Tutto ciò che esiste è impregnato di una vibrazione d’amore,
qualche cosa che anela al divino, al proprio creatore.
Lo stato vibratorio di
ogni singola cellula aumenta nel tempo, per trasmutare gradatamente in qualcosa
di più leggero, di meno grossolano.
Come uomini abbiamo sentito
quest’alchemizzazione attraverso il raffinamento derivante dall’attenzione a
noi rivolta dal nostro Padre celeste.
In passato era un’attenzione severa e rigorosa, essendo noi
ancora materia piuttosto grezza, uomini – come dicono le sacre scritture - dal
collo duro. Eravamo, e siamo ancora, come pietre da sgrossare a colpi di mazza
e di scalpello. Ora alcuni esseri umani, grazie alla vibrazione speciale
introdotta nella carne dallo Spirito Santo, grazie alle parole che Gesù ha
pronunciato nell’atmosfera terrestre, grazie alla vibrazione trasmessa al
terreno dai suoi passi, grazie ai segni tracciati nella sabbia (Giovanni 8:6),
grazie al profumo del suo corpo che ha impregnato l’aria, grazie alle preghiere
che permanentemente migliaia di uomini e donne devote innalzano al cielo, ora,
alcuni esseri umani sono come diamanti che il Padre intaglia dalla pietra grezza.
Noi tutti, suoi figli, come oro potenzialmente puro, figli prediletti, veniamo “cotti nel calderone del
Padre”, raffinati dal fuoco dello Spirito Santo che divampa in tutto
l’universo.
Oh, se solo avessimo orecchie per sentire: c’è un eco
perpetuo, il suono costante della voce di Cristo che si riverbera all’infinito,
ora e sempre, per i secoli dei secoli. Udendo quel suono tutta la materia
cambia, tutto si adegua alla purezza di quella vibrazione sacra. Tutto
l’universo obbedisce all’amore, tutto si accorda, si sintonizza, si resetta su
nuove forme, nuove dimensioni e percezioni.
Il Padre ci raffina mediante la sua parola, la sua voce.
In
principio era il verbo, la parola.
Tutte le creature lodano Dio con la loro voce, tutte cantano
il loro amore smisurato per il loro generoso Creatore, ed egli, in un circolo
virtuoso senza fine, riversa sempre più abbondante amore e bellezza nel creato.
Quali nuove vie si aprono per la comunione con l’infinito!
Oh, che privilegio essere qui e ora, dove non esiste altro
che questo: il desiderio ardente di essere ricettore di quel sacro suono e
poterlo ritrasmettere per tutti quelli che ancora non lo odono, per convertirlo
in una forma più densa, con il nostro canto, le nostre danze gioiose, i nostri
segni sulla tela, nella creta modellata, argilla da cui il padre fece me
stesso, terra che adesso vibra di luce, grazie a un cuore rinnovato.
Noi, ponti tra cielo e terra, noi,
“siamo le stelle che cantano, noi cantiamo con la nostra luce. Noi siamo gli uccelli di fuoco, noi
voliamo in cielo, la nostra luce è una voce. Noi abbiamo fatto costruire una
strada affinché lo spirito la usi”.*
Noi, cibo per altri che a loro volta ci nutrono. Digestione
e assimilazione dello spirito nella materia e della materia nello spirito. Io mangio
e sono mangiato, canto e sono cantato.
Lo Spirito del miracolo Eucaristico si rinnova in me e
mediante me ogni volta che trasmuto qualcosa da ciò che è in ciò che ancora non
è.
Ogni volta che mangio, una parte di quel cibo, vegetale,
minerale e animale si tramuta nella mia carne e nel mio sangue; se mangio con
amore, se ho fatto della mia tavola un luogo di convegno per gli angeli,
spiritualizzo con il mio amore e l’amore del Cristo gli elementi più grossolani
tratti dal mondo materiale; con essi costruisco il mio edificio, il luogo
terreno in cui “possono dimorare gli dei” e, con gli scarti di questo “cantiere
edile sempre aperto”, dono alla terra degli elementi trasmutati, ricchi di
qualcosa che prima non c’era e che nutrirà ancora una volta il mondo minerale,
vegetale e animale.
Ora quando mangio, quando spezzo il pane o mi accingo a
nutrirmi di qualsiasi altra cosa, arrivo finalmente a comprendere che quel cibo
è stato creato dal Padre mediante il figlio e lo Spirito Santo, e arriva a me
impregnato di tutto l’amore e l’attenzione che contraddistingue un genitore
premuroso. Ora so che se non mangio con apprezzamento e considerazione, è come
se commettessi un sacrilegio, perché quel cibo è materiale sacro e benedetto
per edificare ogni giorno il tempio materiale dove risiede lo Spirito di Dio.
RITROVARE SE STESSI ED
ENTRARE NEL
REGNO DI DIO"