29 luglio 2014

Ritrovare il proprio percorso: bilancio annuale di un'attività in crescita.

29 luglio ’14
Visite al portale Io sono un'anima                   e gli altri blog ad esso collegati                                20.317 in un anno                            GRAZIE!


Domani è un giorno importante per me e credo anche per voi, amici cari che mi seguite con assiduità. 
Sentirmi unito a voi in questo percorso - faticosamente e infine gioiosamente ritrovato - è una delle cose più belle che mi siano capitate nella vita.

Domani, il 30 luglio di un anno fa, pronunciai con soddisfazione queste parole:
“Ecco finalmente il mio primo post!”

Avrete notato che in questo mese di luglio si sono verificate importanti novità, come l’essere affiancato da nuovi amministratori, in modo da poter condividere il lavoro con i più assidui e validi sostenitori e potermi dedicare alle altre cose che amo e debbo fare: scrivere gli articoli del blog, portare avanti la stesura dei miei libri, delle composizioni musicali e preparare i seminari della stagione 2014/2015.


Se fare un bilancio vi sembra una cosa anti-evolutiva, una cosa che vi ricorda stantie riunioni aziendali, dove manager incravattati e compiaciuti leggono sui loro tablet che il loro business è in crescita, e che gli utili sono tali da permettere nuovi investimenti……. beh, allora è meglio non leggiate questa mia lettera.

Negli ultimi decenni molto è stato scritto sull’argomento della PROSPERITA’.
Coloro che sentono una grande ricchezza interiore comprendono costantemente che quel che è “fuori” è come quel che è “dentro”; quindi spesso questa ricchezza interiore si traduce in ricchezza sul piano materiale.
Vi chiedo però, come sempre, di non usare per leggere solo la mente con cui andate a fare la spesa al supermarket ma di percepire le cose dal centro del vostro cuore.

Se la chiesa ci ha insegnato che la ricchezza è del diavolo e la povertà è santa, quel che dovete fare è semplicemente “gettare al sole” simili castronerie.
Buttate via il concetto che spiritualità e povertà vadano a braccetto!

Ma estromettete, sradicate dal vostro campo anche idee fisse come “se non sono ricco all’esterno, se sono povero materialmente allora non significa forse che sono povero interiormente?!?”
Queste sono tutte sciocchezze!

Lasciate semplicemente fluire il divino che è in voi…. “lasciate che sia”!

Fate così….non sradicate un bel niente, non strappate le erbacce col rischio che, con la confusione in cui normalmente agite impulsivamente – e spesso compulsivamente – non togliate per errore anche il grano degli insegnamenti della Sacra Tradizione, le cose sulle quali dobbiamo fondare il nostro cammino, le nostre Radici. (Matteo 13 cap. 13 versetti da 24 a 30).

Risvegliatevi all’unica Realtà possibile, alla Verità eterna e immutabile: siete tutto ciò che esiste, in Pace e Bellezza, da sempre e per sempre.

Enrico D’Errico
egosumanima

25 luglio 2014

“La Malattia: una nuova comprensione si fa strada” 7)

Questo articolo va ricollegato alla serie composta da altri 6:



Sulla gelosia.

“Il cuore calmo è la vita dell’organismo carnale, ma la gelosia è marciume alle ossa.”
(Proverbi 14:30)

Il libro biblico di Proverbi fu scritto dal Re Salomone, prospero e amorevole monarca, saggio giudice, visionario e profeta.
Egli nacque a Gerusalemme intorno al 1011 a.C. dove morì nel 931 a.C.
Fu il terzo re d'Israele, successore e figlio del Re Davide, la cui discendenza condusse poi fino a Gesù.

