3 agosto 2015

L’INGENUITA’

“In quell’ora i discepoli si avvicinarono a Gesù e dissero: ‘Chi è realmente il più grande nel regno dei cieli?’ Ed egli, chiamato a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro, e disse: ‘Veramente vi dico: a meno che non vi convertiate e non diveniate come bambini, non entrerete affatto nel regno dei cieli’ “. (Matteo 18:1-3)
“Comunque, Gesù disse: ‘Lasciate stare i bambini, e smettete di impedire che vengano a me, poiché a quelli simili a loro appartiene il regno dei cieli’ ”. (Matteo 19:14)

I bambini sono sin dalla nascita impregnati d’ingenuità, la caratteristica che permette loro di avere fiducia, di vedere il mondo reale e godere della bellezza che li circonda.
Ma nel mondo “ingenuità” è sinonimo di stupidità, fragilità, vulnerabilità, immaturità; l’ingenuo crescerà in una società dove incontrerà numerosi “educatori” – sarebbe meglio definirli “educastratori” – che si daranno da fare per cancellare nel più breve tempo possibile questo grave difetto, al fine di poter rendere l’essere umano un robot produttivo.
Perdiamo l’ingenuità proprio perché tutti ci dicono che il mondo è un luogo ostile in cui è necessario farsi furbi. In realtà le situazioni in cui incontriamo persone che ci vogliono fregare sono proprio quelle in cui possiamo imparare; l’ingenuità e la fiducia nell’esistenza possono aumentare solo nella misura in cui noi trasformiamo gli apparenti ostacoli in luce.

L’ingenuo non si adegua agli schemi e ai paradigmi di un mondo finto.
Egli vive in assenza di giudizio e osserva sempre il mondo con occhi nuovi; è colui che ti guarda e non tiene conto del tuo passato, si aspetta sempre che tu sia un essere divino e si aspetta dalle cose che siano belle. Quest’atteggiamento sul piano della personalità è considerato un delitto perché “le cose in questo mondo sono brutte e bisogna stare attenti perché le persone ti fregano, si approfittano di te se sei ingenuo!!!”.

L’ingenuità è un dono divino, è un’emozione superiore; una persona saggia è qualcuno che ridiventa ingenuo, imparando a guardare le cose a ogni istante come se fossero nuove. 
Un saggio fa una passeggiata ed essa è fonte di gioia perché lui è ingenuo e si aspetta sempre dal Padre qualcosa di sconosciuto. Se tu cammini e pensi di conoscere già il mondo che vedi, la passeggiata non te la godi; vedi piante e fiori, un tramonto e pensi che queste cose siano uguali ad altre volte che le hai ammirate, infatti l’opposto dell’ingenuità è la scontatezza, qualcosa che è come la morte psico-fisica.

L’ingenuità è quella qualità che da al mondo la possibilità di essere nuovo ogni volta che lo guardi; la società fa di tutto per estirparla, a volte anche con la forza.

6 luglio 2015

Conoscere l’addormentamento planetario




Oggi vi prego di prestare più che la solita attenzione perché l’argomento che state per leggere è della massima importanza.

Quello che molti di voi trascurano riguardo al sonno della coscienza è il riconoscere l’esistenza di un sistema sofisticato costruito appositamente per creare e mantenere l’addormentamento planetario: questo sistema può essere definito “matrix”.
Esso è creato da forze formate da individui che sono enormemente più intelligenti dell’umano medio.
Le forze della luce, i maestri e gli iniziati di tutti i tempi operano per distribuire semi di risveglio affinché ogni essere umano possa rendere più significativa la propria esistenza.
Ma quello che gli uomini non sanno e non capiscono è che il materiale che viene usato per risvegliare diventa in breve tempo obsoleto perché è immediatamente inglobato dalle forze dell’ombra nella matrix e dato in pasto alle persone in cerca della verità, utilizzato dagli insegnanti per fare corsi e conferenze.

Sono alcuni decenni che maestri come Gurdjieff e Krishnamurti hanno parlato di concetti come la legge dello specchio o l’importanza del qui e ora: il continuare a parlare e riparlare di questi argomenti fa sì che chi se ne interessa rimanga invischiato in una sorta di bozzolo di addormentamento e non si preoccupi invece di andare al passo col ritmo evolutivo, di accogliere e comprendere il materiale più “fresco” che viene inviato al genere umano.

Tutto gli argomenti che sono stati e vengono tuttora utilizzati nei percorsi di risveglio della coscienza sono stati prima digeriti dalle forze dell’ombra tramite matrix. Essa fornisce a molti che sono in cerca di se stessi quel che vogliono sentirsi dire per credere e convincersi di essere svegli.
Mi capita tutti i giorni di vedere in rete le vostre espressioni di soddisfazione quando avete appena frequentato un seminario, scoperto una nuova tecnica per sviluppare il pensiero positivo o attrarre abbondanza nella vita; questo atteggiamento genera rimbambimento e una sorta di euforia, uno stato di coscienza illusorio che allontana dal vero cammino di risveglio.

