17 dicembre 2014

Lo zen e l’arte di Ettore Petrolini



E’ da molti anni che conosco una simpatica filastrocca di Ettore Petrolini, uno straordinario artista del varietà nato a Roma nel 1884:
“Son contento di morire ma mi dispiace, mi dispiace di morire ma son contento”.
Ad un ascoltatore disattento potrebbe sembrare un sciocchezza qualsiasi, eppure qui è nascosto un significato "esoterico" prezioso, la lotta tra attaccamento e imperturbabilità, tra possessività e beatitudine: una visione della vita decisamente taoista!
Naturalmente sto scherzando e in realtà questa filastrocca ricorda più il comportamento di una persona schizofrenica, un individuo con due personalità o due modalità di comportamento in antitesi.

Forse questo è un atteggiamento comune alla grande maggioranza delle persone che vive nel mondo cosiddetto civilizzato.


Enrico D'Errico

 egosumanima

13 dicembre 2014

L’IMPORTANZA DELLE NOSTRE SCELTE QUOTIDIANE

Per iniziare quest’articolo prenderò spunto da 
un articolo di Salvatore Brizzi pubblicato quest’anno.


“Secondo le testimonianze presenti negli Atti di Pietro, durante la prima persecuzione contro i cristiani, quella ordinata dall'imperatore Nerone (37 – 68), l’apostolo Pietro (in origine si chiamava Simone, ma ricevette da Gesù stesso il nome di Kefa, che in aramaico significa per l’appunto "roccia") sta fuggendo da Roma per evitare il martirio, quando sulla via Appia gli appare la figura di Gesù, vestito da viandante, che cammina nella direzione opposta alla sua: verso la città.Quo vadis, Domine? (Signore, dove vai?) chiede l'apostolo.Eo Romam, iterum crucifigi! (Vado a Roma, per essere nuovamente crocifisso!) gli risponde Gesù.Pietro scoppia in lacrime e comprende che Gesù, con questo segno, gli chiede di non fuggire al suo destino, ma di ritornare a Roma e accettare il martirio. Secondo la tradizione, sarà crocefisso a testa in giù, su sua richiesta, non sentendosi degno di morire nello stesso modo del suo maestro.Questo è un episodio che fin da bambino mi ha sempre sconvolto!Pietro, pur essendo oramai impregnato degli insegnamenti del suo maestro, pur essendo diventato un iniziato a sua volta, pur avendo trasferito a migliaia di persone gli insegnamenti del Cristo, quando si accorge che la sua vita è in pericolo a causa delle terribili persecuzioni imposte da Nerone nella città di Roma, decide di fuggire, come è umanamente normale, come probabilmente avremmo fatto anche noi nei suoi panni.Ma gli appare Gesù, che non lo aiuta a scappare, né gli ordina di rimanere, ma con un gesto altamente simbolico, che ho sempre trovato di un’eleganza e di una forza immense, gli fa capire che A CAUSA DELLA SUA SCELTA lui adesso dovrà andare a Roma e farsi crocifiggere una seconda volta!”



Avete sicuramente notato che a causa della scelta di Pietro, Gesù si stava recando a Roma per farsi crocifiggere una seconda volta.
Non so se qualcuno di voi ha mai valutato le proprie azioni quotidiane pensando alle conseguenze che queste recano sul Cristo e su tutto il genere umano. Forse abbiamo in parte capito che ogni nostra scelta si riverbera sullo stato di salute del pianeta e dei suoi abitanti, ma abbiamo mai pensato che se rinunciamo al nostro compito, se non teniamo fede al nostro impegno come soldati di Gesù, egli sia costretto a farsi crocifiggere di nuovo ogni volta?

Quando l’esercito di una nazione è guerra, un soldato che diserta viene punito severamente, a volte con la privazione della sua vita.
Certo, se quando per viltà, incoscienza o ignoranza una persona comune non fa la volontà del Signore, forse nessuno gli potrà rimproverare nulla; ma noi non siamo nella stessa condizione delle persone del mondo: noi conosciamo la Verità. Chi più, chi meno, siamo dotati di una coscienza risvegliata e dovremmo sapere che, una volta “arruolati nell’esercito del Cristo”, una volta che conosciamo le regole non possiamo infrangerle senza conseguenze.

