29 settembre 2020

INIZIAZIONI



Sin dai tempi più antichi, l’uomo che è in cammino verso la maturità o verso il Risveglio, per ascendere a piani di coscienza più elevati, doveva oltrepassare una soglia; ciò rappresentava per lui l’abbandono delle vecchie certezze, delle identificazioni, delle zavorre che lo ancoravano al piano materiale: egli così, affidandosi alla mano degli spiriti guida, lasciava il conosciuto per l’ignoto. Ad esempio, i giovani Spartani venivano fustigati per poter essere considerati adulti, mentre gli Ateniesi attendevano con ansia l’identificazione di “efebi”.  

Esistono ancora sul pianeta numerose popolazioni indigene che quando un componente della tribù ha raggiunto la pubertà, per dimostrare a se stesso e agli altri che sta viaggiando verso l’età della maturità, deve compiere un rito di passaggio, un’iniziazione, l’uscita da uno status in funzione dell’entrata in uno status diverso: rituali ben più rischiosi e violenti di quelli

in uso nelle nostre società moderne, come  il classico ballo delle debuttanti!
















Per il bipede terrestre che vive una vita da schiavo sottomesso, in uno stato di ipnosi permanente, tutto ciò non ha più alcun senso, ed anche se egli, suo malgrado, passa attraverso delle porte iniziatiche, egli non ha neanche il minimo sentore di quanto gli sta accadendo. Invece per colui che si ridesta dal sonno della coscienza sono già pronte delle iniziazioni, superando le quali, potrà avere libero accesso a livelli superiori dove le prove saranno sempre più ardue ed impegnative; maggiore è il livello evolutivo, maggiori sono le prove, sia in termini di frequenza che di intensità.

Gesù Cristo rappresenta in tal senso il massimo esempio disponibile: in soli 33 anni di vita terrena superò così tante prove ed iniziazioni che neanche ce lo immaginiamo. La sua fu un’iniziazione costante e tutto per essere preparato all’iniziazione finale: la crocifissione.

 

Ognuno di noi, nella vita ha affrontato prove difficili ma raramente si è davvero reso conto della loro sacralità, della loro importanza. Abbiamo dato delle false interpretazioni di esse, considerandole delle crisi o semplicemente momenti di difficoltà passeggera.

Mi rivolgo a voi, che avete nel cuore la Verità, la Bellezza: sappiate che sono in serbo per voi prove iniziatiche molto impegnative, dove avrete bisogno di tanta forza; non cullatevi nell'illusione che non vi succederà nulla: non è così. In questo tempo della fine del vecchio sistema di cose, coloro che sono stanchi di esso, verranno immancabilmente notati e di conseguenza osteggiati ed odiati. Ma di una cosa possiamo essere certi: mai saremo lasciati del tutto soli; sarà provveduto sostegno e conforto sia a livello delle Comunità di cui facciamo o faremo parte, sia dalle creature dei mondi superiori; per un periodo forse sì, ci potrà sembrare di essere stati lasciati soli, ma poi gli angeli stessi verranno a soccorrerci e servirci. (Matteo 4:1-11)

 

Anche quando un genitore insegna al figlioletto ad andare in bicicletta, per un certo tempo, gli è accanto dandogli indicazioni specifiche e fornendogli un supporto amorevole avente lo scopo di dargli sicurezza, fiducia nella sua capacità di rendersi autonomo. Ad un certo punto, la mano del padre si stacca dalla schiena del bambino che, senza neanche rendersene conto, ha imparato la preziosa e divertentissima arte di andare in bicicletta, senza rotelle e senza il padre che lo sostiene. E qui sta proprio il punto nodale: affinché il bambino possa superare il rito iniziatico deve poter vivere l’illusione di essere stato abbandonato, attraversare la paura, il suo piccolo bosco delle ombre, ed uscirne vittorioso con la sua nuova piccola sacra acquisizione che costituisce un passaggio a livelli superiori di abilità e conoscenza. 


Il problema è che per la stragrande maggioranza degli esseri umani tutte questo genere di iniziazioni sono unicamente improntate alla costituzione di un corpo di schiavi da inserire nella macchina di produzione di massa; si passa dal superare un colloquio costituito da test idioti formulato da idioti che a loro volta lavorano per degli idioti che sono sottoposti ad idioti di livello superiore ma sempre idioti sono…..e così via. Pensate alla situazione grottesca: chi supera il colloquio è fiero di sé e corre dalla mogliettina contenta che probabilmente lo loderà e lo premierà con un bel pranzetto ed una prestazione sessuale extra; mentre invece, chi non lo supera, si porta a casa “un bel pacchetto di frustrazione” e la moglie nemmeno gli parla pensando fra sè e sè di aver sposato un buono a nulla (potete ben immaginare dal punto di vista sessuale quale possa essere l’unica cosa che resta da fare al povero omino scartato dal U.A.I. (Ufficio Assunzione Idioti)!

Si, ormai l’unica cosa di sacro che è rimasta al bipede schiavo è passare la soglia dell’ufficio assunzioni!

28 settembre 2020

RIVOLUZIONE ADESSO!

 MOLTIPLICHEREMO I FUOCHI DI RESISTENZA 

COSÌ CHE VI SIA IMPOSSIBILE REPRIMERCI TUTTI

E NEL FRATTEMPO CI RIUNIREMO QUI


in pace e sicurezza, certi che fra breve voi sparirete come fantasmi impauriti, come ladri sorpresi di essere stati colti sul fatto; sgattaiolando, scivolerete via da noi stessi.


************


"Signore e Signori, ora si forgeranno anime di servi, poiché se si sveglia nell'uomo l'idea di libertà, sopraggiungono in fretta trottando gli oppressori, sogghignanti padroni di schiavi e schiavi essi stessi.

Quando invece nasceranno soltanto uomini svegli, naturale ed inevitabile coagulo di quell'idea di libertà, essi si adatteranno sempre alle circostanze esterne, soddisfatti padroni del mondo dove stanno soggiornando."

(Da "Il falso principio della nostra educazione" di Max Stirner)



Questo scritto rappresenta il mio impegno nell'attività politica che sto intraprendendo.

27 settembre 2020

PRIVI DI COGLIONI


La maggioranza delle azioni (sarebbe più corretto dire re-azioni) che le persone appartenenti alla razza umana compiono sembrerebbero, in un certo senso, prive di utilità ai fini dell’evoluzione planetaria; in realtà, come alcuni uomini saggi sanno bene, ogni evento ha la sua importanza e tutto è assolutamente perfetto così com’è. Ma con questo mio scrivere - lo debbo chiarire - non intendo giudicare o disprezzare quel che fanno i miei fratelli e le mie sorelle meno consapevoli ma semplicemente parlare, a voi che mi leggete, di quel che vedo.