Il suo regno* è datato circa dal 970 al 930: quarant’anni in cui elargì copiosamente al mondo la sua visione, condividendo col prossimo ciò che era in grado di canalizzare.
Uno dei suoi doni più preziosi è proprio il libro da cui è tratta la scrittura su cui intendo basare quest’articolo.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un graduale e veloce innalzamento della coscienza, cosa che ha portato alcuni lungimiranti e ispirati esseri umani a elaborare nuovi paradigmi e scrivere libri sul tema della medicina, sull’arte sacra di prendersi cura di sé per ritrovare il cammino perduto.
Così sono state riscoperte, riformulate e messe a disposizione del pianeta “nuove” o “antiche” saggezze, come le terapie essene, la nuova medicina germanica del dottor Hamer, la filosofia macrobiotica, la metamedicina promossa da Claudia Rainville, l’omeopatia di Hanneman, la floriterapia di Bach, il digiuno, i Ching, lo shiatsu, il chi kung e il thai chi, le arti marziali, lo yoga e la meditazione, la preghiera, l’arte e così via…

Personalmente, vita dopo vita, ho approfondito molte di queste sacre discipline, ma in realtà penso che la maggiore forza guaritrice sia ritrovabile nei testi religiosi più antichi come ad esempio il Corano, la Bhagavad Gita, Il Kebra Nagast, i testi sacri del Sufismo, la Kabbalah, i testi di magia alchemica, la Bibbia o anche i testi più recenti di Teosofia come quelli della Blavatsky, di Leadbeatter, di Alice Bailey, Annie Besant, Rudolf Steiner, i testi di magia di Aleister Crowley, i rivoluzionari libri di Gurdjieff, i magnifici libri dell’Agni Yoga fino ad arrivare al meraviglioso lavoro portato avanti da Alejandro Jodorowsky.

Come alcuni di voi sanno, proprio sulle sacre scritture ebraico-aramaiche e greco-cristiane ho focalizzato la mia attenzione sin dagli anni ’70.
Più leggo e medito la Bibbia e più vedo quanto essa, se letta con gli occhi del cuore, sia una delle cose più utili e preziose che siano state donate al genere umano.

A volte, cari lettori, ho l’impressione che vi perdiate in un mare d’informazioni spulciate un po’ qui e un po’ là, traendole dai libri, dai seminari che frequentate e dalla rete.
A me pare evidente che ancora una volta rischiate di rafforzare eccessivamente il vostro corpo mentale, spesso sino troppo ben strutturato. Ciò può recare maggiore difficoltà a usare la mente intuitiva per comprendere le cose, anziché sciogliere il vostro cuore al fuoco delle emozioni superiori.

Forse fareste bene a tornare all’essenziale, a semplificare il vostro percorso focalizzandovi su cose semplici come farvi da mangiare con amore, fare una passeggiata nei boschi, prendervi una tazza di tè in un bel bar del centro.
Forse, riguardo al tema della salute, potreste trovare utile leggere anche ciò che da millenni è scritto in libri come quello dei Proverbi.

La scrittura sopra menzionata è semplice ed essenziale...direi perfetta:
dice che: se il mio cuore è calmo e sereno il mio corpo sta bene, punto.
dice che: se provo gelosia il mio corpo sta male, punto.

Nella mia esperienza di lavoro a contatto delle persone di cui provo a prendermi cura, ho riscontrato centinaia di volte la semplice veridicità di questa indicazione scritturale che in modo particolare va riferita alle patologie concernenti le ossa e le articolazioni.
Nelle consultazioni individuali mi servo soprattutto dell'intuito, ma per giungere ad una diagnosi mi baso anche su una metodologia orientale che si rifà alla Legge dei cinque elementi o cinque trasformazioni. 
Le patologie che riguardano le ossa sono, fisiologicamente parlando, da attribuire ad una disfunzione dell'elemento acqua che si somatizza in problemi a carico della vescica e dei reni.
Sono molte le cose che possono aiutare a capire dove sia localizzato il problema più consistente, come ad esempio osservare quale odore emana dall'alito e dal corpo.
E, guarda caso, l'odore di chi ha problemi renali e alle ossa sa di putrido, di marcio.

