29 giugno 2014

La Vita Reale


Ci sono giorni, e questo è proprio uno di quelli, mie care sorelle, fratelli e amici, nei quali io mi sento particolarmente “uno” con voi; ed è così gradevole pensarvi, sapere che state facendo nelle vostre case le comuni cose che faccio anch’io, come spogliarmi e vestirmi, lavarmi la faccia al mattino, aprire le finestre per cambiare aria alla stanza dove ho trascorso la notte….
A uno sguardo distratto queste parole possono sembrare banali o prive di significato, ma sono sicuro che invece molti fra voi percepiranno il senso di trepidazione con cui scrivo, leggeranno fra le righe anche ciò che scritto non è.

Mi trovo in un piccolo paese in provincia di Belluno, a circa 60 chilometri da Cortina d’Ampezzo; anche a Roma o Milano mi è possibile raggiungere simili stati di beatitudine ma la montagna o la campagna mi sono più favorevoli. Spesso, a chi frequento più intimamente, racconto di aver vissuto 25 anni in campagna e due anni sul mare, in una barca, da solo.
So bene che, ogni tanto, se voglio veramente centrarmi ed elevare ulteriormente la mia consapevolezza, è necessario che abbandoni il ritmo intenso della vita metropolitana, che mi allontani da tutti coloro che si ostinano a dormire, chiusi nella loro gabbia dorata.

Proprio in merito a questo aspetto, tra i libri trovati nella casa che mi ospita, sto rileggendo “La vita reale” di George I. Gurdjieff.                                                                                                                                                                                                                            
Dalla pagina 21 del testo edito da Europa Libri trascrivo quanto segue:

‘Lavorando e vegliando costantemente su me stesso, senza pietà per le mie debolezze naturali, ero giunto ad ottenere quasi tutto ciò che all’uomo è possibile; in alcuni campi ero giunto perfino ad un potere che forse non era mai stato raggiunto, neppure nelle epoche passate. Per esempio, avevo sviluppato il potere del mio pensiero ad uno stadio tale che ero capace di accumulare in un giorno una forza vitale di tale intensità che potevo addormentare un elefante nel giro di cinque minuti.
Tuttavia, malgrado tutti i miei desideri e i miei sforzi, non potevo ancora riuscire, durante lo svolgimento della vita in comune con gli altri, a “richiamarmi a me stesso” e a manifestarmi non secondo le tendenze della natura, ma secondo le direttive del cosciente in stato di raccoglimento.
Non potevo arrivare ad un grado di “richiamo di sé” tale da impedire al corso delle associazioni che si sviluppavano automaticamente dentro di me di dipendere da certi fattori indesiderabili della mia natura che mi erano stati trasmessi ereditariamente.’

Molto interessante, vero?
Quindi mi pare che in questo dettagliato resoconto di Gurdjieff possano essere messi in risalto due aspetti: del primo ho già accennato quando ho affermato di avere difficoltà a mantenere o ritrovare il mio centro se vivo per troppo tempo sempre e solo a contatto di persone prive di equilibrio e che dormono il sonno della coscienza.
Il secondo aspetto - che aggrava il primo - riguarda il fatto che nei nostri corpi sono anche presenti aspetti caratteriali ereditati dai nostri antenati.

Sono da alcuni anni allievo di Alejandro Jodorowsky e rileggendo le parole di Gurdjieff mi rendo conto di quanto fosse avanti nel tempo con il suo tipo di ricerca e sui risultati che aveva ottenuto in merito a ciò che ora viene chiamato “Psicogenealogia” o “Costellazioni familiari”. L’amico e compagno di viaggio Salvatore Brizzi ci ricorda però che il grande maestro armeno è morto settant’anni fa e il suo lavoro è morto con lui. 
Amo molto Gurdjieff e anche io, come Sbrizzi, probabilmente non sarei qui a parlare di certe cose con voi se non avessi letto i suoi testi e non mi fossi impregnato del suo spirito.
Certo è però che restare attaccati in maniera tenace e direi caparbia alla Quarta Via non può che recare danno e impedirci di scorrere col flusso dell’Esitenza e danzare al ritmo della Vita.

Enrico D’Errico
 egosumanima


Paro paro...

...vi riporto un articolo di Andrea Panatta. E' una cosa che faccio di rado, solo quando, come in questo caso, quanto ho letto mi è piaciuto parecchio ed è come se lo avessi scritto io stesso!

... di alcune trappole, della medicina di Hamer e del nostro modo di evadere dalla realtà