Proprio con questo spirito ora vorrei rivolgermi anche ai miei simili “più colpevoli”, coloro che, involontariamente o deliberatamente, stanno dilaniando il pianeta in vari modi; a tutti costoro dico: 

“Sappiate che il tempo che avete avuto a disposizione per farvi i peggiori fattacci vostri a discapito del resto dell’umanità, è giunto al termine. Ora la Terra, nostra madre e sorella, vi mostra il conto da pagare e, statene pur certi, si tratta di un conto molto salato; non basteranno i vostri denari depositati nel vostro patetici conto corrente postale o, se siete molto ricchi, in una banca Svizzera o alle Isole Cayman….no…forse dovrete addirittura pagare con la vostra stessa vita!

 

Mi rendo conto che, alle orecchie degli ignoranti o dei bigotti benpensanti, questo risuona come una vendetta tipo occhio per occhio, dente per dente; d’altro canto, se che questo modo di parlare spaventa molte persone, ciò è dovuto semplicemente al fatto che, separati dall’Anima *, esse fanno ormai parte di un’umanità depravata e debosciata che non conosce più il vero coraggio ed è stata privata dell’audacia…in altre parole un popolo fatto di persone senza coglioni: ormai l’unica forza che avete è quella di ordinare la pizza o le patatine fritte per farvele portare a casa.

 

Spesso nei miei articoli pubblicati sul blog o nelle mie pagine fb, ho parlato del problema del non partecipare alla vita dei propri simili, del chiudersi ogni giorno di più nel proprio piccolo mondo, fatto di storie senza senso ma che per per le persone costituiscono tutto ciò che esiste. 

I corpi della gente comune sono pregni di pensieri diarroici ed emozioni grossolane che li portano a disinteressarsi di quel che davvero conta: il proprio benessere e quello dei propri simili.

 

Per quanto io possa sforzarmi di amare queste nullità pseudo umane, questi “tiepidi”**, il risultato sarà che spesso mi verrà da chiedermi: ”Ma che ci faccio qui su questo pianeta di fessi? Ma è mai possibile che io abbia scelto di venire proprio qui….tra persone incredule e menefreghiste?

Non sarà forse che ho sbagliato il mio piano di volo e ho seguito la rotta di qualcun altro?

 

*Vedi l’interessante conferenza di Massimo Bianchi   https://youtu.be/Atoh6uiy-Y0

** Rivelazione 3:16

18 settembre 2020

LO SCALATORE DELLA MENZOGNA...

...ovvero le bugie hanno le gambe corte.

 

Efesini 4:25 “Perciò, ora che avete allontanato la falsità, ciascuno dica la verità al suo prossimo, perché infatti siamo membra legate le une alle altre.”

 

Magari non ve ne può fregare di meno ma sappiate che, da quando mi sono risvegliato, dico sempre e costantemente la verità: oh, sapeste quanto è piacevole ed edificante! (Provate, vi prego, a farlo anche voi!)

Comincerò quindi, senza indugio alcuno, questa mia dissertazione sull’imprescindibile importanza di dire sempre la verità rispetto al mentire senza alcun pudore; e vi dirò subito che tutto ciò che Manlio Carona* conosce attualmente in merito a scultura e arrampicata, lo ha imparato da Rino Bez, il padre della mia compagna; egli è un uomo semplice, sì, anche povero, certo, ma è di gran lunga meglio esser poveri che arricchirsi mentendo sapendo di mentire e inoltre far credere a poveri lettori illusi di essere un valente scrittore oltre che un ultra pagato opinionista.

 

È pur vero che persino io sto iniziando proprio ultimamente un’attività parallela a quella di scrittore e blogger, e cioè quella di ghost writer; quest’ultimo altro non è che uno scrittore-in genere piuttosto talentuoso-che scrive libri per conto di altri i quali, con la complicità di case editrici senza scrupoli, poi firmano i libri come se fossero scritti di loro pugno; ma potete credere ad esempio che un semi-analfabeta come Filiberto Totti* sia davvero in grado di scrivere libri?!?

Chiunque abbia un poco di sale in zucca, confrontando il suo modo di esprimersi con “quello che scrive”, capisce immediatamente che quel libro non può essere farina del suo sacco.

 

Lo so, lo so, i meno aperti di mente fra voi, al mio fare ardimentoso, saranno “costretti” ad affermare che io stia giudicando qualcuno e giudicare, parlare male del prossimo, si sa, non è corretto nell’ambito di un percorso incentrato sul Lavoro su di sé. Se avete reagito in tale scontata maniera siete davvero un poco noiosi ma spenderò un po’ di tempo per dirvi, ancora una volta, che probabilmente non siete assolutamente in grado di valutare se un uomo stia giudicando o semplicemente stia valutando gli atteggiamenti e le azioni del prossimo e soprattutto comprendere se il fine sia quello di trarne utili insegnamenti per sé stesso e per coloro che lo circondano.

 

Ma tornando alla mia “critica feroce” del supponente e avvinazzato Manlio Carona, desidero narrarvi un episodio interessante occorsomi mentre, in compagnia della mia amabile compagna di viaggio Erica e della nostra amica Arianna, stavamo cercando un alloggio dignitoso in cui trascorrere alcuni giorni in Valle d’Aosta e precisamente nella zona di Arnad dove, oltre a poter gustare del lardo straordinario, è possibile visitare la chiesa di San Martino, (https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Martino), un luogo davvero magico dove pare (leggi pure “sicuramente”) siano stati trucidati numerosi fratelli Templari per mano della criminale ed assassina chiesa cattolica del tempo; ma si sa, tanta acqua è passata sotto i ponti e, ne sono certo, mai la chiesa adesso potrebbe macchiarsi di un tale orribile delitto (e soprattutto ammettere di averlo perpetrato)!!!

 

Tornando alla nostra necessità di trascorrere del tempo a ciaccolare, scrivere, riposare, far da mangiare e danzare insieme al ritmo della vita, guarda caso capitammo proprio nel B&B dove aveva appena soggiornato il Carona! Il titolare, gentile, professionale ma anche amichevole, essendo stato messo al corrente da me medesimo della stretta relazione tra il padre di Erica ed il famoso scalatore, mi confessò che il tizio in questione aveva appena soggiornato lì-dormendo peraltro per terra-e si era dimenticato nel frigo alcune bottiglie di birra! Maddai…pensai…ed io che credevo che lui si fosse liberato dal vizio dell’alcol!!!

 

Per concludere, mentre Manlio Carona continua ad essere un ubriacone inveterato, Rino, il padre della mia preziosa compagna Erica Bez, anche grazie al nostro supporto, ha smesso del tutto di bere, ed è ormai sobrio da 5 anni.


Ho scritto questo breve articolo perché volevo rendere onore a Rino Bez, a sua figlia Erica, ma soprattutto perché qualcuno deve pur fare quello che la maggioranza di voi, razza di capri dormienti, non ha il coraggio o l’abilità di fare: dire sempre la Verità!

See you soon…

 

*I nomi delle persone menzionate sono ovviamente stati leggermente modificati affinché io possa evitare di essere querelato.

