16 giugno 2015

Spiritualizzare la materia





Che cos’è la materia se non spirito materializzato? Che cos’è lo spirito se non materia spiritualizzata?
Tutto ciò che esiste è impregnato di una vibrazione d’amore, qualche cosa che anela al divino, al proprio creatore. 
Lo stato vibratorio di ogni singola cellula aumenta nel tempo, per trasmutare gradatamente in qualcosa di più leggero, di meno grossolano. 
Come uomini abbiamo sentito quest’alchemizzazione attraverso il raffinamento derivante dall’attenzione a noi rivolta dal nostro Padre celeste.
In passato era un’attenzione severa e rigorosa, essendo noi ancora materia piuttosto grezza, uomini – come dicono le sacre scritture - dal collo duro. Eravamo, e siamo ancora, come pietre da sgrossare a colpi di mazza e di scalpello. Ora alcuni esseri umani, grazie alla vibrazione speciale introdotta nella carne dallo Spirito Santo, grazie alle parole che Gesù ha pronunciato nell’atmosfera terrestre, grazie alla vibrazione trasmessa al terreno dai suoi passi, grazie ai segni tracciati nella sabbia (Giovanni 8:6), grazie al profumo del suo corpo che ha impregnato l’aria, grazie alle preghiere che permanentemente migliaia di uomini e donne devote innalzano al cielo, ora, alcuni esseri umani sono come diamanti che il Padre intaglia dalla pietra grezza. Noi tutti, suoi figli, come oro potenzialmente puro, figli prediletti,  veniamo “cotti nel calderone del Padre”, raffinati dal fuoco dello Spirito Santo che divampa in tutto l’universo.

Oh, se solo avessimo orecchie per sentire: c’è un eco perpetuo, il suono costante della voce di Cristo che si riverbera all’infinito, ora e sempre, per i secoli dei secoli. Udendo quel suono tutta la materia cambia, tutto si adegua alla purezza di quella vibrazione sacra. Tutto l’universo obbedisce all’amore, tutto si accorda, si sintonizza, si resetta su nuove forme, nuove dimensioni e percezioni.
Il Padre ci raffina mediante la sua parola, la sua voce. 
In principio era il verbo, la parola.
Tutte le creature lodano Dio con la loro voce, tutte cantano il loro amore smisurato per il loro generoso Creatore, ed egli, in un circolo virtuoso senza fine, riversa sempre più abbondante amore e bellezza nel creato.
Quali nuove vie si aprono per la comunione con l’infinito!

Oh, che privilegio essere qui e ora, dove non esiste altro che questo: il desiderio ardente di essere ricettore di quel sacro suono e poterlo ritrasmettere per tutti quelli che ancora non lo odono, per convertirlo in una forma più densa, con il nostro canto, le nostre danze gioiose, i nostri segni sulla tela, nella creta modellata, argilla da cui il padre fece me stesso, terra che adesso vibra di luce, grazie a un cuore rinnovato.
Noi, ponti tra cielo e terra, noi, “siamo le stelle che cantano, noi cantiamo con la nostra luce.  Noi siamo gli uccelli di fuoco, noi voliamo in cielo, la nostra luce è una voce. Noi abbiamo fatto costruire una strada affinché lo spirito la usi”.*
Noi, cibo per altri che a loro volta ci nutrono. Digestione e assimilazione dello spirito nella materia e della materia nello spirito. Io mangio e sono mangiato, canto e sono cantato.
Lo Spirito del miracolo Eucaristico si rinnova in me e mediante me ogni volta che trasmuto qualcosa da ciò che è in ciò che ancora non è.

Ogni volta che mangio, una parte di quel cibo, vegetale, minerale e animale si tramuta nella mia carne e nel mio sangue; se mangio con amore, se ho fatto della mia tavola un luogo di convegno per gli angeli, spiritualizzo con il mio amore e l’amore del Cristo gli elementi più grossolani tratti dal mondo materiale; con essi costruisco il mio edificio, il luogo terreno in cui “possono dimorare gli dei” e, con gli scarti di questo “cantiere edile sempre aperto”, dono alla terra degli elementi trasmutati, ricchi di qualcosa che prima non c’era e che nutrirà ancora una volta il mondo minerale, vegetale e animale.
Ora quando mangio, quando spezzo il pane o mi accingo a nutrirmi di qualsiasi altra cosa, arrivo finalmente a comprendere che quel cibo è stato creato dal Padre mediante il figlio e lo Spirito Santo, e arriva a me impregnato di tutto l’amore e l’attenzione che contraddistingue un genitore premuroso. Ora so che se non mangio con apprezzamento e considerazione, è come se commettessi un sacrilegio, perché quel cibo è materiale sacro e benedetto per edificare ogni giorno il tempio materiale dove risiede lo Spirito di Dio.
tratto dal libro 
"Io sono un'Anima:
RITROVARE SE STESSI ED ENTRARE NEL REGNO DI DIO" 

13 giugno 2015

Amare i nostri carnefici

I nostri antenati vissuti ai tempi del profeta Giosuè erano definiti uomini "dal collo duro" e in genere, per ottenere qualcosa da loro, era necessario minacciarli:
non fare questo altrimenti ti assegno una punizione pari al problema che hai causato, in poche parole la legge del taglione, occhio per occhio, dente per dente.

Era così difficile per gli esseri umani soddisfare i requisiti della Legge di Dio che su tutto il genere umano si accumulò un grande debito karmico.

Allora, duemila anni fa giunse Gesù che divenne Cristo per sbloccare la ruota del karma e ammorbidire il collo degli uomini, ammorbidire il loro cuore di pietra.

C'è voluto molto tempo perché il sacrificio di Cristo sortisse dei risultati visibili e ora finalmente qualcosa comincia ad insinuarsi in noi, alcuni cominciano a sentirsi vivi!


Ma certo poi, non appena i nostri carnefici si accorgono che potrebbero perdere creature da spolpare, si danno un gran daffare per ostacolarci.

Spesso avete paura perché i vostri spettri si riprersentano regolarmente facendosi beffe degli sforzi di osservarvi, di trovarvi belli e perdonarvi.


Allora... può esserci  strategia migliore se non quella di assecondarli, di fargli pensare che neanche ci siamo accorti di loro, e che continuiamo a muoverci come automi servizievoli?!?

Però sapete bene che questa farsa potrebbe non durare a lungo e che alla minima distrazione potreste perdere la concentrazione e la vostra determinazione.


Allora chiedete aiuto alle truppe speciali, alle legioni intere di Santi che hanno vinto la battaglia prima di voi, ai risvegliati e illuminati di ogni tempo. Chiamate a raccolta gli iniziati, e suplicate tutti dicendo:

"Fratelli miei io sto soccombendo, e certamente sarò annientato. Ma se vi unirete a me il mio passo diverrà sicuro. Impavido muoverò incontro al nemico e i miei fendenti andranno certamente a segno."

Così, a poco a poco, la vostra marcia di soldatini ubbidienti comincia ad acquistare velocità, sempre più forte fino a creare un vortice al cui interno si trovano come intrappolati i vostri nemici, i vostri fratelli dell'ombra. La nostra marcia, ormai incessante e possente, si trasforma in danza. E mentre marciamo danzando e danziamo marciando, dal nostro cuore nascono voci che, attraversando la gola, diventano canti di pace, canti di guerra misericordiosa. (Vedi Giosué capitolo 6)


Li cingete d'assedio senza tregua.
Li inondate col vostro amore.

Enrico D'Errico
 egosumanima