E quali sono queste conseguenze?
Per ciascuno di noi, ogni volta che rinunciamo all’impegno di proclamare ciò che abbiamo in cuore, ogni volta che, in circostanze difficili, non usiamo la nostra spada con la dignità necessaria per difendere la Verità o aiutare i nostri simili in difficoltà, quel che accade è un’immediata diminuzione di energia e di livello di coscienza. Lo stato di grazia in cui normalmente ci sentiamo, fino a che non è di natura stabile, fino a che non possediamo davvero un centro di gravità permanente, subisce fluttuazioni o addirittura può cessare se non accettiamo volentieri la nostra croce e non seguiamo di continuo Gesù (Luca 9:23).
Ognuno di noi deve rendersi conto che maggiore è lo stato di coscienza acquisito, maggiori sono le responsabilità che abbiamo e le prove cui verremo immancabilmente sottoposti.

Salvatore aggiunge:
“L’atteggiamento di Pietro/Kefa non è ancora quello del Monaco Guerriero. Ha ancora paura. Non vuole morire definitivamente. E solo chi è davvero morto può trasmettere la Vita, come insegnava Gesù. Se avete davvero deciso che esiste solo il Padre e non voi come entità separate, allora il martirio – fisico o psicologico che sia – è ciò che vi aspetta.Se la malattia o lo scandalo sono crocifissioni personali, la crisi economica e la guerra rappresentano crocifissioni nazionali, di massa. E questo è un periodo di crocifissione per la nostra intera società. Dobbiamo necessariamente passare tutti attraverso il martirio, per consumare e trasmutare ogni genere di attaccamento e paura. Questa società morirà, e morirà dopo un lungo martirio. Allora, e solo allora, potrà verificarsi la resurrezione di una società nuova.E se Pietro non ha compreso tutto questo, Gesù è costretto, pazientemente, a farsi crocifiggere di nuovo.”

L’invito di Gesù è quindi quello di perseverare nelle prove, anche quelle piccole della nostra quotidianità: solo così possiamo andare fieramente a testa alta in mezzo ad un mondo in disfacimento, solo così possiamo continuare a ricevere le benedizioni necessarie per proseguire il nostro cammino.

Enrico D'Errico
 egosumanima




11 dicembre 2014

PERSEVERARE NELLE PROVE



Siamo davvero alle soglie di un nuovo sistema di cose, il Regno in cui molti di noi, con la loro coscienza rinnovata, già stanno vivendo.
Ma come affrontare i pericoli e le trappole disseminate lungo il cammino verso il Risveglio?

Viviamo circondati da persone che sono permanentemente insoddisfatte, uomini e donne che trascorrono il loro tempo lamentandosi di continuo. Essi non si accorgono che facendo questo perdono energia e cadono sempre più in profondità in una spirale discendente, in un circolo vizioso dove effettivamente tutto sembra non funzionare come dovrebbe. 


Molti di noi vivono in contatto con familiari, amici, datori di lavoro la cui principale occupazione quotidiana è lamentarsi; abbiamo quindi un compito davvero impegnativo e mantenere desto il nostro sguardo verso il Regno non sempre è cosa facile.
State attenti fratelli a non cadere nella trappola, a non farvi intossicare dal veleno mefitico delle loro emanazioni emotive!
Le persone non capiscono il nostro stato di coscienza, ne sono turbate e le loro parole nei nostri confronti sono a volte molto incisive e scoraggianti. 
Come dice William Shakespeare "Quando siamo troppo coinvolti, la mente impazzisce."
Quindi, pur conservando uno sguardo empatico e compassionevole, cercate di mantenere una certa distanza e
non prestate ascolto a quel che dicono ma continuate a tenere lo sguardo alle cose del cielo.

Ultimamente ho imparato una cosa molto semplice: in molti casi le parole hanno un effetto controproducente. Cercate di osservarvi quindi, restando in silenzio. Il vostro tacere vale molto di più di mille parole; so che siete animati dalle migliori intenzioni ma, se potete, restate in silenzio e NON CONTRADDITE MAI!
Il comportamento di queste persone sprezzanti mi ricorda un passo tratto dai libri dell'Agni Yoga:
Hanno detto: "Da ogni parte c'è la luce di Dio". Ma gridano gli uomini tutti: "Dov'è quella luce?" L'ignaro guarda a ogni parte, a destra, a sinistra; ma dice una Voce: "Guarda soltanto, senza destra e sinistra!".
Fate allora questo: annegate la loro mediocrità nella vostra bellezza!
Il nostro caro amico Salvatore Brizzi pubblicò l'11 febbraio del 2011 il post "Al fast food con gli amici": rileggetelo perché è davvero illuminante...

