13 gennaio 2015

L’ORGOGLIO E' PRIMA DEL CROLLO 2

prosegue da L'ORGOGLIO E' PRIMA DEL CROLLO

Come ho già detto siamo davvero alle soglie di un nuovo sistema di cose.

Ma quali possono essere i pericoli e le trappole disseminate lungo il cammino verso il Risveglio?
Un uomo vissuto molto tempo fa, a causa della sua impazienza e del suo orgoglio inciampò lungo il percorso: si chiamava Mosè.

Egli aveva una speciale relazione con Dio e i privilegi che aveva erano incommensurabili. Per le sue qualità di condottiero era stato scelto per guidare il popolo ebraico. Mosé era davvero un uomo empatico, compassionevole, audace e perseverante, eppure, sotto la pressione dei suoi amati fratelli sempre lamentosi e insoddisfatti, commise un grave errore: peccò d'orgoglio.


Il capitolo 20 del libro di Numeri, ai versetti da 1 a 13, parla di una situazione delicata: l'acqua scarseggiava e aumentava proporzionalmente il malcontento.
Dio aveva dato precise istruzioni sul da farsi a Mosé e Aaronne. Fu usata una verga per percuotere la roccia e far sgorgare l'acqua: un vero miracolo, ma ciò che Mosé dimenticò fu di attribuire il merito di quanto avveniva a Dio.
In questo modo perse il suo favore.

"...per la ragione che voi agiste indebitamente verso di me in mezzo ai figli d’Israele alle acque di Meriba di Cades nel deserto di Zin; per la ragione che non mi santificaste in mezzo ai figli d’Israele." (Deuteronomio 32:51) 



Conosco l'orgoglio e mi permetto di parlarne proprio perché so cosa succede quando impregna il corpo emotivo.
Ho trascorso buona parte della vita su un'altalena che portava dall'arroganza, l'orgoglio e la presunzione al senso più estremo di indegnità e mancanza di valore.
Fino a che sei identificato con la personalità sei sottoposto alla legge di compensazione, la quale ti abbandona solo quando ti riconosci pienamente con l'anima che sei.

Quando questo accade ti trovi in una condizione di stabilità mai sperimentata in precedenza e, anche se ti senti un glorioso guerriero, sai che devi attribuire il merito di ciò che hai e sei soprattutto al Padre.


Vi invito ora a considerare altre scritture come 


Proverbi 16:18
"L’orgoglio è prima del crollo, e lo spirito superbo prima dell’inciampo."
Primo Corinti 10:12
"Quindi chi pensa di stare in piedi badi di non cadere." 

«La natura inferiore nell'uomo è talmente ostinata e coriacea che ogni vittoria che egli riporta su di essa è una vera prodezza. Tuttavia, anziché vantarsi di quella prodezza, egli deve rimanere modesto. E per rimanere modesto, deve pensare che il merito non è suo ma del Signore, che gli ha dato il potere di dominare i suoi cattivi istinti. Perciò, ogni volta che riportate una vittoria su voi stessi, dite: «Non a me, Signore, ma al Tuo Nome va il merito». Altrimenti rischiate di cadere nelle trappole dell'orgoglio, e si sa in quali vertiginose cadute sono stati trascinati tanti orgogliosi.
E quando ricevete dei complimenti per aver agito bene o per aver fatto un buon lavoro, dite ancora: «Non a me, Signore, ma al Tuo Nome va la gloria». Poiché facendo il vostro elogio, può accadere che involontariamente – o talvolta volontariamente! – gli altri vi tendano dei tranelli: rischierete di prendere le loro parole troppo seriamente, vi crederete già arrivati in cima, il che è pericoloso per il vostro sviluppo interiore poiché avete sempre dei progressi da fare.
Non è per la nostra gloria, ma per la gloria di Dio che dobbiamo sempre lavorare, poiché in quella impersonalità ci avviciniamo al nostro Sé superiore. La vera gloria dell'essere umano è la gloria di Dio.» 
Omraam Mikhaël Aïvanhov 


Romani 12:3

"Poiché per l’immeritata benignità datami dico a ognuno che è fra voi di non pensare di sé più di quanto sia necessario pensare; ma di pensare in modo da avere una mente sana, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha distribuito." 

Enrico D'Errico
 egosumanima