La gelosia è marciume alle ossa


*Il regno di Salomone viene considerato dagli ebrei come un'età ideale, simile a quella del periodo augusteo a Roma. La sua saggezza, descritta nella Bibbia, è considerata proverbiale. Durante la sua reggenza venne costruito un Tempio  che divenne leggendario per le sue molteplici valenze simboliche. Particolari su vita, opere e saggezza di Salomone sono narrati anche nel Kebra Nagast (testo etiope redatto tra il IV e il VI secolo d.C., ma nella sua versione definitiva nel XII secolo).


Enrico D'Errico
 egosumanima


22 luglio 2014

Non manco di nulla! 4)




Il vangelo di Matteo 6:6 dice
"Ma tu, quando preghi, entra nella tua stanza privata e, chiusa la porta, prega il Padre tuo che è nel segreto; allora il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà. 
Se leggiamo utilizzando solo la mente, questo meraviglioso passo della Bibbia non potrà mai disvelarsi e offrirci i suoi doni preziosi.
Vi chiedo: è lecito per un essere sulla strada del Risveglio non riscattare del tempo di qualità per dedicarsi, con cuore disponibile, alla lettura di un brano di tale sacralità?
Come possiamo solo pensare di riuscire a crescere se perdiamo opportunità simili?

Se non indaghiamo con gli occhi del cuore possiamo vedere solo la superficie delle cose. 

Ricominciamo quindi a leggere il versetto 6 con tale spirito. 
"Ma tu, quando preghi..."
Qui si presuppone, si da per scontato che tu - perché Tu sei il destinatario di questa sacra scrittura - abbia l'abitudine di pregare, di mantenerti cioè in contatto col divino che è in te, con costanza e assiduità.
"Ma tu, quando preghi, entra nella tua stanza privata..."
'Entra nella tua stanza' non è certo soltanto un suggerimento a chiudersi nella propria camera per poter pregare indisturbati (anche perché altrimenti significherebbe che possiamo parlare con Dio solo se siamo a casa nostra, mentre altrove no!?!).

Qual'é la tua stanza, quella realmente privata?


E' chiaramente un invito a raggiungere un diverso stato di Coscienza, entrare nella stanza dove non penetrino i mormorii della mente e i lamenti della pancia con le sue continue e fuorvianti (che ti portano 'fuori dalla Via' che dovresti percorrere) emozioni grossolane.


"...e chiusa la porta..."
Gli esseri umani hanno la tendenza a dividere in modo netto e duale le proprie esperienze, 'questo mi piace-questo no, la tale cosa è giusta e quella invece è sbagliata, io la penso così e ho ragione mentre gli altri hanno torto, etc. etc'.
E' necessario vedere quanto tu sia propenso a catalogare, selezionare e giudicare senza tregua ogni cosa.
Non deve esistere in te il desiderio di cercare sempre un luogo dove rifugiarti e sfuggire i "pericoli del mondo", un posto dove 'chiudere la porta' per lasciarti alle spalle ciò che non ti piace.
Noi siamo guerrieri e affrontiamo intrepidamente quel che la vita pone sul nostro cammino, felici di incontrare e sgominare i nostri spettri più temuti inondandoli d'amore e bellezza.

Se senti il bisogno di pregare è segno che sei dimentico della tua vera natura, che non ricordi di essere Dio; infatti il versetto prosegue dicendo

"...prega il Padre tuo che è nel segreto..."
Il Padre è tuo, tu sei in lui e lui è in te, nel tuo luogo più profondo, custodito, segreto. 

"...allora il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà."


Allora vedrai con chiarezza ciò che finora avevi celato a te stesso, scoprirai che questo segreto non è affatto nascosto ma è evidente: tu sei tutto ciò che c'è e questa è la migliore ricompensa che puoi ricevere.


Enrico D'Errico

 egosumanima

20 luglio 2014

Comunicare 2

continua da Comunicare, post del 21 agosto 2013 e dal recente articolo "I luoghi della menzogna"






Nel post dell'anno scorso ho parlato dello stupore attonito dell'anziana donna romana di fronte al dilagare compulsivo del comunicare in rete con sms, chat, what's up, social network e simili.