Se il maestro Gurdjieff tornasse adesso probabilmente direbbe: “Ma come ragazzi, dopo 60 anni siete ancora lì che studiate la legge dell’attrazione e dello specchio?!?”
I libri di Ouspensky sono dei capolavori contenenti materiale importantissimo per il lavoro su di sé, ma il fatto che le persone abbiano capito tali concetti sta a significare che è tempo di cambiare, di andare oltre perché vuol dire che matrix si è già rigenerata e se una persona vede chiara nella sua vita l’applicazione di una Legge significa che le forze dell’ombra ci hanno già messo le mani e le persone si crogiolano su ciò che conoscono, si fermano a ciò che sanno.
E’ necessario riconoscere la differenza tra un lavoro psicologico e uno spirituale.
Quando noi arriviamo a comprendere qualcosa, matrix è già andata oltre: essa prende quel che tu sai e lo ingloba in sé. E’ quindi necessario proseguire incessantemente nel lavoro su di sé mettendosi di continuo in discussione.

Enrico D'Errico
 egosumanima



16 giugno 2015

Spiritualizzare la materia





Che cos’è la materia se non spirito materializzato? Che cos’è lo spirito se non materia spiritualizzata?
Tutto ciò che esiste è impregnato di una vibrazione d’amore, qualche cosa che anela al divino, al proprio creatore. 
Lo stato vibratorio di ogni singola cellula aumenta nel tempo, per trasmutare gradatamente in qualcosa di più leggero, di meno grossolano. 
Come uomini abbiamo sentito quest’alchemizzazione attraverso il raffinamento derivante dall’attenzione a noi rivolta dal nostro Padre celeste.
In passato era un’attenzione severa e rigorosa, essendo noi ancora materia piuttosto grezza, uomini – come dicono le sacre scritture - dal collo duro. Eravamo, e siamo ancora, come pietre da sgrossare a colpi di mazza e di scalpello. Ora alcuni esseri umani, grazie alla vibrazione speciale introdotta nella carne dallo Spirito Santo, grazie alle parole che Gesù ha pronunciato nell’atmosfera terrestre, grazie alla vibrazione trasmessa al terreno dai suoi passi, grazie ai segni tracciati nella sabbia (Giovanni 8:6), grazie al profumo del suo corpo che ha impregnato l’aria, grazie alle preghiere che permanentemente migliaia di uomini e donne devote innalzano al cielo, ora, alcuni esseri umani sono come diamanti che il Padre intaglia dalla pietra grezza. Noi tutti, suoi figli, come oro potenzialmente puro, figli prediletti,  veniamo “cotti nel calderone del Padre”, raffinati dal fuoco dello Spirito Santo che divampa in tutto l’universo.

Oh, se solo avessimo orecchie per sentire: c’è un eco perpetuo, il suono costante della voce di Cristo che si riverbera all’infinito, ora e sempre, per i secoli dei secoli. Udendo quel suono tutta la materia cambia, tutto si adegua alla purezza di quella vibrazione sacra. Tutto l’universo obbedisce all’amore, tutto si accorda, si sintonizza, si resetta su nuove forme, nuove dimensioni e percezioni.
Il Padre ci raffina mediante la sua parola, la sua voce. 
In principio era il verbo, la parola.
Tutte le creature lodano Dio con la loro voce, tutte cantano il loro amore smisurato per il loro generoso Creatore, ed egli, in un circolo virtuoso senza fine, riversa sempre più abbondante amore e bellezza nel creato.
Quali nuove vie si aprono per la comunione con l’infinito!

Oh, che privilegio essere qui e ora, dove non esiste altro che questo: il desiderio ardente di essere ricettore di quel sacro suono e poterlo ritrasmettere per tutti quelli che ancora non lo odono, per convertirlo in una forma più densa, con il nostro canto, le nostre danze gioiose, i nostri segni sulla tela, nella creta modellata, argilla da cui il padre fece me stesso, terra che adesso vibra di luce, grazie a un cuore rinnovato.
Noi, ponti tra cielo e terra, noi, “siamo le stelle che cantano, noi cantiamo con la nostra luce.  Noi siamo gli uccelli di fuoco, noi voliamo in cielo, la nostra luce è una voce. Noi abbiamo fatto costruire una strada affinché lo spirito la usi”.*
Noi, cibo per altri che a loro volta ci nutrono. Digestione e assimilazione dello spirito nella materia e della materia nello spirito. Io mangio e sono mangiato, canto e sono cantato.
Lo Spirito del miracolo Eucaristico si rinnova in me e mediante me ogni volta che trasmuto qualcosa da ciò che è in ciò che ancora non è.

