Sento l'esigenza di espandere il soggetto di cui ho già parlato pubblicando gli articoli del 12 settembre e del 5 agosto, il primo riguardante il sesso e il secondo che suggerisce che "siamo di Dio".
Mi pare che quello del sesso sia uno dei temi in cui c'è maggiore confusione, anche e soprattutto a causa di tutto ciò che ha detto la chiesa cattolica
sull'argomento nei secoli passati.
E per il presente post voglio avvalermi di una parte del mio libro "Io sono un'anima", che vi riporto per intero:
"Uno degli aspetti più importanti messi in risalto in questo libro è che sulla terra esistono solo due stati di coscienza: il Regno e il mondo.
Nel primo vivono coloro che sono svegli o sono sul
cammino del risveglio, il secondo rappresenta invece la condizione di coloro
che dormono *. Numerose volte Gesù Cristo parla di quest’argomento facendo
comprendere che i suoi discepoli devono sentirsi in questa terra solo di
passaggio. Quando arriviamo a capire che “siamo in questo mondo ma non siamo di
questo mondo” (Giovanni 17:16,18), significa che il nostro cuore sta aprendosi
e che cominciamo a svegliarci dal sonno della coscienza.
Quando le parole del Vangelo cominciano a farci
vibrare, quando sentiamo una certa risonanza, questo si riflette subito su di
noi e in ogni tipo di relazione.
Se fino ad ora hai vissuto sul pianeta solo per te
stesso, utilizzando i tuoi talenti esclusivamente per raggiungere i tuoi scopi
egoistici, non hai fatto niente di anormale. Ciò è molto comune tra tutti
quelli che considerano la vita come una lotta costante per sopravvivere, una
competizione in cui è obbligatorio primeggiare.
Certo, fino a questo momento hai cercato una donna o
un uomo solo per colmare il tuo senso di vuoto, qualcuno che ti faccia
compagnia, qualcuno che si assuma alcune delle responsabilità che non hai
voglia di assumerti tu.
E il sesso? Beh, fino a che avrai bisogno di
praticarlo al solo scopo di provare piacere, ne ricaverai dolore e
frustrazione. Il piacere sessuale non è qualcosa da ricercare solo per te
stesso; l’intimità erotica tra due individui è un’opportunità in cui donarsi
all’altro, cercare la sua soddisfazione e l’unione col divino. E’ un rito sacro
in cui “fare l’amore”, il che vuol dire costruire amore, portare amore
in un luogo in cui c’è bisogno d’esso. Significa portare più bellezza in un
mondo dove c’è già tanta perfezione, ma dove comunque tu hai la responsabilità
di fare la tua parte per perfezionare il perfettibile. Significa rendere il tuo
corpo, e quello del partner, un tempio sacro in cui il divino possa farti
visita.
L'approccio più comune nelle relazioni sessuali è invece
l'ingordigia, la voracità: depredare e utilizzare il corpo di un'altra persona
senza tenere conto dei suoi sentimenti o della sua sacralità, al solo scopo di
dare sfogo alla passione. Ma tu non sei al mondo per vivere così, non sei al
mondo per essere amato e perché i tuoi bisogni siano soddisfatti da altre
persone: sei al mondo per amare, e se ami, la conseguenza della tua azione sarà
di sentirti sempre ricco, appagato e soddisfatto. Sei al mondo per cercare
prima il benessere degli altri.
Lo so, l’impulso sessuale è molto forte e, se sei un
maschio, certamente è più piacevole masturbarsi nella vagina di una donna
piuttosto che farlo da solo con le tue mani; scusa se ti parlo così crudamente,
ma questo è sicuramente ciò che hai potuto fare sinora.
Ora ti svelerò un sacro e antico segreto che è quasi
completamente ignorato dal genere umano.
Sappi che in realtà il tuo modello ideale è il
Cristo, e dovresti usare la tua energia, tutta la tua energia, inclusa quella
sessuale, al suo servizio, diventando in grado di affermare la tua forza e il
tuo coraggio in ogni circostanza per difendere e diffondere la verità. Essere
virile non ha niente a che fare col penetrare una donna e condurla all’orgasmo
una o più volte. Quando hai rapporti sessuali in realtà, in un certo senso, ti
stai sostituendo arbitrariamente a Gesù che dovrebbe essere considerato di
diritto l’unico sposo di quella donna, stai impedendole di donarsi a lui. Come
uomo dovresti impegnarti a ricondurre ogni donna che incontri, a questo
dimenticato e sacro sposalizio. Se finora non hai avvertito questa necessità
adesso dovresti rifletterci su.
Se sei una donna presto o tardi arriverai a capire
che non sei fatta solo per essere penetrata da un maschio, per fare figli e
soddisfare le aspettative di coloro che frequenti. Questo è il tempo in cui
puoi imparare l’accoglienza, l’arrendevolezza della Madonna, ed è soprattutto
dall’energia cristica che dovresti farti avvolgere e penetrare.