1 maggio 2020

SONO PRONTO PER ENTRARE NEL NUOVO MONDO





Da sempre per uscire dalla stagnazione che, a causa di molteplici fenomeni, si crea in certi periodi storici, sono necessari dei guerrieri impavidi, dei pionieri che fungano da apripista per permettere alle persone più deboli di varcare la soglia che consente di entrare in una nuova era.
Sebbene la stragrande maggioranza della popolazione terrestre ancora non se ne renda conto, attualmente l’umanità sta vivendo uno dei momenti più importanti della storia degli ultimi millenni.
Lo spirito del Cristo e il sangue di Gesù hanno impregnato la terra e preparato una parte dell’umanità alla battaglia ma, al tempo stesso le malvagie forze spirituali, certo più astute ed organizzate di tutti noi, stanno mettendo in atto strategie perfette al fine di impregnarci di paura e potersi impossessare del pianeta e delle sue risorse, uomini compresi.
Se finora si sono nutrite di una certa quantità e qualità di emanazioni ora, per sopravvivere, hanno bisogno di un maggior numero di emozioni inferiori e di qualità ancor più grossolana.
Il disagio interiore che generano le migrazioni di popolazioni intere che fuggono dalla povertà, dalla fame e dalla guerra, il dolore delle donne stuprate e delle madri a cui muoiono i figli tra le braccia, i traumi generati dagli attentati terroristici o dalla perdita di tutti i beni terreni a causa di un terremoto, lo spavento provocato da maremoti e inondazioni, tutto ciò, e molto altro ancora,
produce un cibo delizioso per gli angeli deviati

Personalmente sono stato sottoposto a prove terribili durante tutta la mia vita, e tali prove si sono fatte sempre più dure col passare del tempo; sì, perché se un trauma non è sufficiente per demolire un essere umano, i demoni ne progettano accuratamente un altro ancora più forte e doloroso, qualcosa che calzi a pennello con il nostro vissuto, con le personali debolezze e le ferite ancora aperte.

Leggete con attenzione (mmmh…non so se ne siete in grado… ma almeno provateci!) questo esaustivo ed illuminante brano del libro di Giobbe:

“Nel paese di Uz c’era un uomo di nome Giobbe. Era integro e giusto, temeva Dio e si teneva lontano dal male. Aveva sette figli e tre figlie. Il suo bestiame contava 7.000 pecore, 3.000 cammelli, 1.000 bovini e 500 asine, e aveva anche un gran numero di servitori. 
Arrivò a essere il più grande di tutti gli orientali.
Arrivò il giorno in cui i figli del vero Dio si presentarono al cospetto di Dio, e con loro entrò anche Satana. Dio gli chiese: “Da dove vieni?” Satana rispose a Dio: “Dal vagare e dal camminare per la terra”. Allora Dio disse a Satana: “Hai notato il mio servitore Giobbe? Non c’è nessuno come lui sulla terra. È un uomo integro e giusto, che mi teme e si tiene lontano dal male”.  Satana rispose a Dio: “È forse per nulla che Giobbe teme Dio? Non hai messo una siepe intorno a lui, alla sua casa e a ogni cosa che possiede? Hai benedetto l’opera delle sue mani, e il suo bestiame è aumentato molto nel paese. Prova invece a stendere la mano e a toccare tutto ciò che ha, e vedrai se non ti maledirà apertamente”. Quindi Dio disse a Satana: “Ecco, ogni cosa che ha è nelle tue mani. Bada solo di non toccare lui stesso!” Così Satana si ritirò dalla presenza di Dio.
Un giorno, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo vino a casa del loro fratello maggiore, arrivò da Giobbe un messaggero che disse: “I bovini stavano arando e le asine stavano pascolando lì vicino, quando i sabei hanno fatto un’incursione, li hanno portati via e hanno ucciso i servitori con la spada. Io sono l’unico sopravvissuto e sono venuto a riferirtelo”.
Mentre questo parlava ancora, ne arrivò un altro che disse: “Il fuoco di Dio è sceso dai cieli, è divampato fra le pecore e i servitori, e li ha consumati. Io sono l’unico sopravvissuto e sono venuto a riferirtelo”.
Mentre quello parlava ancora, ne arrivò un altro che disse: “Sono venute tre bande di caldei che si sono avventate sui cammelli, li hanno presi e hanno ucciso i servitori con la spada. Io sono l’unico sopravvissuto e sono venuto a riferirtelo”.
Mentre quest’altro parlava ancora, ne arrivò un altro che disse: “I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo vino a casa del loro fratello maggiore, quando all’improvviso dal deserto si è alzato un forte vento che ha colpito i quattro angoli della casa, così che questa è crollata sui giovani e li ha uccisi. Io sono l’unico sopravvissuto e sono venuto a riferirtelo”.
Allora Giobbe si alzò, si strappò le vesti e si rase il capo. Poi, inginocchiatosi con il viso a terra, disse: “Nudo sono uscito dal grembo di mia madre e nudo vi tornerò. Dio ha dato e Dio ha tolto. Si continui a lodare il nome di Dio!”.
In tutto questo Giobbe non peccò né accusò Dio di aver fatto qualcosa di sbagliato.
Poi arrivò il giorno in cui i figli del vero Dio si presentarono al suo cospetto, e con loro entrò anche Satana per presentarsi al cospetto di Dio.
Dio gli chiese: “Da dove vieni?” Satana rispose a Dio: “Dal vagare e dal camminare per la terra”. Allora Dio disse a Satana: “Hai notato il mio servitore Giobbe? Non c’è nessuno come lui sulla terra. È un uomo integro e giusto, che mi teme e si tiene lontano dal male. È ancora fermo nella sua integrità, nonostante tu cerchi di istigarmi contro di lui perché lo distrugga senza motivo”. Ma Satana rispose a Dio: “Pelle per pelle. L’uomo darà tutto ciò che ha per la sua vita. Prova a stendere la mano e a toccarlo fino alle ossa e alla carne, e vedrai se non ti maledirà apertamente”. Quindi Dio disse a Satana: “Ecco, è nelle tue mani. Bada solo di non togliergli la vita!” Così Satana si ritirò dalla presenza di Dio e colpì Giobbe con dolorosi foruncoli dalla testa ai piedi. Giobbe prese un coccio per grattarsi, e se ne stava seduto in mezzo alla cenere. Alla fine perfino sua moglie gli disse: “Rimani ancora fermo nella tua integrità? Ma maledici Dio e muori!” Ma lui replicò: “Parli come una donna insensata. Dovremmo accettare dal vero Dio solo il bene? Non dovremmo accettare anche il male? In tutto questo Giobbe non peccò mai con le sue labbra.”