Ogni volta che mangio, una parte di quel cibo, vegetale, minerale e animale si tramuta nella mia carne e nel mio sangue; se mangio con amore, se ho fatto della mia tavola un luogo di convegno per gli angeli, spiritualizzo con il mio amore e l’amore del Cristo gli elementi più grossolani tratti dal mondo materiale; con essi costruisco il mio edificio, il luogo terreno in cui “possono dimorare gli dei” e, con gli scarti di questo “cantiere edile sempre aperto”, dono alla terra degli elementi trasmutati, ricchi di qualcosa che prima non c’era e che nutrirà ancora una volta il mondo minerale, vegetale e animale.
Ora quando mangio, quando spezzo il pane o mi accingo a nutrirmi di qualsiasi altra cosa, arrivo finalmente a comprendere che quel cibo è stato creato dal Padre mediante il figlio e lo Spirito Santo, e arriva a me impregnato di tutto l’amore e l’attenzione che contraddistingue un genitore premuroso. Ora so che se non mangio con apprezzamento e considerazione, è come se commettessi un sacrilegio, perché quel cibo è materiale sacro e benedetto per edificare ogni giorno il tempio materiale dove risiede lo Spirito di Dio.
tratto dal libro 
"Io sono un'Anima:
RITROVARE SE STESSI ED ENTRARE NEL REGNO DI DIO" 

13 giugno 2015

Amare i nostri carnefici

I nostri antenati vissuti ai tempi del profeta Giosuè erano definiti uomini "dal collo duro" e in genere, per ottenere qualcosa da loro, era necessario minacciarli:
non fare questo altrimenti ti assegno una punizione pari al problema che hai causato, in poche parole la legge del taglione, occhio per occhio, dente per dente.

Era così difficile per gli esseri umani soddisfare i requisiti della Legge di Dio che su tutto il genere umano si accumulò un grande debito karmico.

Allora, duemila anni fa giunse Gesù che divenne Cristo per sbloccare la ruota del karma e ammorbidire il collo degli uomini, ammorbidire il loro cuore di pietra.

C'è voluto molto tempo perché il sacrificio di Cristo sortisse dei risultati visibili e ora finalmente qualcosa comincia ad insinuarsi in noi, alcuni cominciano a sentirsi vivi!


Ma certo poi, non appena i nostri carnefici si accorgono che potrebbero perdere creature da spolpare, si danno un gran daffare per ostacolarci.

Spesso avete paura perché i vostri spettri si riprersentano regolarmente facendosi beffe degli sforzi di osservarvi, di trovarvi belli e perdonarvi.


Allora... può esserci  strategia migliore se non quella di assecondarli, di fargli pensare che neanche ci siamo accorti di loro, e che continuiamo a muoverci come automi servizievoli?!?

Però sapete bene che questa farsa potrebbe non durare a lungo e che alla minima distrazione potreste perdere la concentrazione e la vostra determinazione.


Allora chiedete aiuto alle truppe speciali, alle legioni intere di Santi che hanno vinto la battaglia prima di voi, ai risvegliati e illuminati di ogni tempo. Chiamate a raccolta gli iniziati, e suplicate tutti dicendo:

"Fratelli miei io sto soccombendo, e certamente sarò annientato. Ma se vi unirete a me il mio passo diverrà sicuro. Impavido muoverò incontro al nemico e i miei fendenti andranno certamente a segno."

Così, a poco a poco, la vostra marcia di soldatini ubbidienti comincia ad acquistare velocità, sempre più forte fino a creare un vortice al cui interno si trovano come intrappolati i vostri nemici, i vostri fratelli dell'ombra. La nostra marcia, ormai incessante e possente, si trasforma in danza. E mentre marciamo danzando e danziamo marciando, dal nostro cuore nascono voci che, attraversando la gola, diventano canti di pace, canti di guerra misericordiosa. (Vedi Giosué capitolo 6)


Li cingete d'assedio senza tregua.
Li inondate col vostro amore.

Enrico D'Errico
 egosumanima



4 marzo 2015

ERO IMPOTENTE

Nel senso di incapace di procurarmi da vivere, perché mi sentivo sempre non all'altezza oppure creavo situazioni di forte conflitto con i miei datori di lavoro o i miei collaboratori.

Incapace anche di dare significato alla frase "ti amo": ormai, negli ultimi anni, mentre la pronunciavo, mi sentivo strano, come bugiardo. Si, bugiardo perché sentivo internamente che non ero in grado di amare realmente; ma la mia macchina biologica continuava imperterrita, rispondendo a degli stimoli esterni, a recitare una parte per soddisfare pateticamente le aspettative degli altri.

