1 gennaio 2015

Ero un macrobiotico triste




Comincerò questo post raccontandovi che nel lontano 1989, in preda a numerosissimi disturbi di salute, mi rivolsi a un consulente macrobiotico.
Grazie a lui in breve tempo ritrovai un benessere fisico di poco inferiore a quello che avevo quando uscii dal grembo della mamma, ma continuavo a essere insoddisfatto e a rimpiangere la focaccia, la pizza, le patatine fritte, i panini col salame, la pasta al pomodoro con tanto parmigiano, il cappuccino con la brioche e tanto altro ancora.

Inoltre ero continuamente bersagliato dagli scherni di parenti e amici che, dall'alto della loro conoscenza, sostenevano che ero così insoddisfatto, magro e depresso proprio perché mangiavo quelle strane cose della cucina orientale. 
Si, ero proprio un macrobiotico triste.

In seguito cominciai a mia volta a tenere le prime consultazioni ma ovviamente pochi fra i miei clienti riuscivano ad andare oltre i risultati che io stesso avevo ottenuto. In breve tempo quasi nessuno nella città di Genova ebbe più il coraggio di presentarsi nella mia casa per ricevere qualche consiglio alimentare o partecipare ai corsi di cucina dove mi ostinavo a insegnare una macrobiotica troppo limitata e limitante.

Ma Macrobiotica significa grande vita e quindi tale conoscenza, se correttamente applicata, dovrebbe portare a condurre una vita piacevole e in grado di sviluppare il proprio potenziale.
Quindi, visto che la mia continuava a essere una vita non molto significativa, a un certo punto mi son detto: "Beh, Enrico, qui c'è qualcosa che non funziona!"
Da allora ho cominciato a osservare con maggiore attenzione quel che facevo, e così in questo articolo, vi narrerò l'esperienza di un viaggio che mi ha portato a conoscermi meglio e a incontrare tante persone stufe del loro stile di vita nefasto, ma altrettanto stufe poi, dopo aver cominciato un certo tipo di macrobiotica, di mangiare solamente grano saraceno, fagioli azuki, sesamo, alghe, funghi shitake, zuppa di miso e altri numerosi cibi dai nomi poco invitanti.

Allora, miei cari amici, ora sono quasi 25 anni che faccio macrobiotica, e sono circa 10 anni che a questa disciplina ne ho aggiunta un'altra, molto più impegnativa ed enormemente più preziosa: l'osservazione di me stesso.
Questi due strumenti utilizzati insieme sono estremamente potenti.
Ma andiamo con ordine e parliamo prima di quel tipo di macrobiotica che ho visto fare da centinaia di persone.

La terra è sottoposta all'attenzione di creature spirituali estremamente evolute ed amorevoli che sostengono il suo percorso in molti modi con l'ispirazione artistica, scientifica e culturale. Immaginatevi fiumi di informazioni pregne di bellezza, spiritualità e amore - non sto parlando delle solite sciocchezze new age ma di pure espressioni della conoscenza più perfetta che esista - che arrivano incessantemente sulla terra.

Ma, si sa, questo è un pianeta particolare, una perla stupenda, qualcosa che nell'universo tutti ci invidiano per la sua bellezza, ma un pianeta dove tutto ciò che arriva deve per forza attraversare strati densi e pesanti di pensieri ed emozioni orripilanti.
Poche creature viventi qui hanno il privilegio di ricevere i messaggi del cielo così come sono stati inviati; gli altri si devono accontentare di messaggi adulterati, robe di seconda e terza mano, informazioni che poco conservano del significato e del valore originale. Senza contare che anche quando qualche maestro o qualche iniziato raccoglie messaggi integri, subito sorgono migliaia di "zelanti discepoli" che manipolano e despiritualizzano le informazioni originali ricevute dal maestro.

Sulla terra abbiamo questo brutto vizio di non voler fare degli sforzi, vogliamo la vita comoda. Così facendo, anziché elevare il proprio livello di consapevolezza per comprendere un pensiero elevato,  si abbassa la qualità del messaggio per adeguarlo al proprio infimo livello di comprensione; è stato sempre così, in tutti i campi del sapere.

E quindi, anche le intuizioni straordinarie raccolte dal cielo da George Oshawa, passando da allievo, ad allievo e poi ancora all'altro allievo, sono giunte a noi decisamente adulterate.

Questa cosa io l'ho capita già da parecchi anni ed è per questo che non frequento ambienti macrobiotici dove gli insegnanti sono allievi degli allievi degli allievi etc. etc.

C'è un solo modo per poter bypassare il problema della mistificazione: andare alla fonte, cercare l'ispirazione diretta dall'alto. 
In questo sono stato decisamente facilitato dal mio estro artistico che mi ha sempre portato a lasciarmi guidare dalle intuizioni, fin da quando ero bambino.

Credo di avervi già raccontato di quanto sia stato difficile conservare il mio valore, la fiducia nel mio istinto, nei miei talenti; la società, la famiglia, la chiesa, il sistema politico, tutto concorre ad appiattire ogni tuo impeto spirituale, a edu-castrare.

Mi ci è voluto tempo e molte prove dolorose.

Da tanti anni ho inserito nel mio stile alimentare l'osservazione meticolosa dell'effetto di ogni alimento per l'organismo, ma poi ho aggiunto a tutto ciò il lavoro per il risveglio della coscienza e... gradualmente si è cominciato a verificare quello che chiamo il trascendere la paccottiglia delle informazioni degli insegnanti fuorviati e fuorvianti.


Ora per me fare macrobiotica significa condurre un grande vita (macros bios), una vita carica di avventura e significato, una vita in cui sto pian piano lasciando cadere i veli che mi separano dalla conoscenza della verità, in cui sto sempre più permettendo all'Esistenza di servirsi di me per gli scopi che ritiene più opportuni.


La stragrande maggioranza di coloro che sono ammalati cerca di rimuovere i sintomi, questo è il metodo idiota seguito sulla terra. Si usa per questo la medicina ufficiale con i suoi metodi più che ottusi, ma  vengono usate con lo stesso obiettivo anche le medicine alternative, come la fitoterapia, l'omeopatia e simili. Anche il mangiar meglio è soprattutto visto nell'ottica di togliersi il fastidio del sintomo, quasi mai come mezzo di evoluzione personale: la maggioranza dei cosiddetti macrobiotici che ho conosciuto, ha praticato e pratica l'alimentazione macrobiotica per sentirsi meglio o per curare malattie più o meno gravi, mai o quasi mai per accrescere la propria consapevolezza. Eppure proprio questo era l'aspetto principale dell'insegnamento dei maestri, il loro scopo fondamentale: risvegliarsi dal sonno della coscienza.


Spesso i miei allievi all'inizio delle mie conferenze o dei seminari si stupiscono di quanto spazio dia ad argomenti che sembrano avere così poco a che fare col cibo e la cucina. Poi però, li conduco per mano gentilmente e li porto a capire che a nulla serve mangiare meglio se non arrivano a comprendere chi sono e che ci stanno a fare sul pianeta.

Posso forse anche sentirmi meglio o addirittura "guarire" dal cancro, ma se rimango un bipede incapace di pensare, avere una emozione superiore o conoscere Dio, a che mi  sarà servito fare macrobiotica?

Enrico D'Errico

 egosumanima