Mi direte che dico e ridico sempre le stesse cose, ma
“repetita iuvant” dicevano i nostri antenati di lingua latina, e cioè il
ripetere aiuta. E siccome siete - siamo se volete – “un po’ de coccio”, anche
oggi vi voglio parlare delle mie considerazioni in merito al lavoro di sostegno
che svolgo ormai dalla fine degli anni ’80. Fino a poco fa pensavo di essere un
terapeuta e un educatore perché questo è l’approccio che ho sviluppato e
perfezionato nel tempo; ora sono consapevole che se veramente voglio essere
d’aiuto ai miei simili, siccome essi altro non sono che parti di me, devo
focalizzarmi sulle memorie, sui ricordi e sui pensieri che entrano in risonanza
nelle mie relazioni creando attrito e disagio. Mi assumo la piena
responsabilità di quanto accade e chiedo al divino di aiutarmi a sciogliere,
bonificare, ripulire ciò che contrasta con il fluire armonico dell’evoluzione
e, magicamente, mentre ripulisco e sciolgo i miei nodi si puliscono anche
quelli degli altri, immancabilmente.
Le persone non sono consapevoli di scegliere costantemente
ciò che vogliono sperimentare, non sanno di essere i creatori della loro
realtà; poi, una volta che si verifica ciò che loro stessi hanno chiesto, se ne
lamentano. Quest’atteggiamento è una vera e propria piaga endemica, è come un
virus che ha contagiato il genere umano. In un certo senso è un comportamento
schizofrenico che ci debilita e ci fa perdere molta energia; si crea una
spirale discendente in cui poi è difficile risalire verso l’alto.
Ma noi possiamo fare la differenza, noi abbiamo davvero il
potere di cambiare le cose!
Quindi se sentite di poter essere d’aiuto ai vostri
familiari, ai vostri amici e fratelli meno consapevoli, evitate di contraddirli
o di mettere in risalto i loro comportamenti errati; lavorate in silenzio solo
ed esclusivamente su di voi: il resto verrà da sé.
Enrico D’Errico egosumanima