Incapace di recidere i fili che mi legavano all'abile burattinaio che, orgoglioso, mi mostrava quotidianamente nel teatrino delle vanità, nel suo mondo di plastica.

Incapace di dire la verità perché la verità non potevo conoscerla ma abile invece nel recitare in una farsa grottesca dove tutti mentono di continuo a tutti, in un'esistenza dove saltuari momenti di presa di coscienza rendevano ancor più dolorose il resto delle ore, delle settimane, degli anni vissuti in angosciosa attesa di una manciata di minuti in assenza di meccanicità.

Insomma, impotente di far valere i miei diritti di Anima su un corpo abbandonato a se stesso, terrorizzato all'idea di doversela cavare da solo in un mondo dove sopravvivere sembrava ormai il destino dei pochi superstiti di una battaglia al massacro.

Ma ero anche impotente nel senso più comune del termine.
Lo spot televisivo dei due fiammiferi svedesi che, avvinghiati l'un l'altro non riescono a raggiungere il "benessere di coppia", è stato realizzato ispirandosi alla mia storia personale!
E naturalmente a me sono capitate sempre femmine allupatissime a cui a malapena sarebbe bastato nel letto uno come la buonanima di Franco Califano oppure come Rocco Siffredi.

Fino a poco tempo fa tenevo da numerosi anni un seminario, peraltro molto frequentato, dal tema "Fare l'amore con dolore" dove avevo il privilegio di riunire un centinaio di sfigati alla volta per condividere le mie esperienze di mantra yoga; in questa speciale pratica, ancora poco conosciuta, prima dell'ipotetico coito il maschio, di fronte alla femmina speranzosa, recita per soli 45 minuti la litania "si, si, oggi vedrai che mi tira, si si oggi certo si allungherà".
In genere al termine di questa preghiera la vostra preda è già uscita di casa sia per trovare un maschio normodotato sia per chiamare il 119, ma ciò almeno vi consente di evitare la frustrazione del solito amplesso di tre minuti al termine del quale, dopo averle chiesto speranzosi "amore....come sei stata?" lei mentendo vi risponde "tesoro, lo sai che mi piace tanto farlo con te; certo... tre minuti sono forse pochi..... ma con te sono così intensi!!!"

Poi un articolo venduto distribuito dalla "A E" ha fatto si che ritrovassi il mio vigore giovanile; non si tratta di un nuovo tipo di Viagra ma di un libro di Salvatore Brizzi edito dalla Arte di Essere edizioni, "La Sacra Sessualità".

Beh, oggi mi andava proprio di scherzare ma molto di ciò che ho detto è la verità.
Consiglio vivamente a tutti di leggere questo libro; molte persone non riescono a capire il perché delle loro difficoltà sessuali come la frigidità, l'impotenza o l'eiaculazione precoce e ricorrono spesso a farmaci o a complicate pratiche per poter normalizzare la situazione senza però ottenere risultati soddisfacenti. E' necessario rendersi conto che se qualcosa nel nostro corpo non funziona normalmente è SEMPRE la conseguenza di qualche abitudine sbagliata; nel caso del sesso è necessario sapere che le anomalie di cui forse siamo affetti dipendono dall'aver usato l'energia sessuale in modo smodato o per fini egoistici.

Il sesso è sacro, è un dono del cielo, è un modo per portare il divino nella materia e, come dice una mia carissima amica, è come una preghiera.
Per avere rapporti soddisfacenti è necessario che subordiniate l'energia sessuale a quella cardiaca, altrimenti forse in questa vita non vi verrà più concesso di fare il sesso per il sesso: questo dovrà essere per voi unicamente un effetto collaterale dell'amore.


Enrico D'Errico
 egosumanima

29 gennaio 2015

Io amo

Quando sono davvero in me, quando riesco a gestire al meglio i miei veicoli terreni, ho sempre più spesso la percezione di quel che son venuto a fare su questo bel pianeta: amare.
Amare non è qualcosa che puoi decidere di fare, qualcosa da pianificare. Amore è quel che semplicemente accade quando allontani la paura, quando senti di essere strumento del divino, quando non vivi nel passato o nel futuro ma solo adesso.

Amo quando osservo senza giudicare, quando soffro e ringrazio comunque per quel che accade, consapevole che sia sempre il meglio per me.
Amo ovviamente anche e soprattutto quando produco opere artistiche.
Quando faccio fotografie mi emoziono perché sento che il momento dello scatto è un istante magico in cui debbo giocarmi tutto: devo assolutamente riuscire a imprimere nella foto la bellezza che vedo e soprattutto l’emozione che provo nel coglierla.
Quando scrivo brani musicali o canto sento più che mai di essere un uomo grandemente privilegiato nell’essere scelto dall’esistenza per portare più bellezza dove già ce n’è così tanta…
Anche quando scrivo, come adesso, pigiando i tasti del mio computer, mi sento animato da qualcosa d’indefinibile, ma che forse può essere sintetizzato ancora una volta in una sola parola: amore.