"Mi sembra di aver detto tutto...". Rispondo così a chi mi chiede perchè non scrivo quasi più su questo blog. Mi pare di aver esplorato tutto quello che era nelle mie corde esplorare e soprattutto mi pare di essermi chiarito un concetto fondamentale per tutto quello che riguarda la cosiddetta spiritualità: la spiritualità è, a conti fatti e per molti, una vera e propria fuga. Fuga dalla realtà, dalla vita, dalla propria incapacità di accettare la vita stessa per come è. Lo stesso è stato per me, per molto tempo. Fin quando uno si riempie la testa con concetti altisonanti come la legge di attrazione, la coscienza che crea la realtà, l'essere uno e la 'nuova' coscienza, sembra tutto bello, semplice, inebriante. Poi c'è la vita reale. Con il suo carico di cose strane, di contraddizioni e di eventi che sono fuori dalla nostra capacità di controllare. In questo modo ci siamo costruiti spesso e volentieri un'altra gabbia... dorata, ma pur sempre gabbia. La gabbia era fatta di tutte le belle cose che i nostri insegnanti ci avevano detto, tutte quelle belle favolette che ci avevano e ci siamo raccontati pur di non fare l'unica cosa che dovevamo davvero fare, e cioè guardare ciò che c'è e da lì e solo da lì iniziare a trasformare. Quando si tratta di mettere in pratica il semplice atto di testimoniare la propria realtà senza volerla cambiare, uno dei passi fondamentali che Lester Levenson cercava di spiegare ai suoi studenti, entriamo in crisi. Facciamo sempre tutto con uno scopo in mente, un preciso obiettivo: modificare la realtà. Ma più ti incaponisci a volerla cambiare più la realtà sfugge, si dilata, peggiora, e sembra sempre rivoltarsi contro di te. Forze equilibratrici osserva Zeland. E questo ti farà reagire, ti farà intestardire sulle 'tecniche', su altri libri, su altri corsi. Cercherai un altro guru, un altro libro, scriverai frasi fiche su facebook per convincere te stesso e gli altri che hai capito, che stai lavorando su te stesso, che sei sulla strada... senza capire che questa è l'ennesima trappola della mente l'ennesimo scherzo dell'intelletto. Siamo tutti sempre in via di guarigione, si diceva in una scena di Fight Club e mi pare che sia un passaggio emblematico di questa fase della ricerca. A un certo punto, dopo aver fatto un corso con Claudio Trupiano sulle leggi biologiche scoperte dal dottor Hamer, mi è stato chiaro che il disastro si compie proprio quando si cerca disperatamente di cambiare la realtà, ad ogni costo, la malattia (che non è una vera e propria malattia) inizia nel momento in cui resisti alla realtà, in cui non sei flessibile. Quel corso ha unito tutto quello che avevo sempre sperimentato e letto con un'unica grande linea: dal Transurfing, alla tecnica dei rilasci, dallo Zen che praticavo a 20 anni, ai lavori sulla presenza di Eckart Tolle, fino all'Ho'oponopono. A un certo punto durante quei tre giorni faticosissimi dal punto di vista intellettuale, mi è stato tutto molto, molto chiaro. I casini si creano nel momento in cui lottiamo contro ciò che esiste ora, quando ci irrigidiamo in posizioni che cozzano contro la fluidità e la flessibilità che il flusso ci richiede. O come diceva anche Lester, si può risolvere ogni problema, quando c'è abbastanza amore per ciò che c'è, qualunque cosa sia. E non fraintendete: l'amore non è la soap opera (che è un'altra malattia dell'ego), non è romanticismo, non è sentimentalismo. L'amore è semplicemente accettazione, presenza, non giudizio. E mi è stato sempre più chiaro che l'azione senza sforzo, l'azione ispirata, non potrà mai arrivare fin quando teniamo così tanto all'ottenimento, alla persona, alla posizione economica e al successo. Nell'atto di dare un estremo valore a queste cose si creano immediatamente a livello biologico, attaccamenti, paure, lotta per la sopravvivenza, conflitti che ammalano, e studiare Hamer non può che confermare questo. Ecco perchè la spiritualità diventa l'ennesima menzogna che ci raccontiamo e ad un certo punto bisogna anche smetterla di ingozzarsi di nozioni, concetti, frasi fatte e belle citazioni. Fintanto che essa ci allontana dal riconoscere la nostra inadeguatezza e l'incapacità di essere nel mondo senza essere del mondo, per me è una fuga, pura e semplice. Nella spiritualità molti di noi hanno cercato il leader, il papà buono, il gruppo di sostegno, proiettando ogni volta il proprio potere, la propria paura di essere soli, di essere diversi, e cercando ogni volta di sentirsi speciali, unici. Ho sentito gente dire frasi come 'noi che stiamo crescendo non siamo più compatibili con quelli che sono ancora ancorati alla vecchia energia' frasi con le quali anche io a suo tempo mi riempivo la bocca con orgoglio. Ho visto gruppi che si sono creati con lo scopo di costruire una caverna nella quale rifugiarsi per sentirsi speciali, e ho capito che rischiavo di fare lo stesso con le mie idee, con la mia presunta autorevolezza che gli 'altri' iniziavano ad attribuirmi. Ma adesso le idee sono più chiare. Non c'è niente da cambiare, solo, forse, da accettare di più, da vivere di più. Mi sono reso conto che la vita in sé contiene già tutti i semi per la trasformazione, ma a forza di riempirci la testa di stupidaggini misticheggianti ce la siamo persa per strada. Non rinnego nulla di quello che ho scritto, detto o fatto finora, ma, sospetto che la vita reale, l'intensità delle cose e la realizzazione personale, stiano da qualche altra parte."


"Io sono l'io, io avanzo dal vuoto verso la luce.
Io sono il respiro che nutre la vita.
Io sono quel nulla, quella vacuità che va oltre tutta la coscienza"


(Io sono l'io, preghiera di apertura del processo di Ho'oponopono)

25 giugno 2014

A volte sei tempesta

A volte sei tempesta ma dura appena un attimo, poi torna la dolcezza e tutto è ancora intatto.
Non cedere alla mente che cerca d’ingannarti, più in alto il sole splende e il cuore tuo è più saggio. Raccogli le emozioni nel palmo della mano, poi soffia piano e lascia che volino lontano.
Son solo uccelli stanchi che han già concluso il viaggio e cercano riposo lontani dal tuo “raggio”.

23 giugno 2014

IMMAGINI URBANE




Negli ultimi mesi ho molto fotografato. Mi piace tanto farlo, sin da quando ero ragazzino e giravo con la mia Kodak instamatic a caccia di bellezza. Ho usato ogni genere di macchina fotografica a pellicola, polaroid o digitale...fino ad arrivare ai cellulari o all'iPad.