Le mie prove, in parte, già le conoscete ma non posso tralasciare di parlarvi ancora una volta della perdita di Clara, la mia diletta e unigenita figlia. Può un uomo sopportare prova più grande? Coloro fra voi che sono padri e madri, riescono ad immaginare quale inferno possa aver attraversato? Forse sì. Ringrazio enormemente l’Esistenza ogni giorno per avermi lasciato, come Giobbe, in balia delle forze malvagie: senza quella devastante prova ora certamente non potrei scrivere, fare musica e ogni altra azione che compio, con il fuoco che mi anima. Sento ardere nel petto un cuore palpitante che mi spinge ad agire in favore dei miei simili, soprattutto coloro che possono sintonizzarsi con la mia lunghezza d’onda. Se non sentite questa vibrazione e nemmeno quella di uomini ben più svegli e potenti di me, come -citando Uomini del passato- Rudolf Steiner, Aivanhov, Gurdjieff, Osho, Krishnamurti, o quella di Uomini del momento presente come Eckart Tolle, Massimo Bianchi, Salvatore Brizzi o Thomas Yorman Vitulano……siete in grave pericolo.

In armonia con la svolta planetaria, il lavoro che svolgo ha l’obiettivo di creare un punto di attrazione e di riferimento per coloro che sono stanchi del vecchio sistema di cose e anelano a quello nuovo. Io vivo solo per portare a termine la mia missione e nessuna circostanza riesce a distrarmi; non mi fermerò fino a quando non sarò certo di aver fatto tutto il possibile per spargere semi di risveglio. Certo non posso e nemmeno voglio costringervi a mollare tutto per correre con me verso la meta anelata; non posso trascinarvi forzatamente con me sul percorso salvifico in cui già sto camminando: siete voi che dovete, coscientemente e volontariamente, alzarvi e camminare, di buona lena. 
Io sono pronto per entrare nel Nuovo Mondo: e voi? Se la risposta è sì, allora seguitemi!

20 aprile 2020

PRENDERSI CURA DEL FEGATO





Il fegato svolge un ruolo fondamentale per la gestione dell’energia ricevuta dal Padre e per la crescita della nostra coscienza. Anche fisicamente parlando, quando il fegato è saturato da una alimentazione pesante, grassa e troppo abbondante, tendiamo spesso ad essere in uno stato letargico; sino a che siamo in movimento tutto va bene, ma appena ci sediamo per leggere, ascoltare una conferenza o guardare la televisione, in pochi minuti passiamo dalla veglia al sonno. Il fegato è connesso quindi alla nostra visione, alla sua qualità e profondità. Se il fegato è malato funzionano solo gli occhi più fisici; se il fegato è sano s’inizia ad usare l’occhio della coscienza, il terzo occhio, quello simbolicamente rappresentato dal colore che gli indiani si tingono sulla fronte, tra le sopracciglia. Quello è infatti, secondo la medicina orientale, uno dei punti mediante cui diagnosticare problemi al fegato. E, cosa veramente interessante, il corpo tende sempre a rimediare ai nostri eccessi e quindi, quando mangiamo troppo olio o grassi, la superficie tra gli occhi si colora di rosso, a testimoniare che il corpo sta bruciando letteralmente dei grassi; li brucia all’esterno e li brucia verso l’alto. Infatti si usa dire ”mi fuma il cervello”, (in dialetto ligure “ho i fumassi”, e in toscano “so’ fumino!”). Se notiamo questo rossore è necessario sospendere l’alimentazione per un paio di giorni per poi riprendere a mangiare evitando accuratamente qualsiasi cibo grasso e l’olio. È consigliabile seguire tale regime in primavera - quando tra l’altro l’energia comincia a circolare fortemente - perché la temperatura esterna è più mite; se lo farete in inverno potreste avere freddo, ma meglio sentire freddo che avere il fegato oberato dai grassi!

Il fegato è dunque la sede di sentimenti come la rabbia e la gelosia. Quando una persona è collerica, si dice che “è fegatosa”; se osservate la pelle sulla sua fronte, sopra il naso, forse noterete che è corrugata più o meno in profondità, e che quando si arrabbia arriccia ulteriormente la pelle in quel punto. Lo scoppio della collera è una scarica di emozioni negative in eccesso che abbiamo accumulato a causa della nostra abitudine di guardare solo al di fuori di noi, addebitando a cause esteriori i nostri fastidi e disagi. L’esistenza sta portandoci pian piano a sbattere la testa contro il muro della nostra cecità e ostinazione. 
A volte, quando qualcuno è molto arrabbiato, accade che arrivi proprio a sbattere la testa contro un muro volontariamente, come a volersela spaccare, a rompersi le corna! Interessante, vero? Come un toro, “vediamo rosso” e vogliamo distruggere ciò che pensiamo sia il nostro problema. 

Per il malato di fegato la vita è molto difficile: egli vede tutto offuscato (anche i suoi occhi abituali hanno sovente una netta riduzione di capacità visiva) e non è in grado di fare un ragionamento sano; tende a demordere alla prima difficoltà in ogni cosa perché ha problemi a concentrarsi mentalmente per risolvere il problema che gli si presenta.
Non ha voglia di “leggere le istruzioni della vita” e non ha voglia di assumersi la responsabilità di ascoltare, imparare e rispondere alle domande del Maestro. Tende a diventare cronicamente pigro e non ha voglia di camminare. Il fegatoso è in genere molto rigido nel corpo, soprattutto sulle spalle, il collo e la nuca. Questa rigidità si riflette anche sul comportamento nei propri confronti e verso gli altri.

Molti fra coloro che hanno problemi di fegato hanno l’abitudine di bere caffè ma questa è una fregatura perché esso crea dipendenza anche grazie al fatto che, per ogni tazzina bevuta, si sciolgono un po’ dei grassi accumulati, allontanando momentaneamente la sensazione di sonno e affaticamento. Ma ben presto i grassi riavviluppano il fegato, cala nuovamente lo stato letargico, in un accelerando di tempi e intensità del problema. Nel mio precedente libro, al capitolo 4 della prima parte, ho scritto che il caffè, pur aiutando momentaneamente a sciogliere i grassi dal fegato, ne contiene esso stesso una grande quantità che vanno poi ad intasare i luoghi dove è stata fatta pulizia. Se proprio volete bere un caffè, fatelo a casa e filtratelo con dei filtri di carta, ma bevetelo saltuariamente, solo per piacere e mai per bisogno.

A volte, quando scopriamo il nostro Erode, il nostro tiranno interiore, il fegato si attiva e, per grazia divina, si apre la visione del terzo occhio permettendoci di avere maggiore lucidità e consapevolezza. L’occhio si trasforma in un fanale che illumina il nostro cammino e quello degli altri. Diventiamo come degli speleologi che visitano una caverna con quelle torce elettriche fissate sulla fronte, come dei chirurghi che indagano nelle viscere del corpo. L’inizio dell’apertura del terzo occhio è spesso preannunciata da intuizioni e piccoli momenti di pace e lucidità che diventano sempre più frequenti e persistenti col passare del tempo. La lucidità si trasforma in consapevolezza, la rabbia in indignazione. La rabbia è segno di difesa del nostro territorio, l’indignazione è difendere il territorio di Dio.