Naturalmente non sto affermando che il sesso sia qualcosa di
sporco: vorrei solo invitarvi a riflettere su quanta parte ha avuto nella
vostra vita la ricerca del piacere fisico, la spasmodica ricerca di una vagina
in cui scaricare il vostro sperma, o il desiderio costante di un pene da
ricevere dentro di voi. Se non cessate di rapportarvi col prossimo secondo
queste rapaci modalità non sarete mai soddisfatti; niente e nessuno potrà mai
colmare il vostro disagio profondo, la vostra angoscia esistenziale.
Nelle Sacre Scritture, nel Cantico dei Cantici, è
narrata una bellissima storia d’amore, carica di vibrante sensualità, che
possiamo prendere come esempio per recuperare il rispetto e la sacralità che
vanno conferiti alle relazioni di coppia. Appena puoi
leggilo tutto, sono solo otto capitoli; ma intanto senti che meraviglia:
“A una mia cavalla nei
carri di Faraone ti ho assomigliata, o mia compagna. Le tue guance sono
piacevoli tra le trecce dei capelli, il tuo collo in una filza di
grani.............Come un sacchetto di mirra è per me il mio caro; tra le mie
mammelle passerà la notte. Il mio caro è per me come un mazzo di henna, fra le
vigne di En-Ghedi. Ecco sei bella, o mia compagna. Ecco sei bella. I tuoi occhi
sono quelli delle colombe. Ecco, sei bello, mio caro, anche piacevole. Pure il
nostro divano è di fogliame. Sono un semplice zafferano della pianura costiera,
un giglio dei bassopiani. Come un giglio tra erbacce spinose, così è la mia
compagna tra le figlie. Come un melo tra gli alberi della foresta, così è il
mio caro tra i figli. Ho desiderato appassionatamente la sua ombra, e là mi
sono seduta, e il suo frutto è stato dolce al mio palato”.
Un’altra meravigliosa considerazione
la troviamo nel “Profeta”, il famosissimo libro di Kahlil Gibran.
Si narra di un uomo che, dopo
aver soggiornato a lungo in un luogo, decide di partire; ma la popolazione
locale sa che quello è un uomo speciale, un uomo che quando apre bocca
proferisce parole di verità, parole in grado di risvegliare anche le coscienze
più addormentate. Così, prima del suo congedo, gli indigeni gli domandano di
parlare di alcuni argomenti, e riguardo al matrimonio il profeta disse:
“Voi siete nati insieme e
insieme starete per sempre. Voi starete insieme quando le bianche ali della
morte disperderanno i vostri giorni. Si, insieme anche nella tacita memoria di
Dio.Ma vi siano spazi nella vostra
unione, e fate che i celesti venti danzino fra voi.Amatevi reciprocamente ma non
fate dell’amore un laccio. Lasciate piuttosto che vi sia un mare in moto tra le
sponde delle vostre anime. Riempia ognuno la coppa dell’altro, ma non bevete da
una coppa sola. Scambiatevi il pane ma non mangiate dalla stessa pagnotta.
Cantate e danzate e siate gioiosi insieme, ma che ognuno di voi resti solo.
Così come le corde di un liuto son sole benché vibrino della stessa musica.Datevi il cuore, ma l’uno non
sia in custodia dell’altro. Perché soltanto la mano della Vita può contenere
entrambi i cuori.E restate uniti, benché non
troppo vicini insieme, poiché le colonne del tempio restano fra loro distanti,
e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro”.
Quando ami una persona non metterla in un recinto.
Proteggila circondandola con una siepe di fiori profumati, ma lasciala libera o
soffocherà nel tuo falso amore, nel tuo desiderio di possesso, nel tuo amore da
mercato.
Tua moglie non è tua, ma sii disposto a morire per lei, e
non solo a parole come nelle canzonette di musica leggera. Difendila da ogni
insidia, a costo della tua stessa vita. Previeni ogni suo desiderio prima che
lei lo abbia anche solo pensato, ma non presumere mai che tutto questo tuo gran
daffare possa guadagnarsi la sua riconoscenza: non farti neanche sfiorare
dall’idea che lei ti debba qualcosa in cambio del tuo amore.
Anche il libro di Proverbi può essere utile per entrare
ancor di più in uno stato di coscienza che ci sottragga alla nostra scontata
meccanicità, alla bieca grossolanità che ancora si riscontra nella maggioranza
dei rapporti di coppia. V’invito a non soffermarvi con la mente su espressioni
che sembrano molto datate, o sulle quali non siete per niente d’accordo.
Lasciatevi impregnare dalla bellezza della Bibbia e dalla luce che ancora emana
dalle sue pagine (Pr. 31: 10-30).
Se desideriamo avere una famiglia, che questa possa essere
alla lode del Creatore, senza mai intralciare il nostro piano di volo, il sacro
servizio cui siamo chiamati.
* Ho semplificato la questione degli stati di coscienza per
facilitare la comprensione dell’argomento; in realtà esiste una fase di
transizione (ciò che Gurdjieff chiama "dell’uomo n° 4") in cui si alternano
periodi di addormentamento a periodi di risveglio, i quali saranno sempre più
frequenti e più persistenti a mano a mano che passa il tempo, fino a stabilizzarsi
in una condizione di equilibrio.