Si, ho fatto tantissime foto, ma ho deciso di non mostrarvele: vi bastino le "bitinformazioni" che ho immagazzinato negli occhi e nel cuore.

E' una sorta di reportage sul disagio urbano; si tratta di scatti effettuati soprattutto dentro e fuori le stazioni, in piena notte, nei luoghi più disgustosi, quelli che sanno di piscio e piedi sporchi, quelli dove non osereste mai guardare neanche a trenta metri di distanza. Parlo di Torino Porta Nuova, di Milano Centrale, Cuneo, Roma Termini e Roma Ostiense.


Quante cose ho veduto e di cui vorrei raccontarvi...quante persone, sparpagliate per il territorio urbano, che alla sera, come anime perse, cercano tutte un luogo in cui trascorrere alcune ore al coperto, al riparo dal freddo, dalla pioggia o dai calci di chi cerca capri espiatori alla propria rabbia mal espressa e mai alchemizzata.

Tra queste decine di migliaia di persone il mese scorso vi ho fatto conoscere Hamib, il marocchino di Cuneo; in questi giorni, qui a Roma, ho frequentato Marco, un clochard, un uomo senza fissa dimora, psicolabile, permanentemente in viaggio, non so se alla ricerca o per sfuggire se stesso. Propenderei per la seconda opzione, anche se in realtà si tratta comunque della stessa cosa: alcuni infatti scelgono strade più lunghe e tortuose per ritrovarsi.

L'Esistenza gli sta creando un problema alle gambe ormai cronicizzato; il messaggio è molto chiaro: non stai usando le gambe per percorrere la strada giusta per te.

Accanto a lui talvolta l'odore è fortissimo. Lo avevo attribuito al fatto che non si lava molto, invece ora penso che il problema è che le sue ulcerazioni agli arti inferiori stanno suppurando e forse sta avanzando la cancrena.

Per uno come Marco anche un'amputazione non conterrà, al momento, alcun messaggio comprensibile.

Nulla in questi casi può essere fatto con le parole ma solo con la nostra presenza costante, silenziosa e confortante.

E ancora una volta ricordo un famoso versetto biblico che raccomanda di non dare le perle ai porci oppure le meno note parole del testo "La porta senza porta", al pensiero 33:
"Se incontri un maestro di scherma per la strada, puoi dargli la tua spada, se incontri un poeta, puoi offrirgli la tua poesia. Quando incontri qualcuno, dì solo una parte di ciò che intendi. Non dare mai tutto immediatamente."

Enrico D'Errico
egosumanima

18 giugno 2014

Tutto e subito!


Tutto e subito! Ecco su cosa è improntata la nostra società che sta implodendo ed è sull’orlo del collasso.

Per sviscerare tale argomento useremo due meravigliosi racconti ispirati, mettendoli a confronto per trovare in essi validi esempi delle virtù che è necessario incarnare oggi per superare indenni questo momento di passaggio dal vecchio al nuovo sistema di cose.

Il primo racconto è contenuto in Siddharta, di Herman Hesse, mentre il secondo è il mirabile resoconto dell’amore di Giacobbe per Rachele contenuto nel libro biblico di Genesi al capitolo 29. Cerchiamo di comprendere l’importanza di sviluppare qualità come pazienza, fiducia e perseveranza, oggi del tutto assenti nella cultura del “tutto e subito”.

“Vedi, Kamala, se tu getti una pietra nell’acqua, essa si affretta per la via più breve fino al fondo. E così è di Siddharta, quando ha una meta, un proposito. Siddharta non fa nulla. Siddharta pensa, aspetta, digiuna, ma passa attraverso le cose del mondo come la pietra attraverso l’acqua, senza far nulla, senza agitarsi: viene scagliato, ed egli si lascia cadere. La sua meta lo tira a sé, poiché egli non conserva nulla nell’anima propria, che potrebbe contrastare a questa meta. Questo è ciò che Siddharta ha imparato dai Samana. Questo è ciò che gli stolti chiamano magia, credono che sia opera dei demoni. Ognuno può compiere opera di magia, ognuno può raggiungere i propri fini, se sa pensare, se sa aspettare, se sa digiunare."
Siddharta conosce molto bene l’arte magica di plasmare la realtà; sa che per raggiungere i propri obiettivi “basta semplicemente” pensare, aspettare e digiunare. “Gli stolti”, ovvero le persone ignoranti, indolenti, prive di carattere e volontà non amano confrontarsi con chi sa gestire tali potenti strumenti di risveglio e preferiscono ripiegare sulla facile scappatoia del credere che tali facoltà siano opera del demonio.

E’ sempre stato ed è ancora così. Giordano Bruno era avanti 1000 anni rispetto ai suoi gretti contemporanei; il Cristo osò addirittura ribaltare le leggi degli antichi patriarchi e fu accusato di compiere opere potenti proprio grazie all’aiuto del demonio; e centinaia di migliaia di donne e uomini di Sapere e Potere sono stati uccisi o messi alla gogna semplicemente perché onesti, amorevoli, trasparenti ma al tempo stesso impavidi ed eroici combattenti: in una sola parola, Risvegliàti.
Ma veniamo al racconto di Giacobbe e Rachele:

“Ora Labano aveva due figlie. Il nome della maggiore era Lea e il nome della minore Rachele. Gli occhi di Lea non brillavano, mentre Rachele era divenuta bella di forme e bella di viso.