E amare è certamente quel che sono venuto a fare sulla terra, io che come voi vengo dall’Uno, il cui maggiore intento è appunto quello di manifestare costantemente e meravigliosamente tale sentimento.

Quindi, pregno di questa forza che muove l’universo, vi scrivo perché è necessario che voi tutti vi sforziate di abbandonare i meccanismi che v’impediscono di sperimentare appieno l’amore; non abbiate paura….smettete di situarvi in una zona di falsa sicurezza in cui cercate di controllare ogni cosa! Cosa state aspettando? Che vi si presentino davanti il Cristo o Osho?
La strada è stata aperta e ben delineata da questi e altri maestri: dovete solo semplicemente imboccarla con fiducia e determinazione.
Ho ancora l’impressione che facciate troppo lavorare il vostro corpo mentale: leggete, leggete quintali di libri, visitate migliaia di pagine fb alla ricerca di qualcosa che vi stimoli, che vi distolga dall’ipnosi in cui vi trovate!

Semplificate la vostra vita, ripeto, semplificatela!
Concentratevi su poche cose, sull’essenziale.
Ancora una volta vi ricordo che abbiamo a disposizione strumenti importanti:
come dimenticare ad esempio quanti musicisti straordinari hanno canalizzato opere meravigliose, ascoltando le quali potete davvero pulire i vostri corpi dalla paura e dalle emozioni grossolane!
E la pittura, è forse da meno? Come mai, quando mi sento fuori dal centro, mi basta guardare un bel dipinto per allontanarmi in un momento da quella condizione disagevole? Io credo che se ci riesco io potete farlo anche voi!

L’anno scorso ho avuto alcuni importanti e consistenti episodi di risveglio: ebbene, sapete come e perché sono avvenuti? E’ perché sono stato parecchi mesi in un monastero? E’ forse perché mangio correttamente da molti anni? E’ perché ho fatto tanti seminari sul risveglio spirituale? No, non credo: quel che ho capito essere stata determinante è soprattutto la mia esasperazione, l’essere stufo di sentirmi uno stupido ed inutile bipede che si aggirava per il pianeta lamentandosi di continuo. E’ accaduto qualcosa solo dopo che la mia richiesta di risvegliarmi si è fatta più pressante e incisiva, al punto da gridare disperato chiedendo aiuto a Dio dicendo addirittura “TU MI DEVI RISVEGLIARE!”
Sono sicuro che sia stato questo mio PRETENDERE di uscire dal bozzolo letargico in cui mi trovavo ad aver causato un balzo quantico come mai era accaduto prima!

Allora, cosa aspettate?
Pensate forse di riuscire a smuovere il Creatore con le vostre patetiche preghierine della sera?!?  Ma davvero credete che facendo attenzione con l’esercizio della porta o mentre vi spogliate o vestite potrà cambiare la vostra condizione?
E se fate Ho-ponopono o recitate la Preghiera di Gesù per mezz’ora al giorno credete che potrete ottenere qualcosa?
Perché i Padri della chiesa riuscivano nell’intento di “separarsi dal mondo” e vivere nella coscienza del Regno? Semplicemente perché erano focalizzati costantemente sul risveglio, sul ripulirsi, sul volere essere santi!



Fino a che vi perderete in internet o in altre faccende “tanto importanti” tutto il giorno e dedicherete a Dio solo gli avanzi, quel che otterrete sarà solo una misera consolazione nella gabbia in cui continuate a essere imprigionati.

Voi siete figli e figlie di Dio: non dimenticate che avete il compito di ritrovare la vostra gloriosa discendenza.
“Poiché tutti quelli che sono condotti dallo spirito di Dio, questi sono figli di Dio. Poiché voi non avete ricevuto uno spirito di schiavitù che causi di nuovo timore, ma avete ricevuto uno spirito di adozione come figli, mediante il quale spirito gridiamo: “Abba, Padre!” 
Lo spirito stesso rende testimonianza col nostro spirito che siamo figli di Dio. 
Se, dunque, siamo figli, siamo anche eredi: eredi in realtà di Dio, ma coeredi di Cristo, purché soffriamo insieme per essere insieme anche glorificati.
Quindi ritengo che le sofferenze del tempo presente non sono di alcuna importanza in paragone con la gloria che sarà rivelata in noi.  Poiché l’ansiosa aspettazione della creazione attende la rivelazione dei figli di Dio. Poiché la creazione fu sottoposta alla futilità, non di propria volontà, ma per mezzo di colui che la sottopose, in base alla speranza che la creazione stessa sarà pure resa libera dalla schiavitù della corruzione e avrà la gloriosa libertà dei figli di Dio.”
Romani 8:14-21

Che il Padre continui a benedire i nostri sforzi di uscire dal sonno della coscienza!

