continua da “Fuoco
attira fuoco” pubblicato su fb
https://www.facebook.com/groups/risveglioroma/ il 24 agosto c.m.
https://www.facebook.com/groups/risveglioroma/ il 24 agosto c.m.
Vi prego di prestare a quest’articolo più che la solita
attenzione perché esso tratta di informazioni della massima importanza.
Molti di noi sono sulla strada del Risveglio ed è chiaro che
siamo anime; noi siamo Dio e ci frammentiamo in unità che si incarnano, vita
dopo vita, per fare esperienza di ciò che siamo passando attraverso ciò che non
siamo. Nel processo dell’incarnazione giungiamo a dimenticarci di essere Dio,
il Padre e ci identifichiamo sempre più col corpo scelto per fare esperienza
sul piano della materia. Giunti nel punto più lontano dalla presenza di Dio –
ciò che nella parabola del figliol prodigo viene chiamato “porcile” - la grazia
divina ci viene finalmente in soccorso riportandoci a casa.
Per quanto grandi possano essere le prove alle quali ci
sottoponiamo/veniamo sottoposti, esse non sono mai oltre ciò che siamo in grado
di sopportare e superare. (1° Corinti 10:13)
Quando dopo un lungo lavoro su di sé, fatto d’impegno
costante di osservazione, studio di testi sacri ed esoterici, cura di sé
mediante buon cibo sia fisico che spirituale come musica, film o altro
materiale ispirato, dopo essere forse stati in contatto diretto con coloro che
già hanno raggiunto il Risveglio, dopo che ci siamo dedicati con costanza e
fiducia incrollabile alla preghiera, ecco finalmente che la Grazia del divino
arriva e, impregnandoci del suo calore salvifico, scioglie il ghiaccio che avviluppa il nostro cuore: esso
finalmente è libero di espandersi e aumentare la nostra capacità di amare e
abbandonare al paura.
Esiste però un pericolo: il dimenticare che comunque, qui
sulla terra, siamo in fondo solo strumenti di espressione del divino.
Esiste un equilibrio sottile che a volte si spezza e l’ago
della bilancia pende verso l’orgoglio, l’arroganza, la presunzione.
Il senso di lavoro comunitario, tanto raccomandato dai
Maestri, si perde, viene abbandonato a favore dell’indipendenza, dimenticando
che siamo Uno e non è proprio possibile essere separati dal tutto che siamo. Se
non interviene qualcuno o qualche fattore a destarci dal mondo illusorio che ci
siamo creati, si arriva a sperimentare ciò che nelle scuole di Risveglio viene
chiamata “doppia cristallizzazione”, stadio in cui si presume di non aver
bisogno degli altri e ci si arrocca in se stessi. Coloro che desiderano
aiutarci a uscire da questa pericolosissima condizione sono visti come nemici,
come spregevoli creature che non capiscono nulla e non vedono quanto siamo
“belli, potenti e divini”.
Questo discorso vale singolarmente per ogni essere umano ma,
come ho introdotto nell’articolo “Fuoco attira fuoco”, si applica anche a
livello delle nazioni.
Gli Stati Uniti d’America sono uno dei massimi esempi di orgoglio
e indipendenza mai verificatisi sul pianeta. Come ai tempi della torre di
Babele (Genesi cap. 11) quando Dio intervenne per confondere le lingue di
coloro che stavano costruendo il loro totem idolatrico per gloriare se stessi e
la loro presunta potenza, anche le torri gemelle a Manhattan, il più importante
centro economico di potere al mondo, sono state costruite con il medesimo
scopo: dimostrare la propria supremazia e intimidire le nazioni avversarie.
Il capitolo di Genesi dice: “Ora dissero: “Suvvia! Edifichiamoci una città e anche una torre con la
sua cima nei cieli, e facciamoci un nome celebre, affinché non siamo dispersi
su tutta la superficie della terra”.
Secondo tradizioni come il Feng-shui o la Filosofia
macrobiotica, esistono due forze antagoniste e complementari definite Yin e
Yang. Quando una di esse prevale troppo sull’altra, l’Esistenza deve per forza
ricreare equilibrio. Manhattan è un’isola, una terra “isolata”, separata; una
porzione di pianeta in cui si è venuto a creare un enorme scompenso a favore dell’energia
Yang, di calore, di fuoco. Simbolicamente parlando, è come se il terreno
dell’isola fosse stato spremuto, sottoposto a pressione simile a quella che
crea l’innalzamento delle montagne; questo è ciò che ha generato l’edificazione
delle twin towers, potente totem avente lo scopo di intimidire e creare
sudditi, uomini automi: in definitiva nuovi schiavi ubbidienti!
…prosegue in “L’orgoglio è prima del crollo 2”