"E Giacobbe era innamorato di Rachele. Così disse: “Sono disposto a servirti sette anni per Rachele tua figlia minore”. A ciò Labano disse: ‘È meglio che io la dia a te che a un altro uomo. Continua a dimorare con me’. E Giacobbe serviva sette anni per Rachele, ma agli occhi suoi furono come alcuni giorni a motivo del suo amore per lei.
Quindi Giacobbe disse a Labano: ‘Dammi mia moglie, perché i miei giorni sono compiuti, e fammi avere relazione con lei’. Allora Labano raccolse tutti gli uomini del luogo e fece un banchetto. Ma accadde che la sera prese Lea sua figlia e gliela condusse perché avesse relazione con lei. La mattina risultò dunque che, ecco, era Lea! Di conseguenza egli disse a Labano: ‘Che cos’è questo che mi hai fatto? Non ti ho servito io per Rachele? Perché mi hai dunque imbrogliato?’ A ciò Labano disse: ‘Nel nostro luogo non c’è l’usanza di far questo, di dare la minore prima della primogenita. Celebra pienamente la settimana di questa. Poi certamente ti sarà data anche quest’altra per il servizio che mi puoi prestare per altri sette anni’. Pertanto Giacobbe fece così e celebrò pienamente la settimana di questa donna, dopo di che gli diede in moglie Rachele sua figlia. Quindi egli ebbe relazione anche con Rachele ed espresse amore a Rachele più che a Lea, e lo servì per altri sette anni."
Insomma, ci rendiamo conto? Questa è una storia di una bellezza che fa rabbrividire!
Pensate alla pazienza e alla perseveranza di un uomo che attende ben 14 anni una donna…..che meraviglia! Ora Giacobbe ha finalmente una moglie da portare a casa e può coricarsi con lei…......

E’ una delizia senza paragoni!

Noi, attualmente, siamo così lontani da questo modo di comportarsi, così degenerati da un approccio interiore in cui consideriamo cose e persone come oggetti da utilizzare voracemente solo per il nostro bisogno individuale…..”Tutto e subito” è il motto principale per la maggioranza del genere umano.

Verrà molto presto il giorno - ed anzi questo giorno è qui – in cui ogni creatura vivente, dalla pietra del campo al fiore selvatico, dall’animale all’essere umano più umile, ogni cosa vivente sarà considerata sacra e figlia di Dio.

Il figliol prodigo, inteso come genere umano, ha sperperato ogni talento ed acquisito caratteristiche bestiali; ora però si sta ricordando di sé ed è quasi giunto il momento di tornare a Casa.

Ciò che l’umanità ha generato in se stessa e sul pianeta in disfacimento dimostra in maniera lapalissiana e indiscutibile che l’uomo da solo, lontano da se stesso, non è in grado di dirigere il proprio passo (Geremia 10:23)

Che la vostra vita tutta possa essere impregnata dello spirito dei racconti che abbiamo esaminato!
Il nuovo sistema di cose, la Nuova Era, è pronta per coloro che già ora riescono a manifestare qualità superiori come pazienza, longanimità, lungimiranza, fratellanza, condivisione, tenerezza e compassione. Alziamoci e leviamo la testa: la nostra liberazione si avvicina!
Prepariamoci dunque ad entrare nel Nuovo Mondo, nell’Età dell’Oro, il Paradiso pronto per noi da età immemorabili.

Enrico D'Errico
 egosumanima

16 giugno 2014

Non manco di nulla! 3)


“Confida in Dio con tutto il tuo cuore e non ti appoggiare al tuo proprio intendimento”
(Proverbi 3:5)

Quest’articolo fa parte della raccolta “Non manco di nulla!”, con la quale mi sono proposto di scrivere una serie di commenti di versetti scritturali in grado di confortare coloro che , in questo particolare momento epocale, si trovano in preda allo sconforto e privi di direzione.

Quando ci si trova in situazioni difficili, in circostanze diverse da quelle cui siamo abituati, è necessario più che mai ricordare che siamo l’anima e che sono i nostri corpi a fare esperienza sul piano terreno. Se non c’è ancora sufficientemente consapevolezza di tale realtà, i corpi non possono essere del tutto collaborativi; essi infatti sono “tarati” per un certo tipo d’esperienza, per ciò che è comune e abituale. Quando si crea, o per meglio dire, quando ci plasmiamo una circostanza nuova, fuori dall’ordinario, i corpi possono andare “in fibrillazione”, nel panico.
Sopraggiungono la paura, la disperazione, il disorientamento e tutto sembra caotico, indecifrabile.

Ecco come la scrittura che stiamo prendendo in considerazione ci viene in aiuto:
“Confida in Dio con tutto il tuo cuore…”           
Quando sei ancora nella poco confortevole “terra di mezzo” – la condizione in cui cominci a percepire che non sei il corpo con cui ti muovi ma non hai ancora la piena consapevolezza della “verità che può renderti libero” (Giovanni 8:32) e cioè che sei un’Anima – ancora non hai compreso di essere tutto ciò che esiste, quindi di essere Dio stesso.

Ma quando abbandoni la terra di mezzo e finalmente ti risvegli dal sonno della coscienza, hai l’assoluta certezza di poter confidare in Dio - in te stesso - con tutto il tuo cuore che, ormai libero dal ghiaccio millenario che lo avvolgeva, scalda e conforta i corpi che diventano così al servizio dell’Anima.

“…e non ti appoggiare al tuo proprio intendimento” significa che un corpo mentale non guidato produce sempre dubbi e paure; la scrittura suggerisce quindi di non tenerne conto ma di continuare a confidare in se stessi col cuore aperto e vibrante.