Attualmente parte dell’umanità si sta risvegliando e lo sta facendo molto in fretta; il battesimo d’acqua è già stato impartito al pianeta ed ora sta ricevendo quello del fuoco: infatti gli occhi di molte persone si aprono.
continua…




13 aprile 2020

COSTRUTTORI E GUERRIERI: SERRATE LE FILE!




Sono sconcertato! Avrei preferito dire “sono indignato!” ma per quanto riguarda l’Indignazione”, sacro concetto appartenente ad una sfera superiore, essa è davvero una parola usata ed abusata, il che sta a significare che la trappola della matrix è già da tempo scattata ed in piena funzione.
Oltretutto si continua a dimenticare che non sono tanto le parole che contano, quanto lo spirito con cui vengono pronunciate. Se una persona comune, appartenete alla razza dormiente destinata all’estinzione, afferma di essere indignata, quasi certamente essa parlerà con la pancia impregnata di un’emozione di lamentela e rabbia. Se una persona risvegliata dice di essere indignata, quasi certamente la sua affermazione proviene da un cuore infiammato dall’amore per la Giustizia e la Verità. Dico questo perché, ad esempio proprio ora, in rete circolano numerosi video di persone che si definiscono indignate per la decisione del governo di accettare aiuti finanziari dall’Unione Europea. Non sono certo qualificato per approfondire un argomento che riguarda la politica italiana; quel che so è che io non mi voglio schierare e soprattutto non voglio lamentarmi.
Quel che vedo intorno a me è soprattutto Perfezione. Quel che vedo è l’avverarsi di profezie che erano scritte da tempo, sia nelle Sacre scritture cristiane che nei testi dell’Agni Yoga. Quel che vedo chiaramente è un pianeta che, stanco di continui abusi, sta attuando strategie di rinnovamento cosmico.

Mi chiedo, anzi vi chiedo: voi come vi sentite? Quale è lo spirito che vi anima?
Certo, lo so, è giusto e necessario provare la compassione di Lot per i cittadini della città dove viveva, su cui stava per piovere fuoco e zolfo; è giusto avere empatia per tutte le famiglie che tanto stanno soffrendo per la pandemia mondiale; è logico pensare a tutti coloro che stanno letteralmente impazzendo per la crisi economica e che spesso si tolgono la vita; a me dispiace anche per le balene spiaggiate o le api in via di estinzione, ma…dov’è il vostro cuore?!?
È attanagliato dal dolore e dalla paura per le cose che stanno accadendo (meglio sarebbe dire che le persone stanno concretizzando) sul pianeta?
Osservatevi con cura, stanate ogni sentimento impuro di rabbia, giudizio, lamentela o pena, perché se in profondità trovate ancora queste emozioni inferiori, certo non avrete la forza di lottare strenuamente per l’avvento del Nuovo Sistema. 

Io lo ripeto continuamente: siate presenti a voi stessi, ricordatevi che non siete quel che provate ma Anime immortali con il compito di partecipare all’avvento del Regno.
Ancora troppi fra voi collezionano gruppi fb o pubblicano le foto dei loro cagnolini, a volte persino al posto di quella propria, sul profilo personale! 
Non giudicate, non lottate contro le forze ostili, ma piuttosto annegatele nel fiume della vostra Bellezza e del vostro candido stupore, nella Grazia dei vostri gesti quotidiani, nella Gratitudine e nella Fiducia.
Che devo fare ancora per stimolare la vostra coscienza…devo forse svenarmi?!? Ovviamente no!

So quel che devo fare. Devo continuare ad accrescere l’apertura del mio cuore, ad ogni costo!
Devo conservare Pace interiore rivolto all’interno di me stesso e portare Luce dove ancora è necessario che arrivi, saldo e incrollabile nella piena Fiducia che tutto è davvero perfetto ed ogni cosa che concretizzo è per il mio progresso e quello dei miei fratelli e delle mie sorelle di Fede.
Ed infine, con il cuore tra le mani, continuerò ad unirmi a tutti quelli che fra voi provano i miei stessi sentimenti. 



Proclama:
Costruttori e guerrieri, serrate le file.

Lettore, se non hai compreso, rileggi dopo qualche tempo. 

Ciò che è predestinato non è accidentale,

E le foglie cadono quando è l’ora.

Ma l’inverno non è che il messo della primavera. 
Tutto è rivelato; tutto è raggiungibile.
Ti coprirò con lo scudo del lavoro.
Ho detto.

Dai libri dell'Agni Yoga: Foglie del giardino di Morya. Appello. 1924

6 aprile 2020

KENODOXIA



L'inflazione dell'ego è la storia della rana che vuole farsi grande quanto il bue... La ritroviamo all'origine di molte paranoie positive o negative in cui l"io" si crede perennemente oggetto di ammirazione o di denigrazione, senza aggancio con la realtà. Caratteristica di questa malattia è quella di mettere l'individuo al centro del mondo, come il bambino che esige l'attenzione di tutti gli sguardi.

Tutto ciò che succede è interpretato in rapporto a sé. L'"io" esige un riconoscimento assoluto in cui si profilano tutte le carenze e le frustrazioni del passato. Quanto maggiore è il suo senso d'insicurezza, tanto più avrà bisogno di vantarsi per prodezze o relazioni che lo confermino in una illusoria importanza. 

La vanagloria rende l’individuo particolarmente irritabile e suscettibile non appena la bella immagine che il suo “io” ha di sé viene messa in discussione; una semplice osservazione e si sente odiato e perseguitato; un leggero sorriso ed è il mondo intero che riconosce il suo genio.

Nel deserto, queste caricature sono più sottili, ma la radice del male è la medesima. L’”io” si arroga le prerogative del Sé; il piccolo uomo si crede Dio; gioca d’essere come Dio, il che gli impedisce proprio di essere Dio e di essere se stesso.

Evagrio ci dice che il monaco tormentato dalla “kenodoxia”  immagina di essere diventato un sublime essere spirituale; stando alla bellezza delle sue visioni, ai primati dei suoi digiuni, come potrebbe dubitare della sua santità? Ben presto i malati accorrono, i peccatori vengono a bussare alla sua porta e con un solo sguardo egli li converte… Si crede Cristo e questo atteggiamento gli impedisce proprio di essere Cristo, perché per essere Cristo non bisogna preoccuparsi di se stessi, ma amare Dio e amare gli uomini come lui stesso li ha amati.

In questo amore, diceva Origene, è il Logos che nuovamente si incarna. Noi diventiamo per Lui una “umanità in aggiunta”, dirà più tardi Elisabetta della Trinità.
La “kenodoxia” rende l’uomo sempre più egocentrico, il che gli impedisce di rimanere in posizione teocentrica o Cristocentrica, gli impedisce cioè di considerare il Vivente, “l’Essere che veramente È”, come autentico centro. “Non sono io che vivo, è Cristo che vive in me”, diceva san Paolo. 
È esattamente il contrario di: “Cristo, sono io”.

