Il fondamento su cui ho basato il mio recente lavoro è stato
precedentemente edificato con materiale decisamente affidabile. Questi sono
alcuni dei mattoni principali:
- · Io sono un’anima
- · Metto al primo posto il Regno e tutte le altre cose sono aggiunte
- · Amo il mio prossimo come me stesso
- · Il mondo è plasmato da me
- · Il tempo, così com’è comunemente considerato, non esiste.
Dal 2013 ho pubblicato già numerosi articoli aventi lo scopo
di destarvi dal sonno della coscienza e spronarvi all’azione. *
Esiste il pericolo di situarsi in una zona di “parcheggio”
in cui ci si convince di essere al sicuro e liberi dall’angoscia esistenziale
sperimentata per tanti anni quando “eravamo nel
mondo e del mondo”.
Ma siete certi di esserne usciti? Se non vi sentite
costantemente gioiosi e desiderosi di aiutare i vostri simili vi trovate
probabilmente in zona franca, una sorta di mondo virtuale apparentemente privo
di pericoli e della cui esistenza è molto difficile accorgersi.
“Non ho tempo, non ho abbastanza energia, tengo famiglia, non
possiedo sufficienti risorse economiche per dedicarmi al prossimo, sono caduto
dal seggiolone da bambino” sono tutte scuse puerili che non reggono di fronte
all’urgenza di impegnarsi nel cammino della salvezza verso il risveglio della
coscienza.
Questo non è il tempo di continuare a indugiare impastoiati
nella sfiducia, il dubbio e l’incertezza sul da farsi.
Anestetizzarsi
Muovendosi su questo pianeta s’incontrano individui con
stati di coscienza molto variegati: alcune persone risvegliate che conoscono
esattamente il loro compito, molti altri sul cammino del risveglio e infine la
stragrande maggioranza della gente completamente assopita e dedicata a una vita
incentrata su se stessi.
Per i primi l’esistenza è una continua sorpresa dove gioia e
avventura sono condizioni pressoché permanenti. Per gli ultimi la vita è un
incubo impregnato di precarietà e angoscia esistenziale. E voi, che appartenete
alla categoria centrale, come vi sentite?
Forse avete ancora paura e vi sentite in balia di eventi che
non riuscite a gestire; le cose importanti le conoscete ma non siete ancora
riusciti a viverle, a comprenderle, a lasciarvi andare al loro flusso
armonioso. Molti di voi avvertono grandi pressioni emotive e mentali, alcuni si
sentono soli, altri sono molto confusi. Probabilmente anelate da tempo alle
condizioni di vita di cui avete sentito parlare dai Maestri nelle loro opere
scritte, o da insegnanti nei seminari che seguite o da ciò che trovate in rete.
Eppure, nonostante tutto il vostro impegno, vi sentite in
una sorta di limbo da cui non riuscite a uscire.
A mio avviso molti fra voi si comportano in realtà ancora
come le persone che non frequentano più; magari le scelte quotidiane sono
diverse ma il sentimento con cui le fate è ancora quello antico, impregnato di
paura e rassegnazione.
Nella mia esperienza ho visto che l’uomo che dorme è
impegnato in un’attività continua di distrazione dal vero sé e dal disagio
interiore. Particolarmente ora, in questo momento epocale di passaggio, dove
sono presenti energie particolari, le persone cercano rifugio in cose che sono
in grado di dare solo sollievo temporaneo.
Tutti si dedicano ad attività o sostanze anestetizzanti: c’è
chi si dedica compulsivamente al lavoro, al sesso o agli acquisti, c’è chi si
distrae con la televisione, il computer, gli hobby o le vacanze; c’è infine – e
di questo ho fatto maggiore esperienza nella mia pratica lavorativa – chi si
allontana dalla sua angoscia, dai suoi rimorsi e rancori, con l’assunzione di
sostanze voluttuarie, psicofarmaci e con l’abuso di cibo.
Alla ricerca
dell’ebbrezza
Una cosa che continua a sorprendermi quando entro in una
tabaccheria o un bar è la quantità di persone che si dedicano alle slot-machine
o che acquistano dei “gratta e vinci”. Vi sarete accorti che negli ultimi anni
questo fenomeno è cresciuto in modo esponenziale e questo perché è aumentato
enormemente il disagio psichico.
Mi sovvengono due scene dal film Il Cacciatore, di Michael
Cimino, incentrato sulla guerra tra Vietnam e Stati Uniti. Nella prima, un
gruppo di soldati americani in mano ai vietnamiti vengono sottoposti a tortura
e obbligati a giocare fra loro alla roulette russa; nella seconda scena, il
gruppo di soldati e amici è rientrato in patria tranne uno che, rimasto in
Vietnam, perso nel suo enorme disagio post-bellico, si sta rovinando la vita
con l’alcol, le droghe e il gioco d’azzardo. Come un automa egli ripropone a se
stesso il trauma vissuto in precedenza: ogni giorno ricerca l’ebbrezza in uno
squallido locale dove, finalmente al centro dell’attenzione di qualcuno,
rischia ancora la vita con la roulette russa. De Niro ritorna a cercarlo ed è
disposto a tutto pur di salvarlo.
Questo è uno spezzone del film in questione:
Respiriamo e ci muoviamo in un mondo di morti viventi,
persone smarrite che soffrono costantemente le pene dell’inferno; ora, siccome
voi siete a conoscenza almeno in parte della verità che può renderle libere, è
giunto il momento di mollare le vostre elucubrazioni mentali, le vostre
emozioni disabilitanti e vi diate da fare, perché “Chi conosce il bene e non lo
fa, commette peccato” (Giacomo 4:17)
“Non fare”
Già, ma allora come devo muovermi? Molti fra voi se lo chiedono
da tempo; secondo me dovreste rallentare il ritmo, smettere di cercare,
smettere di aggiungere. Forse dovreste semplicemente togliere.
Personalmente, quando sento che il mio centro è in pericolo,
smetto di agire, di pensare, di muovermi, di mangiare: semplicemente cesso ogni
attività e, come per magia, in breve tempo tutto ritorna armoniosamente in
equilibrio.
Se volete uscire dalle sabbie mobili affidatevi al Divino e
certamente l’esistenza si prenderà cura di voi. Allora, dopo aver fatto pulizia
dei vostri disagi interiori, dopo aver ripulito le memorie disabilitanti, l’esistenza
potrà finalmente affidarvi i compiti che voi stessi avete scelto per voi.
“Tenete la mente rivolta alle cose di sopra, non alle cose
della terra” (Colossesi 3:2)
Enrico D’Errico
egosumanima
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