Enrico D’Errico
 egosumanima


15 giugno 2014

Non manco di nulla! 2)




“Rotola le tue opere su Geova”

Fare progetti implica ragionamento; per coloro che vivono sul piano orizzontale questa è un’attività che viene svolta quasi esclusivamente con l’intelletto mentre, per chi vive invece su un piano verticale, il ragionamento è un’attività soprattutto cardiaca, del cuore.

I progetti di solito sono seguiti dalle azioni.
Riuscite a realizzare ciò che vi prefiggete? 
Salomone dice: “Rotola le tue opere su Geova stesso e i tuoi piani saranno fermamente stabiliti”. (Proverbi 16:3)
Il successo dipende soprattutto da quale piano e con che spirito agiamo.
La Fede, la Fiducia, appartengono al livello cardiaco. “Rotolare” le nostre opere su Dio vuol dire riporre fiducia in lui, confidare in lui, essergli devoti al punto di toglierci un peso dalle nostre spalle e metterlo sulle sue; nel Salmo 37:5 Il salmista cantò la stessa cosa dicendo “Rotola su Geova la tua via, e confida in lui, ed egli stesso agirà”.
Soprattutto quando siamo davanti a prove o difficoltà è importante “gettare sul Padre il nostro peso perché egli ci sosterrà. In effetti non permetterà mai che il giusto vacilli”. — Salmo 55:22.

E di più.
Quando penso a rotolare la mia via su quella di Dio immagino il mio cuore che aderisce al suo in modo fermo, stabile e intimo; vedo persino le spirali, le trecce del mio DNA intrecciate alle sue.

Spostatevi dal piano della mente a quello del cuore, senza starci a pensare.
Credo di avervi già detto che una delle prime cose che ho pronunciato quando mi sono risvegliato è stata pressappoco….”Oddio, ma era così semplice!”.
Quando lessi per una prima, una seconda volta “Il Potere di Adesso” di Eckart Tolle, la mente continuava imperterrita ad avere il predominio; infine, alla terza volta, sotto lo stimolo chiaro e semplice di un maestro come lui, e con la pressione della mia volontà e della mia “ferma disperazione” ribadii a me stesso e al Padre che non intendevo restare un minuto di più in quella condizione di schiavitù mentale e di dolore ristagnante.
Quindi una notte, guardando in faccia il Cristo, gridai:
“Tu mi devi risvegliare, e lo devi fare adesso….io lo pretendo!”

Ecco come è andata….”lo giuro”!!!
E se l’ho fatto io potete star sicuri che riuscirete anche voi.

Enrico D’Errico
 egosumanima




14 giugno 2014

Non manco di nulla! 1)


Io, tutti voi, già svegli e consapevoli di essere il Creatore, abbiamo, in un tempo e in un luogo al momento sconosciuti, stabilito un percorso in cui dimenticare tutto e infine, grazie al fuoco delle emozioni superiori in grado di sciogliere il nostro cuore di ghiaccio, ritrovare il nostro stato di Grazie superiore.

Negli articoli che scriverò in questi giorni utilizzerò alcune scritture bibliche che mi hanno personalmente accompagnato nel percorso che mi ha portato a risvegliarmi e dedicare l’esistenza a migliorare me stesso e l’umanità per il momento dormiente.
Vi anticipo che non si tratta di consigli o semplici suggerimenti ma di Leggi che vanno osservate alla lettera, con fiducia e senza condizioni.

La scrittura che prenderemo in esame in questo post è tratta dal Salmo 23°.
Ho utilizzato molte volte questo brano meraviglioso, sia nel mio lavoro con voi in rete, sia personalmente da quando ero poco più che un ragazzo.
“Se mi dovessi trovare in una valle oscura non temerei alcun male poiché tu sei con me.”

Sentirsi separati da Dio, quindi da noi stessi, è un’esperienza tremenda, è “la notte buia dell’Anima”, ma il Padre ci conforta facendoci sapere che è sempre accanto a noi, con noi anche se ci sembra distante o addirittura assente.
Monsignor Martìn, il vescovo che presiede il monastero francese che ho frequentato assiduamente, in un momento molto difficile della mia vita, mi recò conforto spiegandomi che “Dio, a volte, è presente nella sua assenza”.
Al momento non fui in grado di comprendere col cuore ma comunque capii che questa affermazione conteneva un grande e prezioso segreto.

Ora so che il Padre era sempre stato assolutamente presente e non mi aveva mai abbandonato: ero io che, senza rendermene conto, mi ostinavo, mi sforzavo di stargli lontano e di non abbandonarmi alla guida della sue sante e capaci mani.

Questo è il primo di una serie di articoli - dal tema "Non manco di nulla" -  in cui prenderemo in esame alcuni versetti biblici che saranno di sicuro conforto per coloro che si trovano in difficoltà
Nel prossimo post della serie parleremo di Salmo 37:5:
“Rotola su Geova la tua via, e confida in lui, ed egli stesso agirà”

Enrico D’Errico

 egosumanima

12 giugno 2014

Dancing for God: waiting for myself

Lasciarsi attraversare dall’energia creativa divina è la massima aspirazione di ogni essere umano evoluto.
A questi individui io mi rivolgo, a quelli che riconoscono il profumo di Casa anche nel vento burrascoso del mondo, a tutti coloro che comprendono le mie parole anche quando resto in silenzio.