So che a volte vi sentite molto frastornati e abbattuti; avete la sensazione che il divino sia molto lontano da voi e siete come smarriti, ma... 
..."Quando le voci in te parlano di fine, quando la mente dice che hai perduto, quando credi che sia impossibile… eppure prosegui, ti sollevi sulla tua spada e fai ancora un altro passo:                                                         Lì è dove termina l’uomo,                                                            Lì è dove comincia Dio"

Paolo, nella lettera ai Romani, al capitolo 12, dice: 
Quindi vi supplico per le compassioni di Dio, fratelli, di presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio, sacro servizio con la vostra facoltà di ragionare...
Con amore fraterno abbiate tenero affetto gli uni per gli altri...
Rallegratevi nella speranza. Perseverate nella tribolazione. Siate costanti nella preghiera.
Continuate a benedire quelli che vi perseguitano; benedite e non maledite.                                               Non rendete a nessuno male per male. Provvedete cose eccellenti davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, siate pacifici con tutti gli uomini. Non vi vendicate, diletti, ma fate posto all’ira; Ma, “se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli qualcosa da bere; poiché facendo questo accumulerai carboni ardenti sulla sua testa”. Non farti vincere dal male, ma continua a vincere il male col bene.

Concludo l'articolo con la scrittura di 1° Corinti capitolo 15, verso 58:
"Quindi, miei diletti fratelli, divenite saldi, incrollabili, avendo sempre molto da fare nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana riguardo al Signore."

Enrico D'Errico

5 dicembre 2014

LEGGERE




“Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire.” Marguerite Yourcenar 
Davvero molto interessante questa considerazione ma... è davvero necessario “ammassare riserve”? Vi sembra forse che ci troviamo "nell'inverno dello spirito"?

Non c'è dubbio che la Yourcenar sia stata una delle maggiori scrittrici del '900: colta, intelligente, sensibile e grande conoscitrice della psiche umana.
Nelle pagine delle "Memorie di Adriano", il romanzo storico più noto, il suo modo di descrivere il carattere dell'imperatore romano è in grado di farci quasi dimenticare che lei, Adriano, non ebbe mai l’occasione d’incontrarlo di persona.

Tuttavia, anche solo considerando lo scritto riportato all’inizio di quest’articolo, è possibile notare uno spirito deluso, triste, incapace di cogliere bellezza anche nelle circostanze particolari in cui si trova il nostro pianeta.
Certo non v’è dubbio che, da un certo punto di vista, l’ignoranza e la grossolanità siano imperversanti in questo momento storico; come negare quindi che l’umanità stia attraversando un inverno dello spirito? Gli indizi ci sono tutti!
Ma un fenomeno va sempre considerato in un contesto ampio, sia nel tempo che nello spazio, altrimenti si rischia di avere una visione molto limitata e limitante.
Nell’arco dell’evoluzione della nostra terra, quanto attualmente sta accadendo era non solo prevedibile ma anche necessario per permettere la conclusione di un ciclo in cui arrivare al massimo grado possibile d’insensatezza e incoscienza.

In realtà, con uno sguardo diverso da quello utilizzato dalla scrittrice, è possibile cogliere gli indizi del sopraggiungere di un nuovo sistema di cose dove l’umanità sarà portatrice di arte,
bellezza e altre superbe qualità che già molti individui fra noi stanno manifestando, come la lealtà, l’audacia, la perseveranza, la compassione, la grazia, la longanimità, la lungimiranza, l’accoglienza, la pazienza, la fiducia, la tenerezza, la mitezza, la misericordia, l’imperturbabilità, la generosità e altre infinite e sublimi caratteristiche che impregnano ogni pensiero, ogni parola e ogni azione dei Guerrieri, Uomini e Donne al servizio dell’Opera Sacra.

Noi non abbiamo bisogno di “ammassare riserve contro l’inverno dello spirito”: esso non ci fa alcuna paura! Noi prendiamo atto che molti umani, fratelli e sorelle, sono persi nello spirito della scontentezza, della precarietà e della sopravvivenza; ma il nostro sguardo è fermo sulla luce che, sebbene ancora apparentemente debole, già illumina i cuori e li fa ardere di un fuoco inestinguibile. Con questo fuoco possiamo forgiare spade in grado di squarciare il velo dell’ignoranza e permettere alla Verità di inondare il pianeta.

Enrico D’Errico

 egosumanima