E' sempre più evidente che si tratta del tentativo disperato di ritrovare se stessi comunicando con altri, quasi in segreto, mai guardandosi negli occhi...
Milioni di persone - come anime perse - avvertono la morsa dell'angoscia esistenziale e cercano di essere al centro dell'attenzione di qualcun altro.
Contemporaneamente milioni di altri individui, nelle loro case, negli uffici, nei negozi in cui non si vede neanche l'ombra di un cliente, tengono gli occhi fissi su un PC, per trovare il modo di sbarcare il lunario, cercare di trovare un lavoro, una soluzione per pagare l'affitto o il mutuo, le bollette, le rate della cucina nuova o della macchina.



Questo vecchio "sistema di cose" è agli sgoccioli; 
i nostri simili inconsapevoli sono nel panico.
E noi, come ci sentiamo? Le nostre vecchie credenze, le pseudo-sicurezze si stanno sgretolando e forse non siamo ancora riusciti a costruire un edificio stabile, un centro di gravità permanente.
Siamo nella terra di mezzo, forse smarriti e preoccupati.

Ma la scrittura di Luca 21: 28 ci conforta dicendo:
"Quando vedrete accadere tutte queste cose, alzate la testa e levate gli occhi al cielo perché la vostra liberazione si avvicina."
E' giunto il tempo di lasciare con fiducia questa vecchia barca che fa acqua da tutte le parti ed entrare con passo deciso nel "Nuovo Sistema di cose", nel Regno preparato da noi stessi per noi, da tempo immemorabile.



Enrico D'Errico
 egosumanima

13 luglio 2014

I luoghi della menzogna



Baserò quest’articolo su una scrittura del nuovo testamento che si trova nel libro di Efesini al capitolo 4, verso 25:
 “Perciò, ora che avete allontanato la falsità, dite la verità ciascuno al suo prossimo, perché siamo membra appartenenti gli uni agli altri.” 
Osservando in questi ultimi anni il mio personale comportamento e quello dei miei simili è stato piuttosto facile notare la comune tendenza di ricadere in un atteggiamento mistificatorio rispetto al dolore che ognuno sperimenta, l’angoscia esistenziale che attanaglia tutti coloro che sono lontani dal Creatore e da se stessi.

Ci telefoniamo, ci incontriamo per strada e la prima cosa automatica che diciamo è “come va? come stai?” Ma la verità è che non ci importa un bel niente di sapere come sta la persona a cui rivolgiamo questa domanda, né chi risponde è in grado di essere sincero in merito alle proprie reali condizioni interiori, e quindi, mentendo, dirà “bene, grazie, e tu?”

Con i social network, luogo ideale della menzogna, accade la stessa cosa.
Gruppi – o forse sarebbe meglio dire branchi - di persone che s’incontrano senza incontrarsi mai davvero e che dicono sempre il falso a se stessi e agli altri scambiandosi centinaia di ridicoli “mi piace”o le solite foto di tramonti, gattini e cagnolini o primi piani che li ritraggono in pose dove sorridono manifestando una finta gioia.
Andrea Panatta, nel suo bel post del 26 giugno 2014, mette in risalto anche l’aspetto del narcisismo quando dice….”scriverai frasi fiche su facebook per convincere te stesso e gli altri che hai capito, che stai lavorando su te stesso, che sei sulla strada... senza capire che questa è l'ennesima trappola della mente, l'ennesimo scherzo dell'intelletto”.

Nessuno conosce se stesso ma avverte comunque un disagio che non sa identificare con chiarezza e non deve mai essere palesato agli altri componenti della società che smetterebbero immediatamente di considerarli della loro cerchia se dicesse il vero, cosa che rischierebbe di porli in contatto col dolore che, a fatica e costantemente annegano nel loro mare scuro.