Questa Vita è un dono meraviglioso che abbiamo creato per noi stessi, perché ci amiamo, perché ci teniamo in gran considerazione.
Ecco una donna che ama la Vita, la gente e il Cristo più di se stessa: Anna Nobili


In un’orrenda rivista settimanale, una di quelle che vengono offerte nelle parrocchie agli schiavi del sistema  social-religioso imperante da alcuni millenni, ho trovato un articolo molto interessante su questa suora. Sebbene indossi un abito che generalmente è portato da donne frigide, costantemente in preda alla paura e che per questo si rifugiano in un convento per sfuggirsi, Anna Nobili ha nobilitato la sua vita lasciandosi attraversare dall’energia cristica che, possedendola di continuo, le permette di vivere quasi costantemente in uno stato orgasmico: Il suo sorriso testimonia quanto sto dicendo, i suoi occhi scuri e profondi, fermi e modesti, testimoniano la resa al Cristo, la piena fiducia nelle sue vie.

Matrimonio e sacerdozio 
(dal libro “Io sono un’anima”: ritrovare se stessi ed entrare nel Regno di Dio)
“San Paolo l’apostolo, scrivendo ai membri della congregazione di Corinto (1° Corinti cap. 7), fornisce indicazioni molto preziose a coloro che, pur desiderando ardentemente servire Dio, vogliono prendere moglie o marito. Egli non era sposato e apprezzava molto la sua condizione perché gli permetteva di dedicarsi al Padre senza distrazioni; questa è la ragione per cui consigliava di non sposarsi. Ma il suo era un suggerimento, non un comando.

Invece, imponendo ai giovani sacerdoti di non sposarsi, la chiesa cattolica romana ha adempiuto la scrittura di Primo Timoteo, al capitolo 4 e ai versetti da 1 a 4, dove viene detto che “in successivi periodi di tempo alcuni si allontaneranno dalla fede, prestando attenzione a ingannevoli espressioni ispirate…….mediante l’ipocrisia di uomini che diranno menzogne, segnati nella loro coscienza come da un ferro rovente, i quali proibiranno di sposarsi.”
Così la chiesa ha creato migliaia di pedofili sodomiti che tanti bambini hanno rovinato per sempre e che tante famiglie hanno gettato nella disperazione.
Cerchiamo di imparare tutti questa lezione: repressione porta a perversione.”

Ma per Suor Anna questo discorso non vale perché lei uno sposo ce l’ha:
Gesù, figlio di Dio, il Cristo.
Ed è stato proprio lui a suggerirle di danzare: danzare come nuova e antica forma di evangelizzazione, perché Dio ci chiede di essere manifestato nella bellezza.

Enrico D’Errico
 egosumanima


10 giugno 2014

LUCCHETTI PSICOMAGICI

Dal Messaggero di martedì 10 giugno 2014 (Santa Faustina!)

Pierantozzi, giornalista, (dagli argomenti che tratta e dal modo in cui li espone, mi pare proprio lui incarni pienamente lo spirito di sfiga prepotentemente ricercata tipica di Piero Ciampi e quella di Fantozzi-Pier...antozzi-), dalla sua sede sicuramente "de Tormarancia o de Centocelle", afferma, con perentoria e invidiabile sicurezza:
"Rischio crolli. Da Roma a Parigi: troppi lucchetti dell'amore, chiuso il Pont des Arts" Pierantozzi a pag.21

Quindi Enrico, pur contento di un esordio tanto stuzzicante, con trepidazione sfoglia il giornale fino a pagina 21. L'impresa non è facile perché numerose altre notizie, interessanti per il bipede medio, attraggono tuttavia la mia attenzione; ma con uno sforzo eroico giungo infine alla pagina agognata!



In fondo pagina, in grande risalto compare un altro sottotitolo: Pont des Arts chiuso per "troppo amore". Naturalmente vi risparmio la descrizione del mio ovvio raccapriccio sopraggiunto alla lettura del "troppo amore" e proseguo con uno stralcio dell'articolo
(tranquilli: solo uno stralcio!).

(oh oh, scopro intanto di aver commesso un imperdonabile errore: non si tratta di un giornalista maschio ma di una Francesca Pierantozzi!)

"Parigi. Alla fine si sono arrese all'amore anche le griglie del ponte delle arti: più di 5 tonnellate di lucchetti pieni di nomi e cuoricini hanno tirato giù due metri e 40 centimetri di rete metallica della passerella pedonale più romantica di Parigi. Per fortuna non cìè stato nessun dramma (a parte i cuori spezzati); solo il tempo di caricare le tonnellate di promesse eterne sul camion della spazzatura e sostituire la rete con una balaustra di legno.
Il piano di smaltimento lucchetti è stato messo in atto a seguito del virus propagato intorno al 2009, anni dopo l'infestazione distribuita in quel di Roma dai fans di Moccia: ora era in pericolo persino il simbolo più noto di Parigi: la tour Eiffel."

Ma che centra la Psicomagia in tutto ciò? Centra eccome. Siccome la mente ubbidisce ai nostri comandi, sia consci che inconsci, il rituale del lucchetto incatenato su un ponte romantico, obbliga "il destino" a legare in modo doloroso per sempre i due ignari amanti. Essi difficilmente riusciranno a sciogliere un legame così forte sancito addirittura da un lucchetto serrato e la cui chiave viene poi gettata nella Senna o nel Tevere.