Enrico D’Errico

 egosumanima

28 gennaio 2015

Il posto da cui tutti veniamo

Molti anni fa ebbi il grande privilegio di partecipare ad un seminario di Jerry Jampolsky.


Avevo da poco letto uno dei suoi libri, "Amare è lasciare andare la paura" ed esso stava fortemente influenzando il mio modo di pensare. Come tutti ero costantemente attanagliato dal dubbio e dalla paura di esistere, di lasciarmi andare. Non riuscivo a vivere nel presente ed ero sempre con la testa nel passato carico di rimorsi, rancori, nostalgia e sensi di colpa o preoccupato per il futuro.

Durante il seminario Jerry e sua moglie Diane parlarono di una loro esperienza molto toccante.
Come terapeuti avevano occasione di incontrare molte persone che si rivolgevano a loro per cercare di trovare sollievo all'angoscia esistenziale.
In quel periodo stavano occupandosi di una coppia che aveva appena avuto un bambino; la sorellina, forse di 3 o 4 anni d'età, chiedeva con insistenza di essere lasciata sola col fratellino. I genitori naturalmente erano perplessi e preoccupati dato che spesso i nuovi arrivati in una famiglia vengono aggrediti in modo pericoloso dagli altri fratelli o sorelle; e così, nonostante le richieste pressanti della bambina, essi tergiversavano e negavano il permesso.

Ma, visto che la bimba non demordeva, e siccome la casa era dotata di un collegamento interfono tra la cucina e la camera dove dormiva il bambino, un giorno decisero di accontentare la figlia, ripromettendosi di intervenire in caso si fossero verificati dei problemi.

Quando finalmente la bambina fu sola col fratellino, lei si avvicinò alla sua culla e disse: "Ricordami come è Dio...Io me lo sto dimenticando!"

Questa è una cosa che mi emoziona ancora molto, anche a distanza di parecchi anni.
Dovremmo davvero riflettere come genitori, come insegnanti ed educatori, a quel che insegniamo ai nostri bambini: essi sono anime bellissime che devono essere lasciate crescere nella loro purezza. Dobbiamo essere consapevoli che sono semmai loro a poterci insegnare qualcosa e non viceversa.
Vi rimando anche alla lettura di un mio vecchio post del 4 agosto 2013: "L'Educastrazione familiare, religiosa e sociale"

Enrico D'Errico
 egosumanima

13 gennaio 2015

L’ORGOGLIO E' PRIMA DEL CROLLO 2

prosegue da L'ORGOGLIO E' PRIMA DEL CROLLO

Come ho già detto siamo davvero alle soglie di un nuovo sistema di cose.

Ma quali possono essere i pericoli e le trappole disseminate lungo il cammino verso il Risveglio?
Un uomo vissuto molto tempo fa, a causa della sua impazienza e del suo orgoglio inciampò lungo il percorso: si chiamava Mosè.

Egli aveva una speciale relazione con Dio e i privilegi che aveva erano incommensurabili. Per le sue qualità di condottiero era stato scelto per guidare il popolo ebraico. Mosé era davvero un uomo empatico, compassionevole, audace e perseverante, eppure, sotto la pressione dei suoi amati fratelli sempre lamentosi e insoddisfatti, commise un grave errore: peccò d'orgoglio.


Il capitolo 20 del libro di Numeri, ai versetti da 1 a 13, parla di una situazione delicata: l'acqua scarseggiava e aumentava proporzionalmente il malcontento.
Dio aveva dato precise istruzioni sul da farsi a Mosé e Aaronne. Fu usata una verga per percuotere la roccia e far sgorgare l'acqua: un vero miracolo, ma ciò che Mosé dimenticò fu di attribuire il merito di quanto avveniva a Dio.
In questo modo perse il suo favore.

"...per la ragione che voi agiste indebitamente verso di me in mezzo ai figli d’Israele alle acque di Meriba di Cades nel deserto di Zin; per la ragione che non mi santificaste in mezzo ai figli d’Israele." (Deuteronomio 32:51) 



Conosco l'orgoglio e mi permetto di parlarne proprio perché so cosa succede quando impregna il corpo emotivo.
Ho trascorso buona parte della vita su un'altalena che portava dall'arroganza, l'orgoglio e la presunzione al senso più estremo di indegnità e mancanza di valore.
Fino a che sei identificato con la personalità sei sottoposto alla legge di compensazione, la quale ti abbandona solo quando ti riconosci pienamente con l'anima che sei.