Anni fa ho provato ad affrontare in modo deciso e psicomagico il mio mare nero, le mie paure profonde e sconosciute, ciò che ho ereditato dal mio albero genealogico.
Avevo già da tempo cominciato a frequentare i seminari di Alejandro e Christobal Jodorowsky, coloro che considero ancora adesso fra i migliori insegnanti di risveglio interiore. Nei primi anni mi venivano affidati degli atti da compiere aventi lo scopo di sciogliere i miei schemi di pensiero, i traumi che rappresentavano i nodi esistenziali che la mia famiglia non era stata in grado di sciogliere; si tratta di episodi che in realtà appartengono praticamente a tutte le famiglie, e cioè traumi come aborti, stupri, omicidi, violenze domestiche e violazione della propria sacra identità. Parallelamente svolgevo già da anni un lavoro di osservazione su me stesso iniziato grazie alla frequentazione del Centro Studi Acquariani, fondato in Liguria da Massimo Bianchi e ciò mi aiutava ulteriormente a scoprire i miei automatismi inconsci e quindi invisibili all’uomo comune.

Ero entrato in contatto con alcuni dei miei nodi da sciogliere e ora finalmente mi sentivo in grado di cominciare a “camminare con le mie gambe”. Decisi quindi autonomamente il tipo di atto psicomagico che avrebbe potuto aiutarmi.

Avevo una barca a vela di dieci metri ormeggiata nel porto di Lavagna che utilizzavo per lavoro ma anche e soprattutto per diletto. Sebbene sia nato in Liguria, a pochi metri dalla spiaggia di Quinto, in provincia di Genova, non avevo alcuna esperienza di come sfruttare il vento perché avevo sempre avuto solo motoscafi a motore. Inoltre, sebbene papà Francesco mi avesse insegnato a nuotare portandomi con sé nelle sue battute di pesca subacquea in apnea, il mare m’incuteva ancora timore. Marco, un mio amico skipper, si offrì di insegnarmi i primi rudimenti della navigazione a vela; io accettai volentieri ma sentivo che avrei imparato meglio se avessi sciolto gli ormeggi e fossi uscito dal porto da solo.

Così un giorno, al tramonto, quando tutti le altre imbarcazioni rientravano, presi la decisione di imparare da solo a gestire la mia barca ed insieme le mie paure.
Dovete sapere che d’estate, nella Liguria di Levante, di giorno c’è bonaccia, cioè vento ce n’è pochissimo o niente del tutto, mentre invece quando fa scuro è possibile avere la soddisfazione di veder gonfiare le proprie vele in un batter d’occhio.
Scelsi una notte senza luna e mi diressi risolutamente verso il mare aperto; aperto si ma, vi garantisco, ai miei occhi nero e minaccioso. Appena poco dopo aver passato la diga foranea e il faro di segnalazione, spiegai prima la randa, la vela dell’albero maestro e poi il fiocco; avevo molta ansia ma questo era niente in confronto alle emozioni che mi avrebbero travolto di lì a poco.
Il vento già generoso – sette/otto nodi – con una folata improvvisa, raddoppiò la sua velocità; i miei occhi erano incollati al manometro situato davanti al timone cui mi aggrappavo con forza; le mani, come rampini, pressoché congelate, il cuore che batteva all’impazzata.
La paura, quella vera, prese un’ulteriore impennata quando mi accorsi che non avevo indossato il giubbotto di salvataggio; la normativa impone di averlo a bordo, non di indossarlo. Io però avevo deciso di metterlo già prima di partire ma, ahimè, me ne ero dimenticato!

Un’ulteriore folata portò la velocità del natante a quasi 20 nodi; ora, io so che alla maggior parte di voi questo numero dice poco o nulla, ma vi assicuro che per un velista inesperto avere un vento di tale portata che gonfia le vele in modo violento è una cosa veramente impressionante. Ormai il panico dilagava e il massimo dell’intensità emotiva sopraggiunse quando la barca s’inclinò di circa 40/50 gradi sul fianco sinistro: “sto per scuffiare” pensai, che significa sto per ribaltarmi! Non sapevo che la mia barca fosse in grado di tollerare simili sollecitazioni; anzi, in seguito mi fu detto che, con il mio tipo di scafo, studiato per situazioni estreme, anche in caso di rovesciamento, dopo aver fatto un giro su se stesso, si sarebbe potuto rimettere in asse da solo!