Enrico D'Errico
 egosumanima

9 giugno 2014

Un mondo di piacere e di bellezza




TORVAIANICA, Villaggio Tognazzi, ore 20.57

Il sole è del tutto tramontato; mentre alcuni avventori del bar tentano svogliatamente di riprendere la strada che li riporterà nell'atmosfera densa di frustrazione delle loro case, i gestori, con alcuni dipendenti, riempiono l'etere con fiumi di parole di nessuna consistenza, parole prive di significato.
Finte risate, imprecazioni fuori luogo, palesano il desiderio di essere protagonisti dopo una lunga e soprattutto anonima giornata di lavoro.

La mia mente "divisa" mi permette di cogliere senza giudizio il loro divertente chiacchiericcio e, al tempo stesso, il rilassante suono delle onde corte sul bagnasciuga e soprattutto il delizioso profumo dell'elicrisio e della ginestra.

C'è tutto un mondo che si rivela intorno a noi nella misura in cui i nostri occhi diventano in grado di coglierlo.
Un mondo di piacere e di bellezza.
Scopritelo.

Enrico D'Errico
 egosumanima

7 giugno 2014

SALVARE IL PIANETA 1



Mi ricollego al post del sette giugno pubblicato sulla pagina fb del gruppo di risveglio

Come sapete la mia formazione di base è macrobiotica; questo è il corso di studi filosofici che ho seguito per circa una decina d’anni e che mi ha permesso di iniziare ad avere uno sguardo diverso su di me e sul mondo. Quando però cominciai a frequentare il Centro Studi Acquariani, l’organismo per il risveglio della coscienza fondato da Massimo Bianchi, le cose cominciarono a cambiare più velocemente; mangiare in modo consapevole e adatto al proprio percorso evolutivo è decisamente importante ma, se non è affiancato da un buon Lavoro si di sé, non sempre permette un vero progresso interiore.  

Tuttavia voglio riportarvi alcuni stralci colti qua e là dal pregevole libro del mio Maestro benemerito Michio Kushi “Mondi dimenticati”, edito da Mediterranee.

“L’attenzione con la quale un numero sempre maggiore cerca di mantenere la propria salute fisica e mentale, seguendo un’alimentazione equilibrata, ci riporta a tempi molto antichi quando, ai primordi della storia, il cibo divenne uno dei cardini della speculazione filosofica.
In quei tempi la medicina affermava che la natura aveva in sé la principale forza risanatrice – la vis medicatrix naturae - e che il cibo rappresentava la medicina più importante, l’unica in grado di svolgere anche una vera azione preventiva.
Leggiamo con rinnovata emozione le antiche dichiarazioni della filosofia vedica:

“Io – il CIBO – sono la nube, il tuono e la pioggia.
Gli esseri si nutrono di Me.
Io nutro ogni cosa.
Io sono la vera essenza dell’universo, immortale.
La mia forza fa splendere tutti i soli del cielo”.

continua in Salvare il Pianeta 2

Enrico D’Errico
 egosumanima



4 giugno 2014

Io, se solo sapessi...

Elisa


Io, se solo sapessi cos'è,
cosa c'è dietro a quell'ombra,
a quella paura che ti fa cambiare faccia
e fa dire quello che non si pensa.

Dove si è rotto il filo di seta che ci univa e scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e dall'universo scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi 

e andrò a cercarlo adesso.

Io, se solo sapessi dov'è,
dove ho perso la mia pazienza
e lasciato la speranza
per trovare indifferenza, freddo e apparenza.

Dove si è rotto il filo di seta che ci univa e scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e dall'universo scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi 
e andrò a cercarlo adesso.

Come?  ...... non so se ho capito bene...
tu non vuoi venire a cercare insieme?!?
a cercare insieme, insieme, insieme....

Dove si è rotto il filo di seta che ci univa e scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e dall'universo scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e dall'universo scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e dall'universo scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi 
e vado a cercarlo adesso.

Io, se solo sapessi dov'è,
dove ho perso tutto il coraggio,
la grazia che ho imparato,
l'amore che avevo dentro.

Dove si è rotto il filo di seta che ci univa e scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e dall'universo scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi 
e vado a cercarlo senza paura.


Lettera di Roberto Senesi

"Ho avuto una fase di nigredo molto lunga e difficile, anche se all`epoca non sapevo nemmeno che si chiamasse così. Per lungo tempo la vita aveva perduto tutta la sua magia, ed era divenuta più un peso, una punizione invece che una benedizione. Aspettavo sempre che accadesse qualcosa di bello all`esterno che potesse salvarmi da quella melma e tirarmi fuori dalle sabbie mobili in cui versavo e affondavo sempre di più di giorno in giorno, ma ovviamente non accadeva mai ed io non riuscivo proprio a capire perché...non mi sembrava di chiedere molto, ed ero arrabbiato con la vita, come se il mondo mi dovesse qualcosa. Poi arrivò una persona, per la quale provo grande affetto e immensa gratitudine; egli diceva che la visione della bellezza deve partire da noi, che almeno inizialmente dobbiamo sforzarci di vedere la bellezza anche e soprattutto laddove sembra assolutamente non esserci e una volta sviluppati nuovi occhi, ecco che per risonanza la bellezza ci si fa incontro. Ho iniziato a sostituire il vecchio paradigma della lamentela e dell`insoddisfazione con l`attitudine a ricordare che non è il mondo ad essere brutto, ma i miei organi di percezione ad essere inadeguati per scorgere ciò che è celato e manifesto allo stesso tempo. Sforzo e perseveranza, accompagnati da incrollabile fede hanno prodotto ciò che può apparire come un miracolo, ma soltanto per chi guarda la vita con i sensi annebbiati dalla loro stessa cecità auto imposta. Oggi la mia vita è un miracolo quotidiano e accadono magie ad un ritmo quasi insostenibile! Sabato e domenica sono stato in un posto ricolmo di anime meravigliose, ci è stato chiesto se ci sentivamo degni di trovarci li, ed io ho risposto di sì nel mio cuore, poiché è proprio da quando ho cominciato a sentirmi degno del meglio che il meglio ha iniziato a rincorrermi e il cielo dispensa doni a profusione. Il mondo non possiede vita propria, ma risponde semplicemente a ciò che siamo dandoci sempre ragione rispetto alle nostre convinzioni più profonde. Non aspettare un regno per sentirti Re, sii Re ed un regno ti sarà dato!"