Secondo Evagrio, la “kenodoxia” fa sognare il monaco di diventare prete; oggi questo ci può stupire, ma a quell’epoca il sacerdote era rivestito di tale dignità che ogni monaco doveva reputarsi indegno di una tale grazia. Voler diventare prete, allora, era il colmo della vanità.

Il rimedio alla “kenodoxia”, secondo Evagrio – e anche ciò ci può stupire – è la Gnosi nel suo significato di conoscenza. In effetti, non c’è niente come la conoscenza di sé che possa liberare da tante illusioni…
Chi siamo realmente? “L’uomo è come un filo d’erba: al mattino spunta, alla sera appassisce”.
Che cosa è questo mondo? “Una goccia di rugiada sull’orlo di un secchio”.

La conoscenza di sé, la conoscenza di ciò che si è, rimette l’uomo al suo giusto posto, nel suo status ontologico di creatura. “Che cos’hai tu che non abbia ricevuto?” Allora perché vantarsene invece di rendere grazie?
La Gnosi è anche la conoscenza di Dio, la conoscenza dell’Essere, ciò che, mediante il discernimento, libera dal potere di “ciò che non è”. “Gli angeli sono molto più umili degli uomini perché sono molto più intelligenti”.

La vanagloria è segno di non conoscenza, non solo di sé, ma della realtà ultima che relativizza tutte le altre realtà.
Quando, attraverso la Gnosi, veniamo liberati dal demone della “kenodoxia”, rischiamo di ritrovarci con “lupé” o “acedia”, cioè non siamo più ciò che credevamo di essere…  Sperimentare il fallimento delle proprie illusioni può essere penoso, ma è meglio questo che essere condotti poco a poco verso quella “demenza” che è “uperephania”, perché “come la luce del lampo precede il rumore del tuono, così la presenza della vanagloria annunzia l’orgoglio”.


30 marzo 2020

RIFUGIARSI IN DIO




Quando c’è molto rumore intorno, è necessario prendersi ancor più tempo per stare con se stessi e restare nel proprio centro; lì c’è pace, fiducia e sicurezza.
Intorno c’è ansia, preoccupazione e una quantità enorme di informazioni false, adatte per le orecchie degli uomini comuni che vogliono ascoltare solo favole e menzogne.
Ma molti di noi stanno acquisendo orecchie per sentire, orecchie capaci di riconoscere il suono della verità nella massa di informazioni fuorvianti.
Stiamo comprendendo che, ancora una volta, la terra, il nostro bel pianeta, sta dimostrando il suo bisogno di ripulirsi, scrollarsi di dosso coloro che non si prendono cura di lei. 
In questo non v’è alcunché di crudele: voi ve la terreste sul groppone una persona gretta e malvagia, una persona che vi insulta e vi disprezza, che vi vomita e defeca addosso, che attenta di continuo alla vostra vita? No, non credo che la sopportereste a lungo.
Naturalmente è necessario mostrare compassione per coloro che soffrono a motivo della pandemia estesamente diffusa sul pianeta, ma davvero non possiamo lasciarci prendere dal panico; per molti di noi c’è un compito preciso da svolgere: sguainare le nostre spade e squarciare il velo di maya, distruggere il bozzolo letargico in cui sono avviluppate le menti della gente.
Come sapete mi dedico spesso, ormai da molti decenni, alla lettura delle sacre scritture.
Oggi vi guiderò in un percorso col quale tenterò di dimostrare come l’attuale comportamento della terra nei confronti dei suoi scriteriati abitanti non sia affatto una novità.

Cominciamo con il diluvio universale: perché si verificò?
Il capitolo 24 del vangelo di Matteo si riferisce agli avvenimenti che si stanno svolgendo sotto i nostri occhi e i versetti da 37 e 39 affermano: 

“Come furono i giorni di Noè,così sarà la presenza del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni prima del diluvio mangiavano e bevevano, gli uomini si sposavano e le donne erano date in moglie, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e li spazzò via tutti, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo.”

La Natura o Dio, se preferite, attuò una separazione tra coloro che avevano a cuore il pianeta e coloro che invece si comportavano in maniera insensata o pensavano solo ai propri affari.

Anche il racconto di Luca ci parla di una situazione analoga: molti furono spazzati via, altri sopravvissero. Nel suo vangelo viene fatto un parallelo tra il diluvio e l’episodio di Sodoma; ecco i versi da 26 a 30 del capitolo 17: 

“Inoltre come avvenne ai giorni di Noè, così sarà ai giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, gli uomini si sposavano e le donne erano date in moglie fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e venne il diluvio e li distrusse tutti. Lo stesso accadde ai giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano e costruivano. Ma nel giorno in cui Lot uscì da Sodoma, dal cielo piovvero fuoco e zolfo, e furono tutti distrutti. Così sarà anche nel giorno in cui il Figlio dell’uomo sarà rivelato.

Separazione

Matteo 24:40-41 
“Allora due uomini saranno in un campo: uno sarà preso e l’altro lasciato. Due donne lavoreranno a una macina a mano: una sarà presa e l’altra lasciata.”

Luca 17:31-35
“Quel giorno chi è sulla terrazza non scenda in casa a prendere le sue cose, e similmente chi è nel campo non torni indietro. Ricordate la moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, ma chi la perderà la salverà. Vi dico che quella notte due persone saranno in un letto: una sarà presa, l’altra sarà lasciata. Ci saranno due donne a macinare alla stessa macina: una sarà presa, l’altra sarà lasciata.”


Essere vigilanti e pensare al tipo di persone che siamo

Seconda lettera di Pietro, capitolo 3:
“…molto tempo fa c’erano i cieli e una terra posta solidamente fuori dall’acqua e fra le acque mediante la parola di Dio, e mediante quelle cose il mondo di allora subì la distruzione quando fu inondato dall’acqua. Ma mediante la stessa parola i cieli e la terra attuali sono riservati al fuoco, custoditi fino al giorno del giudizio e della distruzione degli empi. Comunque, non sfugga alla vostra attenzione, miei cari, che per Dio un giorno è come mille anni, e mille anni come un giorno. Dio non è lento ad adempiere la sua promessa, come pensano alcuni, ma è paziente con voi perché desidera che non sia distrutto nessuno ma che tutti giungano al pentimento.  Tuttavia il giorno di Dio verrà come un ladro; in quel giorno i cieli scompariranno con un gran fragore, ma gli elementi, essendo incandescenti, si dissolveranno, e la terra e le opere che sono in essa saranno portate allo scoperto.
Dato che tutte queste cose devono quindi essere dissolte, pensate a che tipo di persone dovete essere, persone che hanno una condotta santa e compiono opere di devozione a Dio, mentre aspettate e tenete bene a mente la presenza del giorno di Dio, mediante il quale i cieli saranno distrutti nelle fiamme e gli elementi si scioglieranno per l’intenso calore. Ma secondo la sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e una nuova terra, e in questi regnerà la giustizia.”

Matteo 24:42. 
“Vigilate, dunque, perché non sapete in quale giorno verrà il vostro Signore.”