Quando questo accade ti trovi in una condizione di stabilità mai sperimentata in precedenza e, anche se ti senti un glorioso guerriero, sai che devi attribuire il merito di ciò che hai e sei soprattutto al Padre.


Vi invito ora a considerare altre scritture come 


Proverbi 16:18
"L’orgoglio è prima del crollo, e lo spirito superbo prima dell’inciampo."
Primo Corinti 10:12
"Quindi chi pensa di stare in piedi badi di non cadere." 

«La natura inferiore nell'uomo è talmente ostinata e coriacea che ogni vittoria che egli riporta su di essa è una vera prodezza. Tuttavia, anziché vantarsi di quella prodezza, egli deve rimanere modesto. E per rimanere modesto, deve pensare che il merito non è suo ma del Signore, che gli ha dato il potere di dominare i suoi cattivi istinti. Perciò, ogni volta che riportate una vittoria su voi stessi, dite: «Non a me, Signore, ma al Tuo Nome va il merito». Altrimenti rischiate di cadere nelle trappole dell'orgoglio, e si sa in quali vertiginose cadute sono stati trascinati tanti orgogliosi.
E quando ricevete dei complimenti per aver agito bene o per aver fatto un buon lavoro, dite ancora: «Non a me, Signore, ma al Tuo Nome va la gloria». Poiché facendo il vostro elogio, può accadere che involontariamente – o talvolta volontariamente! – gli altri vi tendano dei tranelli: rischierete di prendere le loro parole troppo seriamente, vi crederete già arrivati in cima, il che è pericoloso per il vostro sviluppo interiore poiché avete sempre dei progressi da fare.
Non è per la nostra gloria, ma per la gloria di Dio che dobbiamo sempre lavorare, poiché in quella impersonalità ci avviciniamo al nostro Sé superiore. La vera gloria dell'essere umano è la gloria di Dio.» 
Omraam Mikhaël Aïvanhov 


Romani 12:3

"Poiché per l’immeritata benignità datami dico a ognuno che è fra voi di non pensare di sé più di quanto sia necessario pensare; ma di pensare in modo da avere una mente sana, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha distribuito." 

Enrico D'Errico
 egosumanima 

1 gennaio 2015

Ero un macrobiotico triste




Comincerò questo post raccontandovi che nel lontano 1989, in preda a numerosissimi disturbi di salute, mi rivolsi a un consulente macrobiotico.
Grazie a lui in breve tempo ritrovai un benessere fisico di poco inferiore a quello che avevo quando uscii dal grembo della mamma, ma continuavo a essere insoddisfatto e a rimpiangere la focaccia, la pizza, le patatine fritte, i panini col salame, la pasta al pomodoro con tanto parmigiano, il cappuccino con la brioche e tanto altro ancora.

Inoltre ero continuamente bersagliato dagli scherni di parenti e amici che, dall'alto della loro conoscenza, sostenevano che ero così insoddisfatto, magro e depresso proprio perché mangiavo quelle strane cose della cucina orientale. 
Si, ero proprio un macrobiotico triste.

In seguito cominciai a mia volta a tenere le prime consultazioni ma ovviamente pochi fra i miei clienti riuscivano ad andare oltre i risultati che io stesso avevo ottenuto. In breve tempo quasi nessuno nella città di Genova ebbe più il coraggio di presentarsi nella mia casa per ricevere qualche consiglio alimentare o partecipare ai corsi di cucina dove mi ostinavo a insegnare una macrobiotica troppo limitata e limitante.

Ma Macrobiotica significa grande vita e quindi tale conoscenza, se correttamente applicata, dovrebbe portare a condurre una vita piacevole e in grado di sviluppare il proprio potenziale.
Quindi, visto che la mia continuava a essere una vita non molto significativa, a un certo punto mi son detto: "Beh, Enrico, qui c'è qualcosa che non funziona!"
Da allora ho cominciato a osservare con maggiore attenzione quel che facevo, e così in questo articolo, vi narrerò l'esperienza di un viaggio che mi ha portato a conoscermi meglio e a incontrare tante persone stufe del loro stile di vita nefasto, ma altrettanto stufe poi, dopo aver cominciato un certo tipo di macrobiotica, di mangiare solamente grano saraceno, fagioli azuki, sesamo, alghe, funghi shitake, zuppa di miso e altri numerosi cibi dai nomi poco invitanti.

Allora, miei cari amici, ora sono quasi 25 anni che faccio macrobiotica, e sono circa 10 anni che a questa disciplina ne ho aggiunta un'altra, molto più impegnativa ed enormemente più preziosa: l'osservazione di me stesso.
Questi due strumenti utilizzati insieme sono estremamente potenti.
Ma andiamo con ordine e parliamo prima di quel tipo di macrobiotica che ho visto fare da centinaia di persone.