Risposta di Draco
Grande Roberto... metti il tuo corpo al Servizio, e poi ci pensa Lui a usarlo a dovere... ;
Fai che il tuo corpo diventi la Sua bandiera piantata sulla crosta terrestre!!! Per chi non può andare a Roma, avendo visto che percorso sta compiendo Roberto e a quale velocità... secondo me ci saranno altre occasioni in futuro...

Replica di Roberto
Che onore, se davvero ho fatto qualche passo in avanti molto lo devo a te...grazie Draco

Grazie a Uomini di questo raro genere siamo fieri di far parte della razza che abita il nostro bel pianeta!

Enrico D'Errico
 egosumanima



Sono Egocentrico?!?


Una mia carissima amica mi ha spesso accusato di essere egocentrico, (forse sarebbe più appropriato usare il termine “egoriferito”); non posso che essere d’accordo con lei, ma chi è il cretino che, dopo anni di lavoro su di sé, non ha ancora compreso di essere la creatura più importante al mondo e di avere quindi il sacrosanto diritto di pretendere il meglio per se stesso e sentirsi il creatore della sua Realtà?

Quando mi sono risvegliato, una delle prime cose che ho detto, a bassa voce, è stata “io sono tutto quel che c’è”.
Si, sono egocentrico e mi considero bello e importante, finalmente.
Ora non mi lamento mai, non mi lascio prendere per più di alcuni minuti a settimana da pensieri ed emozioni inferiori e, soprattutto, non ho quasi mai paura.
L’amore e la gioia m’impregnano pressoché costantemente e tutto ciò che plasmo è semplicemente perfetto.


Come oggi che, a causa di un drink di troppo, ho interpretato male la tabella degli orari del pulman che da Cuneo avrebbe dovuto ricondurmi nella casa dove vivo in questo periodo: il risultato?
Non c’erano più corse che mi avrebbero potuto condurre qui, da dove vi sto scrivendo col mio mac, ma…..l’Esistenza aveva in serbo per me l’ennesima sorpresa! Erano quasi le 21 e ho fermato un pulman che aveva ormai concluso la sua ultima corsa al capolinea di Piazza Galimberti.
Già….ma l’autista era, “per pura combinazione” un certo B. G. che abita proprio nel mio stesso paese e quindi, dovendo andare a casa col mezzo col quale lavora, mi ha fatto salire e mi ha comunque portato a destinazione!

Le cateratte dei cieli si aprono ogni giorno per me e accolgo con divertito stupore tutto quel che combino.
Bella Vita….Grande Vita!

Enrico D’Errico
egosumanima

IL MURO

E poi chi l'ha detto che è contraddizione 
avere un'idea poi dopo cambiarla
In fondo la vita è trasformazione
Lo vedi anche il bruco diventa farfalla
A volte succede col punto di vista
Ci basta un niente perché si arrovesci
Così da padrone ritorni apprendista
Cominci da capo e allora capisci che
il muro quello che abbiamo dentro
È uguale a quello che c'è fuori 

Io credo nel suo superamento
Se è vero che siamo noi i mattoni
E poi quello che serve è destrutturazione 
Una specie di viaggio che porta all'interno
A conoscere meglio le nostre paure
Che sembrano marmo e sussurrano...eh...iye
Il muro di gomma il muro del pianto
Un bimbo davanti che gioca al portiere
Il muro che prima è di ferro e cemento
Il muro che dopo diventa macerie
Il muro che cresce e pian piano ti chiude
Un po' per la guerra un po' per la pace
Il muro ne ha viste di cotte e di crude
Al muro gli manca soltanto la voce
Il muro quello davanti a scuola
Mattine a far castelli in aria
Ed io che mi sentivo sola e odiavo rileggere la storia
Ed è vero che siamo un po' tutti studenti
Ed abbiamo bisogno tutti di ripetizioni
Anche se oggi la regola è bruciare i tempi
E non si ha proprio voglia di inchini e di...eh...iye
Ed ora comincio con le mani avanti
Non servono appigli ma molto coraggio
Il muro ferisce ma non voglio guanti 
Restare ai suoi piedi mi sentirei peggio
Invece io voglio ad ogni costo scalarlo 
Lasciarmi alle spalle paure e incertezze
E uccidere adesso e per sempre quel tarlo
Che rode il carattere e da debolezza 

E il muro è qui in alto In piedi sul muro
Mi sento diversa mi sento più vera
Se guardo lontano ci vedo più chiaro
E poi come dire mi sento più intera sul muro
il muro...

Sul rapporto di coppia

Prosegue l'impegno di Salvatore Brizzi per scardinare i preconcetti e i condizionamenti riguardo al rapporto di coppia; dopo avere  assistito, il mese scorso, al suo ultimo seminario "Coppia essenziale, coppia convenzionale", desidero ardentemente segnalarvi l’ultimo post  da lui pubblicato il 26 maggio nel suo splendido blog “La Porta d’Oro”: Il rapporto di coppia.

Bellissimo.