13 giugno 2015

Amare i nostri carnefici

I nostri antenati vissuti ai tempi del profeta Giosuè erano definiti uomini "dal collo duro" e in genere, per ottenere qualcosa da loro, era necessario minacciarli:
non fare questo altrimenti ti assegno una punizione pari al problema che hai causato, in poche parole la legge del taglione, occhio per occhio, dente per dente.

Era così difficile per gli esseri umani soddisfare i requisiti della Legge di Dio che su tutto il genere umano si accumulò un grande debito karmico.

Allora, duemila anni fa giunse Gesù che divenne Cristo per sbloccare la ruota del karma e ammorbidire il collo degli uomini, ammorbidire il loro cuore di pietra.

C'è voluto molto tempo perché il sacrificio di Cristo sortisse dei risultati visibili e ora finalmente qualcosa comincia ad insinuarsi in noi, alcuni cominciano a sentirsi vivi!


Ma certo poi, non appena i nostri carnefici si accorgono che potrebbero perdere creature da spolpare, si danno un gran daffare per ostacolarci.

Spesso avete paura perché i vostri spettri si riprersentano regolarmente facendosi beffe degli sforzi di osservarvi, di trovarvi belli e perdonarvi.


Allora... può esserci  strategia migliore se non quella di assecondarli, di fargli pensare che neanche ci siamo accorti di loro, e che continuiamo a muoverci come automi servizievoli?!?

Però sapete bene che questa farsa potrebbe non durare a lungo e che alla minima distrazione potreste perdere la concentrazione e la vostra determinazione.


Allora chiedete aiuto alle truppe speciali, alle legioni intere di Santi che hanno vinto la battaglia prima di voi, ai risvegliati e illuminati di ogni tempo. Chiamate a raccolta gli iniziati, e suplicate tutti dicendo:

"Fratelli miei io sto soccombendo, e certamente sarò annientato. Ma se vi unirete a me il mio passo diverrà sicuro. Impavido muoverò incontro al nemico e i miei fendenti andranno certamente a segno."

Così, a poco a poco, la vostra marcia di soldatini ubbidienti comincia ad acquistare velocità, sempre più forte fino a creare un vortice al cui interno si trovano come intrappolati i vostri nemici, i vostri fratelli dell'ombra. La nostra marcia, ormai incessante e possente, si trasforma in danza. E mentre marciamo danzando e danziamo marciando, dal nostro cuore nascono voci che, attraversando la gola, diventano canti di pace, canti di guerra misericordiosa. (Vedi Giosué capitolo 6)


Li cingete d'assedio senza tregua.
Li inondate col vostro amore.

Enrico D'Errico
 egosumanima