La terra è sottoposta all'attenzione di creature spirituali estremamente evolute ed amorevoli che sostengono il suo percorso in molti modi con l'ispirazione artistica, scientifica e culturale. Immaginatevi fiumi di informazioni pregne di bellezza, spiritualità e amore - non sto parlando delle solite sciocchezze new age ma di pure espressioni della conoscenza più perfetta che esista - che arrivano incessantemente sulla terra.

Ma, si sa, questo è un pianeta particolare, una perla stupenda, qualcosa che nell'universo tutti ci invidiano per la sua bellezza, ma un pianeta dove tutto ciò che arriva deve per forza attraversare strati densi e pesanti di pensieri ed emozioni orripilanti.
Poche creature viventi qui hanno il privilegio di ricevere i messaggi del cielo così come sono stati inviati; gli altri si devono accontentare di messaggi adulterati, robe di seconda e terza mano, informazioni che poco conservano del significato e del valore originale. Senza contare che anche quando qualche maestro o qualche iniziato raccoglie messaggi integri, subito sorgono migliaia di "zelanti discepoli" che manipolano e despiritualizzano le informazioni originali ricevute dal maestro.

Sulla terra abbiamo questo brutto vizio di non voler fare degli sforzi, vogliamo la vita comoda. Così facendo, anziché elevare il proprio livello di consapevolezza per comprendere un pensiero elevato,  si abbassa la qualità del messaggio per adeguarlo al proprio infimo livello di comprensione; è stato sempre così, in tutti i campi del sapere.

E quindi, anche le intuizioni straordinarie raccolte dal cielo da George Oshawa, passando da allievo, ad allievo e poi ancora all'altro allievo, sono giunte a noi decisamente adulterate.

Questa cosa io l'ho capita già da parecchi anni ed è per questo che non frequento ambienti macrobiotici dove gli insegnanti sono allievi degli allievi degli allievi etc. etc.

C'è un solo modo per poter bypassare il problema della mistificazione: andare alla fonte, cercare l'ispirazione diretta dall'alto. 
In questo sono stato decisamente facilitato dal mio estro artistico che mi ha sempre portato a lasciarmi guidare dalle intuizioni, fin da quando ero bambino.

Credo di avervi già raccontato di quanto sia stato difficile conservare il mio valore, la fiducia nel mio istinto, nei miei talenti; la società, la famiglia, la chiesa, il sistema politico, tutto concorre ad appiattire ogni tuo impeto spirituale, a edu-castrare.

Mi ci è voluto tempo e molte prove dolorose.

Da tanti anni ho inserito nel mio stile alimentare l'osservazione meticolosa dell'effetto di ogni alimento per l'organismo, ma poi ho aggiunto a tutto ciò il lavoro per il risveglio della coscienza e... gradualmente si è cominciato a verificare quello che chiamo il trascendere la paccottiglia delle informazioni degli insegnanti fuorviati e fuorvianti.


Ora per me fare macrobiotica significa condurre un grande vita (macros bios), una vita carica di avventura e significato, una vita in cui sto pian piano lasciando cadere i veli che mi separano dalla conoscenza della verità, in cui sto sempre più permettendo all'Esistenza di servirsi di me per gli scopi che ritiene più opportuni.


La stragrande maggioranza di coloro che sono ammalati cerca di rimuovere i sintomi, questo è il metodo idiota seguito sulla terra. Si usa per questo la medicina ufficiale con i suoi metodi più che ottusi, ma  vengono usate con lo stesso obiettivo anche le medicine alternative, come la fitoterapia, l'omeopatia e simili. Anche il mangiar meglio è soprattutto visto nell'ottica di togliersi il fastidio del sintomo, quasi mai come mezzo di evoluzione personale: la maggioranza dei cosiddetti macrobiotici che ho conosciuto, ha praticato e pratica l'alimentazione macrobiotica per sentirsi meglio o per curare malattie più o meno gravi, mai o quasi mai per accrescere la propria consapevolezza. Eppure proprio questo era l'aspetto principale dell'insegnamento dei maestri, il loro scopo fondamentale: risvegliarsi dal sonno della coscienza.


Spesso i miei allievi all'inizio delle mie conferenze o dei seminari si stupiscono di quanto spazio dia ad argomenti che sembrano avere così poco a che fare col cibo e la cucina. Poi però, li conduco per mano gentilmente e li porto a capire che a nulla serve mangiare meglio se non arrivano a comprendere chi sono e che ci stanno a fare sul pianeta.

Posso forse anche sentirmi meglio o addirittura "guarire" dal cancro, ma se rimango un bipede incapace di pensare, avere una emozione superiore o conoscere Dio, a che mi  sarà servito fare macrobiotica?

Enrico D'Errico

 egosumanima