Concludendo questo articolo devo dirvi che io non ho alcun dubbio sul fatto che proprio adesso si stia verificando una separazione tra coloro che si stanno svegliando, che stanno aprendo il proprio cuore e coloro che invece stanno dimostrando crudeltà verso il prossimo e la terra, immergendosi sempre più nel sonno della coscienza.

Il salmo 37, infine, è denso di informazioni confortanti e preziose per coloro che fra noi stanno provando timore:
Versi 1 e 2: 
Non indignarti a causa dei malvagi, e non essere invidioso di quelli che fanno ingiustizia.
Poiché si seccheranno rapidamente come l’erba, e come la nuova erba verde appassiranno.
Verso 3:
Confida in Dio e fa’ il bene; risiedi sulla terra e agisci con fedeltà.
Verso 5: 
Affida a Dio il tuo cammino e confida in lui, ed egli agirà in tuo favore.
Versi da 7 a 11:
Attendi Dio in silenzio; aspettalo fiducioso. Non indignarti per coloro che riescono nei loro inganni. Allontana l’ira e abbandona il furore; non indignarti e non fare il male, perché i malvagi saranno spazzati via, ma quelli che sperano in Dio erediteranno la terra.
Ancora un po’ e i malvagi non ci saranno più; guarderai verso il luogo in cui erano, e non li troverai. Ma i mansueti erediteranno la terra e proveranno immensa gioia nell’abbondanza di pace.

A me pare che il quadro sia assolutamente chiaro e non ci sia altro da aggiungere, non vi sembra?

27 marzo 2020

ACEDIA


Più triste della tristezza, “l’acedia” è quella forma particolare della pulsione di morte che introduce il disgusto e la stanchezza in tutti i nostri atti. Conduce alla disperazione, talvolta perfino al suicidio.
Nel linguaggio contemporaneo, parleremmo di depressione o di melanconia nell’accezione clinica del termine. Gli antichi Padri la chiamavano anche “il demone di mezzogiorno” e descrivevano con precisione quello stato in cui l’asceta, dopo aver conosciuto le consolazioni spirituali dell’inizio e il combattimento ardente della maturità, rimette in discussione tutto il suo cammino. È il grande dubbio: “Non avrò esagerato? A che serve tutto questo tempo passato nel deserto?” 
Non si prova più alcun piacere nella liturgia e negli esercizi spirituali e Dio appare come una proiezione dell’uomo, un fantasma, un’idea frutto di umori infantili; meglio allora lasciare la solitudine, essere utile nel mondo, fare qualcosa. Qualche volta “il demone di mezzogiorno”        inciterà l’uomo casto e sobrio a recuperare il tempo perduto nel campo della sessualità e delle bevande forti.

Anche Jung, nel suo processo di individuazione, ha descritto bene quel momento di crisi in cui l’uomo, spesso verso la quarantina, rimette in questione la sua vita. È un periodo in cui si può manifestare con violenza il ritorno di ciò che è stato represso, ma può essere anche il momento chiave di un passaggio verso una realizzazione più alta. Ai valori “dell’avere” si sostituiscono I valori “dell’essere” i quali orientano ormai la vita dell’uomo non più verso l’affermazione dell’ego ma, al contrario, verso la sua relativizzazione e la sua integrazione nell’archetipo della totalità che Jung chiama il Sé. Questo periodo è caratterizzato particolarmente da depressione. Tutti gli antichi sostegni o le antiche sicurezze vengono a mancare e niente sembra sostituire il bell’edificio crollato; se si cerca un aiuto o un conforto, ciò non fa che accrescere la disperazione e il sentimento di totale incomprensione al quale pare di essere condannati. 
I Padri del deserto raccomandano di pregare molto per quelli che sono colpiti da acedia: non si può fare altro. Consigliare il lavoro manuale non è poi di grande aiuto. Occorre tuttavia occupare la mente in mansioni semplici. Vivere il momento presente senza aspettare nulla né dal passato né dall’avvenire. “Ad ogni giorno basta la sua pena”. Al culmine dell’angoscia si tratta di tenere duro.  È il momento della fedeltà. Amare Dio non è più sentire che lo si ama, ma volerlo amare. È anche entrare nel deserto della fede. Si crede perché “si vuole” credere. I soccorsi della ragione sono come stampelle già bruciate nel fuoco della fatica e del dubbio. È il momento della maggiore libertà, in cui si può scegliere Dio o rifiutarlo.
È stato il demone  dell’acedia che si è impadronito di Giuda e di Pietro nel momento del loro tradimento? Molto probabilmente. Esso ha vinto Giuda e lo ha condotto alla disperazione e al suicidio: Giuda ha dubitato della misericordia di Dio. Pietro invece lo ha vinto in un atto di pentimento. Ha creduto che se il suo cuore lo condannava, Dio era più grande del suo cuore.
L’acedia può condurci all’inferno, nel senso che ci rinchiude in noi stessi. Non esiste più apertura o varco per l’amore. Non esiste più desiderio del desiderio dell’altro.

Di nuovo, I Padri ci ricordano che questa tentazione passerà; dura talvolta più a lungo delle altre, ma come tutto ciò che passa, passerà: non c’è dolore eterno, e colui che resiste deve sapere che questo demone non è seguito immediatamente da alcun altro; dopo la lotta subentra nell’anima uno stato di pace e una ineffabile gioia.

(tratto da "L'Esicasmo" di Jean-Yves Leloup)

20 marzo 2020

IL GIORNO DELL’IRA DELLA TERRA



“Non mi svegliate, ve ne prego, ma lasciate che io dorma questo sonno…” recitano i versi di una canzone molto nota negli anni “70: questo è quel che sperano tanto le persone che dormono il sonno della coscienza. Ma il sonno della coscienza genera mostri e mostruosità; la terra, il nostro saggio e bellissimo pianeta, è giunto alla fine di un ciclo in cui ha tollerato per lungo tempo ogni genere di soprusi, violenze, criminalità, guerre tra gli uomini e sfruttamento e abusi nei confronti dell’ecosistema. Come ho detto in un articolo precedente attualmente vengono messe in atto strategie per eliminare coloro che non si prendono cura della Terra; so che non siete abituati a parole così crude e dirette ma sarà meglio che vi diate una scrollatina per uscire dal sonno.
Ecco altre informazioni per voi.

Terremoti ed epidemie
Esistono statistiche dettagliate le quali dimostrano che cataclismi come terremoti, eruzioni o maremoti, sono aumentate grandemente a partire dagli inizi del secolo scorso e che questi eventi sono stati molto più numerosi negli scorsi 150 anni che nel resto della storia documentata.
Ad esempio, in un periodo di 1.059 anni (dall’856 al 1914) fonti attendibili elencano solo 24 grandi terremoti, con 1 milione 973.000 morti. Ma confrontando queste cifre con un’altra lista parziale, troviamo che 1 milione 600.000 persone morirono in soli 63 anni, in 43 terremoti, verificatisi dal 1915 al 1978”.