Finalmente, nel tentativo di riprendere il controllo, riuscii a sciogliere il fiocco, abbassare un poco la randa e prendere il vento solo in poppa: andavo veloce come un fuso, in piena sicurezza!
aaah, che meraviglia! Il livello adrenalinico si stabilizzò e capii che il mare, anche il più oscuro, non era un’entità minacciosa ma un amico benigno.

Non so su quale particolare trauma abbia lavorato in quell’avventura: il mio scopo era in un certo senso “ripulire, ripulire, ripulire”, come afferma la disciplina di ho’ oponopono.
Ora non ho più paura di uscire in mare, anche quando è molto burrascoso; giro per le zone più malfamate di qualsiasi metropoli italiana, anche in piena notte, non provando alcun timore perché mi sento sempre a casa, protetto e soddisfatto.

In conclusione, il morale della favola è:
Imparate a togliere l’antico freno a mano della vostra macchina biologica; sciogliete gli ormeggi e osate andare nel mare aperto della Vita vera e non abbiate più paura del buio che incontrate: con la luce del vostro sguardo rinnovato potrete illuminare ogni zona d’ombra e aprire finalmente il vostro cuore.
Siatene certi.

Enrico D’Errico

 egosumanima

9 luglio 2014

Una vita di quieta disperazione 2


So che molti fra voi amici e amiche che mi leggete, non vedete l'ora di "liberarvi dei vostri SINTOMI COSI' FASTIDIOSI!". E' la vostra ossessione a liberarvi del disagio la vera patologia. E su questa cosa fanno presa facilmente molti guru, santoni, guaritori, maestri, tutti ovviamente "pseudo".... 
Ormai non passa giorno che riceva richieste di aiuto da persone che hanno già provato di tutto, ottenendo solo il risultato di 
- "innescare una spirale discendente"  
- "scendere nella scala del tono". 

Il problema è che siete così bolliti che non ci capite più un accidente e siete costantemente sulla soglia del panico. 
Che fare allora? Come uscire da questo incubo? 
Intanto....  
- la prima cosa da fare è senza dubbio smettere di fingere a voi stessi e agli altri che non avete alcuna paura e che state benissimo. 
- poi, come siete stati avvertiti più di una volta, non fatevi mettere le mani addosso da nessuno; NESSUNO. (A meno che non arrivi il Nazareno e abbia con se: certificato di nascita e di morte, certificati di residenza celeste e terreno, stato di famiglia, carta d'identità, passaporto, codice fiscale, p. iva, e patente di Guida. Quest'ultimo documento risulta essere ovviamente il più importante.)

Enrico D'Errico
 egosumanima

3 luglio 2014

Sono tutto ciò che esiste

Gli ultimi 25 anni della mia vita sono stati un continuo alternarsi di situazioni che non riuscivo mai ad interpretare nel modo migliore, quello del cuore. Sottoposto come tutti gli esseri umani alla Legge di Compensazione, passavo da una fase di euforia in cui mi sentivo Superman a un'altra, ineluttabile, in cui entravo in un banco di nebbia spessa e avvolgente dove ogni cosa sembrava non funzionare per il verso giusto; è stato molto difficile e lungo giungere fin qui, a me, a voi, a questa quiete immutabile e persistente che mi consente di sentirmi finalmente “Re del mio Regno”, creatore insieme a voi di questa nuova ed antica Realtà dove tutto è perfetto nella misura in cui io manifesto calma, fiducia e arrendevolezza.

Non permettete a niente e nessuno di tarparvi le ali ma smettete di pensare che esistano nemici “là fuori” che abbiano il potere di deviare il vostro cammino. Siete creature straordinarie, in cammino perpetuo alla ricerca della Bellezza e della completezza.

Non cercate il Risveglio come qualcosa di lontano da voi: voi tutti siete già svegli, lo siete sempre stati e siete tutto ciò che esiste.

Enrico D'Errico
 egosumanima