolanità che ancora si riscontra nella maggioranza dei rapporti di coppia. V’invito a non soffermarvi con la mente su espressioni che sembrano molto datate, o sulle quali non siete per niente d’accordo. Lasciatevi impregnare dalla bellezza della Bibbia e dalla luce che ancora emana dalle sue pagine (Pr. 31: 10-30).

Se desideriamo avere una famiglia, che questa possa essere alla lode del Creatore, senza mai intralciare il nostro piano di volo, il sacro servizio cui siamo chiamati.   
  
* Ho semplificato la questione degli stati di coscienza per facilitare la comprensione dell’argomento; in realtà esiste una fase di transizione (ciò che Gurdjieff chiama "dell’uomo n° 4") in cui si alternano periodi di addormentamento a periodi di risveglio, i quali saranno sempre più frequenti e più persistenti a mano a mano che passa il tempo, fino a stabilizzarsi in una condizione di equilibrio. 

Enrico D'Errico

24 settembre 2013

La nutrizione 2

continua dal post del 11 settembre "La nutrizione 1"





Vi dicevo che bisogna masticare bene gli alimenti, ma la masticazione è soprattutto per il corpo fisico; per il corpo eterico bisogna aggiungere la respirazione.

Come l'aria ravviva la fiamma - sapete bene che bisogna soffiare sul fuoco per rianimarlo - così, fare della respirazione profonda durante il pasto consente una migliore combustione. La digestione è una combustione, così come lo sono la respirazione e il pensiero; soltanto il grado di calore e la purezza dei materiali differiscono da un processo all'altro. Mangiando, dovete dunque fermarvi ogni tanto e respirare profondamente, affinché la combustione permetta al corpo eterico di estrarre dal cibo le particelle più sottili. Poiché il corpo eterico è il conduttore della vitalità, della memoria e della sensibilità, così facendo beneficerete del suo corretto sviluppo. 

Il corpo astrale invece si nutre di sentimenti, di emozioni, quindi di elementi fatti di materia ancora più sottile delle particelle eteriche. Soffermandovi qualche momento sul cibo con amore, preparate il vostro corpo astrale ad estrarne delle particelle più preziose di quelle eteriche. Quando il corpo astrale ha assorbito tali elementi, ha tutte le possibilità di nutrire sentimenti appartenenti a un ordine estremamente elevato: l'amore per il mondo intero, la sensazione di essere felice, in pace e di vivere in armonia con la natura.

Purtroppo gli uomini vanno perdendo sempre più questa sensibilità; non provano più un senso di protezione, di sollecitudine, di amore e di amicizia verso gli oggetti, gli alberi, le montagne e le stelle. Sono inquieti, turbati, e quando si rifugiano nella loro casa, perfino durante il sonno hanno l'impressione di essere minacciati; ma interiormente qualcosa si sgretola, per cui non si sentono più protetti da madre natura, in quanto il loro corpo astrale non ha ricevuto il nutrimento di cui aveva bisogno.
Nutrite il vostro corpo astrale, e proverete delle indescrivibili sensazioni di benessere che vi spingeranno a manifestarvi con generosità e benevolenza. E se avrete dei problemi importanti da risolvere, saprete dimostrarvi di ampie vedute, comprensivi e tolleranti. 

Per nutrire il suo corpo mentale, un Iniziato si concentra sul cibo e chiude anche gli occhi per farlo meglio. Dato che il cibo rappresenta per lui una manifestazione della divinità, si sforza di studiarlo sotto tutti gli aspetti: da dove viene, cosa contiene, quali sono le sue caratteristiche fondamentali e quali entità se ne sono occupate, in quanto una schiera di esseri invisibili* lavora su ogni albero e su ogni pianta. Con lo spirito assorto in tali riflessioni, egli trae dal cibo elementi superiori a quelli del piano astrale, e da questi elementi gli derivano una chiarezza e una profonda visione della vita e del mondo. Dopo un pasto preso in simili condizioni, egli si alza da tavola con una comprensione così luminosa, tanto da renderlo capace di intraprendere le più grandi opere del pensiero.

La maggior parte della gente crede che sia sufficiente leggere, studiare e riflettere per sviluppare le capacità intellettuali. No, lo studio e la riflessione sono attività indispensabili ma non sufficienti; durante i pasti, anche il corpo mentale deve essere alimentato per acquistare resistenza a sforzi prolungati.

Bisogna comprendere bene che il corpo astrale e il corpo mentale sono il supporto l'uno del sentimento e l'altro del pensiero; essi hanno quindi bisogno di ricevere un nutrimento appropriato, affinché l'uomo possa svolgere il proprio compito sul piano affettivo e intellettuale.