I Cavalieri dell’Apocalisse
Le epidemie che si stanno verificando nei nostri giorni a livello mondiale dimostrano chiaramente che la profezia riguardo al cavaliere sul cavallo pallido si sta adempiendo. I quattro cavalieri possono sembrare misteriosi e terrificanti, ma non è necessariamente così. La Bibbia e gli avvenimenti della storia moderna ci aiutano a identificare con chiarezza che la loro corsa indica che la terra sarebbe stata colpita da calamità ma che questa può anche significare una buona notizia per coloro che stanno aprendo il loro cuore e si stanno destando dal sonno della coscienza.
Quando è iniziata la cavalcata di questi cavalieri? È da notare che il primo cavaliere, Gesù, inizia la sua corsa quando riceve una corona (Rivelazione 6:2). Quando è stato incoronato Gesù come Re in cielo? Non quando è tornato in cielo dopo la sua morte. La Bibbia spiega che Gesù avrebbe dovuto aspettare per un periodo (Ebrei 10:12, 13). Gesù spiegò ai suoi discepoli come capire che il periodo d’attesa era finito e che lui aveva iniziato a regnare in cielo: le condizioni del mondo sarebbero decisamente peggiorate. Ci sarebbero state guerre, carestie e pestilenze (Matteo 24:3, 7; Luca 21:10, 11). Subito dopo la prima guerra mondiale scoppiata nel 1914, divenne evidente che per l’umanità era iniziato quel periodo turbolento che la Bibbia chiama “ultimi giorni” (2 Timoteo 3:1-5).

IL CAVALIERE DEL CAVALLO ROSSO
“Uscì un altro cavallo, color fuoco; e a colui che vi sedeva sopra fu concesso di togliere la pace dalla terra affinché si scannassero gli uni gli altri; e gli fu data una grande spada” (Rivelazione 6:4).
Questo cavaliere rappresenta la guerra. Come viene detto, toglie la pace non solo da alcune nazioni, ma dall’intera terra. Nel 1914, per la prima volta nella storia, scoppiò una guerra mondiale, seguita poi da una seconda guerra mondiale ancora più distruttiva. Si stima che il numero totale delle vittime di guerre e conflitti armati dal 1914 superi i 100 milioni. 
Fino a che punto la guerra caratterizza i nostri giorni? Per la prima volta nella storia, l’umanità sembra essere in grado di sterminare la vita umana. Neanche le cosiddette organizzazioni per la pace, come le Nazioni Unite, sono state capaci di fermare la corsa del cavallo rosso.

IL CAVALIERE DEL CAVALLO NERO
“Vidi, ed ecco, un cavallo nero; e colui che vi sedeva sopra aveva in mano una bilancia. E udii una voce come in mezzo alle quattro creature viventi dire: ‘Una chenice di grano per un denaro, e tre chenici di orzo per un denaro; e non danneggiare l’olio e il vino’” (Rivelazione 6:5, 6).
Questo cavaliere rappresenta la carestia. Qui leggiamo che il cibo sarebbe stato così scarso che una chenice (1,08 litri) di grano sarebbe costata un denaro, ovvero il salario di un’intera giornata nel I secolo (Matteo 20:2). Per lo stesso prezzo si sarebbero potute comprare tre chenici (3,24 litri) di orzo, un cereale considerato inferiore al grano. Come avrebbe potuto una famiglia numerosa sfamarsi con così poco? Le persone vengono quindi esortate a essere parsimoniose nell’usare persino i generi alimentari di prima necessità, ben rappresentati dall’olio di oliva e dal vino, che in quell’epoca erano alimenti base.
Ci sono prove che dal 1914 il cavaliere del cavallo nero è al galoppo? Sì. Durante il XX secolo, circa 70 milioni di persone sono morte a causa di carestie. Secondo un rapporto, “dal 2012 al 2014, 805 milioni di persone nel mondo, circa una su nove, erano cronicamente denutrite”. Un altro rapporto afferma che “la fame miete ogni anno molte più vittime di AIDS, malaria e tubercolosi messe insieme”. Nonostante i molti sforzi sinceri fatti per combattere la fame, il cavaliere del cavallo nero continua la sua corsa.

IL CAVALIERE DEL CAVALLO PALLIDO
“Vidi, ed ecco, un cavallo pallido; e colui che vi sedeva sopra aveva nome la Morte. E l’Ades lo seguiva da vicino. E fu data loro autorità sulla quarta parte della terra, per uccidere con una lunga spada e con la penuria di viveri e con una piaga mortale e mediante le bestie selvagge della terra” (Rivelazione 6:8).
Il quarto cavaliere rappresenta la morte causata da epidemie e altro. Subito dopo il 1914, l’influenza spagnola ha ucciso decine di milioni di persone. È possibile che le persone contagiate siano state circa 500 milioni, più o meno un terzo della popolazione mondiale di quell’epoca.
L’influenza spagnola comunque fu soltanto l’inizio. Gli esperti stimano che durante il XX secolo siano morte centinaia di milioni di persone a causa del vaiolo. Nonostante ricerche mediche mirate, ancora oggi AIDS, tubercolosi e malaria tolgono la vita a milioni di persone.
 Guerra, fame o malattie producono lo stesso risultato: la morte. L’Ades miete vittime inesorabilmente, senza offrire nessuna speranza.

Ma dobbiamo rassegnarci a questa desolazione? Scopriamo cosa promette la Bibbia.
Al posto della guerra, regnerà la pace. Dio “fa cessare le guerre fino all’estremità della terra. Frantuma l’arco e taglia a pezzi la lancia” (Salmo 46:9). Le persone che amano la pace “proveranno squisito diletto nell’abbondanza della pace” (Salmo 37:11).
Al posto della carestia, ci sarà cibo in gran quantità. “Ci sarà abbondanza di grano sulla terra; in cima ai monti ci sarà sovrabbondanza” (Salmo 72:16).

Dice la scrittura di 1 Giovanni 2:17: “Inoltre il mondo passa, come pure i suoi desideri, ma chi fa la volontà di Dio rimane per sempre.” Il Salmo 37:29 lo conferma con queste parole: “I giusti stessi possederanno la terra, e risiederanno su di essa per sempre”.
“Cercate Dio, voi tutti mansueti della terra. Cercate la giustizia, cercate la mansuetudine. Probabilmente potrete essere nascosti nel giorno dell’ira di Geova” (Sofonia 2:3)

In questi tempi di pandemia tutti auspicano il ritorno alla normalità….ma io dico: “No, per carità!”
Normalità è tutto quel che dobbiamo smettere di fare come genere umano, normalità è incoscienza e nefandezze di ogni genere!
Ci stiamo avvicinando a grandi passi ad una nuova età dell’oro; il nostro compito è coltivare la realizzazione di essa nel nostro cuore abbandonando la meccanicità e insegnando il lavoro su di sé a chi ci circonda; così possiamo essere protetti nel giorno dell’ira di Dio e della sua creatura, la terra.