Oltre ai tre corpi - eterico, astrale e mentale - l'uomo possiede altri corpi di un'essenza ancora più spirituale: il corpo causale, il buddhico e l'atmico, sedi della ragione, dell'anima, e dello spirito, che pure vanno nutriti. Li nutrirete lasciandovi penetrare da un sentimento di riconoscenza verso il Creatore. Questo sentimento di riconoscenza, che gli uomini vanno trascurando sempre più, vi aprirà le porte celesti attraverso le quali riceverete le più grandi benedizioni. In quel momento tutto si schiuderà davanti a voi e così vedrete, sentirete, vivrete! 
La riconoscenza è capace di trasformare la materia grossolana in luce e in gioia, ma bisogna imparare a utilizzarla.

Se saprete come alimentare i vostri tre corpi superiori, le particelle sottili che assorbirete in questo modo andranno a distribuirsi nel cervello, nel plesso solare, in tutti gli organi. Comincerete a rendervi conto di avere altre esigenze e di essere capaci di assaporare altre gioie di natura superiore, e vi si apriranno possibilità sempre maggiori.

Quando avete terminato il vostro pasto, non alzatevi da tavola immediatamente per andare a lavorare o discutere. Ma non va bene nemmeno andare a sdraiarsi. Se vi coricate per riposare, - si fa per dire - in realtà non vi riposerete affatto, ma vi appesantirete soltanto, e il vostro organismo diventerà pigro. Appena finito di mangiare, rimanete calmi un momento, facendo qualche respirazione profonda che consentirà una migliore distribuzione delle energie nell'organismo; vi sentirete così estremamente disponibili per riprendere ogni tipo di attività.

Non è sufficiente iniziare bene il pasto; bisogna anche terminarlo nel miglior modo possibile, per dare un buon avvio ai diversi lavori che vi attendono. Non dimenticate mai che ogni attività ha un inizio e che il momento essenziale è proprio l'inizio.

* vedi il libro di Geoffrey Hodson "Il regno degli dei"

continua nel post "La nutrizione 3"
Questi post sono tratti dal libro "Lo yoga della nutrizione" di Omraam Mikhael Aivanhov

23 settembre 2013

Dalla Vita alla sopravvivenza e ritorno


Il percorso evolutivo della terra è ciclico; regolarmente si comincia dall'età dell'oro e si arriva a quella che stiamo vivendo noi ora, ormai molto lontani dalla grazia di Dio, senza regole, senza morale, in un pianeta con un elevato tasso di criminalità, di inquinamento e in procinto di entrare nella nuova età dell'oro.


Popolazioni che ci hanno preceduto, come ad esempio gli indiani d'America, con la loro cultura e la loro spiritualità, dimostrano come fossero più vicini all'età dell'oro di noi ora.
Ecco le straordinarie parole del capo Indiano Sealth, della tribù Suwamish:




"Il Grande Capo a Washington ci manda a dire che desidera comprare la nostra terra. Come si può comprare o vendere il cielo o il calore della terra? È un’idea che ci stupisce. Se non ci appartengono né la freschezza dell’aria né lo scintillio dell’acqua sotto il sole, come potreste comprarcelo? Ogni piccola parte di questa terra è sacra per il mio popolo. Ogni ago di pino, la riva sabbiosa, la bruma dei boschi, ogni insetto che nasce, il suo ronzio… è sacro nella memoria del mio popolo. La linfa che percorre gli alberi porta il ricordo del pellerossa. I morti dell’uomo bianco si dimenticano della loro terra natale quando vanno a passeggiare tra le stelle. I nostri morti, invece, non dimenticano mai questa bella terra, perché essa è madre dell’uomo rosso. Siamo parte della terra ed essa è parte di noi. I fiori profumati sono nostri fratelli, il cervo, il cavallo, la grande aquila sono nostri fratelli. Le cime rocciose, l’odore delle praterie, il calore del corpo del puledro e l’uomo: tutti apparteniamo alla stessa famiglia. Quando il Gran Capo di Washington ci manda a dire che desidera comprare la nostra terra, è molto quello che ci chiede. Il Gran Capo dice che riserverà per noi un posto, dove poter vivere comodamente. Lui sarà nostro padre e noi saremo suoi figli. Per questo, stiamo considerando la sua offerta di comperare la nostra terra. Ma non sarà facile perché la terra per noi è sacra. L’acqua scintillante che corre nei ruscelli e nei fiumi non è solo acqua: è il sangue dei nostri avi. Se noi vi vendiamo la nostra terra, voi dovreste ricordare che essa è sacra, e dovreste insegnarlo ai vostri figli, dovreste insegnare loro, che ogni immagine che si rispecchia nell’acqua dei fiumi o dei laghi parla di avvenimenti e ricordi della vita del nostro popolo. Se vi vendiamo la terra, voi dovreste insegnare ai vostri figli che i fiumi e i laghi sono nostri fratelli e che meritano l’attenzione che merita un fratello. Sappiamo che il bianco non capisce il nostro modo di essere. Per lui un pezzo di terra è uguale ad un altro. Lui è come un estraneo che arriva nella notte, strappa alla terra quello che gli è necessario e se ne va . Non guarda alla terra come ad una sorella ma come ad un nemico. E quando l’ha conquistata l’abbandona e parte per altri destini. Lascia indietro le tombe dei suoi padri e non se ne cura. Viola la terra dei suoi figli e non se ne cura. Tratta la sua madre terra e suo fratello, il cielo, come cose che si possono comprare, saccheggiare, vendere, come pecore o lucenti monili. Il suo appetito divorerà la terra e temo, che dietro, resterà solo il deserto. Non so. Le nostre usanze sono diverse dalle vostre. L’immagine delle vostre città ferisce l’occhio del pellerossa, ma probabilmente perché il pellerossa è selvaggio e non capisce. Non esiste tranquillità nelle città dei bianchi. Non c’è un posto dove si possa ascoltare il rumore delle foglie o il sussurro delle ali di un insetto. Ma forse dico questo perché sono un selvaggio e non capisco. Il rumore delle città disturba l’udito. Come sarebbe la vita dell’uomo se non potesse ascoltare il grido solitario del coyote o l’animata conversazione notturna dei rospi nello stagno? Io sono pellerossa e non capisco. L’indiano preferisce il dolce suono del vento che slanciandosi come una freccia accarezza lo stagno e preferisce l’odore del vento bagnato dalla pioggia mattutina, o profumato dal pino pieno di pigne. L’aria è preziosa per il pellerossa, perché tutte le cose condividono lo stesso respiro. Le bestie, l’albero, l’uomo tutti respirano la stessa aria. L’uomo bianco sembra non far caso all’aria che respira come un essere agonizzante da molto tempo, è insensibile al cattivo odore che emana. Ma se noi vi vendiamo la terra, voi dovreste ricordarvi che l’aria è sacra. L’aria che ha raccolto il primo respiro del nostro antenato e ne ha raccolto anche l’ultimo. Voi dovreste mantenerla intatta e sacra perché si possa assaporare il vento purificato dal profumo dei fiori. Se decidiamo di vendere la terra, lo faremo ad una condizione, l’uomo bianco dovrà trattare gli animali e queste terre come suoi fratelli e sue sorelle. Io sono un selvaggio e non capisco altre forme di pensiero. Ho visto migliaia di bufali imputridire nella prateria, abbandonati dai bianchi dopo averli colpiti con il fucile da un treno in corsa. Io sono un selvaggio e non capisco come il cavallo di ferro, sia più importante del bufalo che noi sacrifichiamo soltanto quando ne abbiamo bisogno per sopravvivere. Cos’è l’uomo senza animali? Se tutti sparissero l’uomo avrebbe una gran solitudine di spirito. Perché tutto quello che accade agli animali, in seguito si ripercuote sull’uomo. Tutti noi esseri viventi siamo mutuamente dipendenti uno dall’altro. Noi sappiamo questo: la terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra. Noi sappiamo che tutte le cose appartengono ad una unica famiglia. Tutto è unito. Non è l’uomo che ha ordito le trame del tessuto della vita egli è solo uno dei suoi fili. Quello che l’uomo fa a questo tessuto lo fa a se stesso. Noi sappiamo una cosa che l’uomo bianco non sa, ma un giorno scoprirà, il vostro Dio e il nostro Dio sono lo stesso Dio. Voi pensate che Lui sia una vostra proprietà, come per la terra, ma non è così. E non sarà così. Lui è Dio di tutti gli esseri e la sua compassione è la stessa verso il popolo pellerossa e verso l’uomo bianco. Per Lui la terra è preziosa e recar danno alla terra è disprezzare il Creatore. Questo destino per noi è un mistero. Ma noi siamo selvaggi e non capiamo quando vediamo tutti i bufali sacrificati, i cavalli selvaggi domati, gli angoli dei boschi impregnati dall’odore di molti uomini, le cime delle montagne macchiate di filo spinato. Dov’è il bosco? E’ sparito! Dov’è l’aquila? Sparita! E’ la fine della vita e l’inizio della sopravvivenza.”
Il capo Sealth aveva sicuramente ragione in molte cose, e l'ultima sua affermazione è una profezia straordinaria: "...l'inizio della sopravvivenza." 
Beh, forse non si è trattato dell'inizio della sopravvivenza, ma certo è che attualmente la nostra non può chiamarsi Vita.
Ciò che lui forse non sapeva è che un giorno tutto sarebbe continuato, ma al contrario: la sopravvivenza, infatti, si trasformerà di nuovo in Vita; nella misura in cui l'umanità si riavvicinerà alla casa del Padre, di Dio, si addentrerà sempre più nell'età dell'oro

Abbiamo parlato in altri post del calore a cui è sottoposto il pianeta adesso, calore insopportabile per chi non si adegua ai requisiti richiesti per entrare nel Regno. Quando l'oro viene raffinato viene sottoposto a elevata temperatura proprio per purificarlo ed eliminare le scorie; gli esseri umani, in un certo senso, vengono in questo momento cotti nella pentola di Dio per essere liberati da impurità come gli attaccamenti e le emozioni inferiori. Nell'oro puro, e nell'età corrispondente, resteranno solo coloro che si sono lasciati ripulire dall'opera di raffinamento divina.

Enrico D'Errico