19 settembre 2013

"Ma se Dio c'è...

...perché permette la malvagità?"
Questa frase risuona nelle bocche dei senza fede e degli increduli da millenni. E questo è proprio ciò che si verifica quando Dio è compreso solo nel campo delle credenze e non della fede, dove per fede intendo sapere, sentire che Dio c'è, io in lui e lui in me.

Quando ero ragazzo in Italia ci fu uno dei primi episodi di cui i media fecero banchetto, e cioè il rapimento in Versilia di Ermanno Lavorini; poi ricordo il bimbo caduto nel pozzo a Vermicino...
"...eh...se Dio ci fosse...non lo permetterebbe!"
(ci tengo a precisare che non intendo offendere nessuno e ho rispetto non solo per coloro che sono stati oggetto di tali "disgrazie" ma anche per chi apre la bocca e parla senza alcun giudizio)

Il modo duale di ragionare impregna da sempre la terra, quindi per tutti Dio sta solo con i buoni mentre Satana è coi cattivi! Effettivamente con la mente adatta ad andare a far la spesa o a dialogare coi colleghi di lavoro, certe verità non possono essere comprese, come il fatto che tutto ciò che esiste è opera del Padre e tutto quanto è perfetto, e ovviamente anche gli eventi considerati sbagliati sono da lui permessi.

Come sempre per sostenere e avvalorare quanto detto finora vorrei citarvi delle scritture.
Andiamo di nuovo a pescare dalla nostra copia della Bibbia la storia di Giobbe al capitolo 1.
Giobbe era un uomo irriprovevole e retto, temeva Dio e si ritraeva dal male. Era grandemente benedetto e viveva in prosperità avendo sette figli e tre figlie, settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di bovini, cinquecento asine e molti servi.
Al verso 6 si parla di una riunione in cielo alla quale era presente anche Satana. Egli osò affermare che Giobbe era un devoto servitore di Dio solo perché aveva grande abbondanza e benedizioni: "Non hai tu stesso posto una siepe attorno a lui e attorno alla sua casa e attorno a ogni cosa che ha? Hai benedetto l'opera delle sue mani e il suo stesso bestiame si è sparso sulla terra". (Verso 10)
Satana aggiunse che se tutto ciò gli fosse stato tolto, Giobbe avrebbe certamente rinnegato Dio. "Ma, per cambiare, stendi la tua mano, ti prego, e tocca tutto ciò che ha e vedrai se non ti maledirà nella tua medesima faccia". (verso 11) Allora Dio accetta la sfida e dice al diavolo: "Ecco, ogni cosa che ha è nella tua mano. Solo non stendere la tua mano contro lui stesso!" (verso 12). Il Padre quindi da carta bianca ma impone un limite: non uccidere Giobbe. 
Satana allora, col permesso di Dio, infierisce su di lui uccidendo i suoi figli e tutto il suo bestiame; quindi, visto che, nonostante tutto ciò Giobbe non rinnegava Dio, il diavolo lo fece ammalare così gravemente che persino sua moglie gli urlò contro "Maledici Dio e muori!" Ma Giobbe rispose: "Accetteremo dal vero Dio semplicemente ciò che è buono e non accetteremo anche ciò che è male?"

Utilizzo il racconto biblico di Giobbe frequentemente perché lo ritengo utile non solo per capire le prove a cui ogni abitante del pianeta è sottoposto ma anche per comprendere quanto il diavolo sia in grado di gestire le faccende umane.

Come abbiamo visto Satana ha libero accesso a  terra e cielo, dove addirittura può partecipare a riunioni speciali; inoltre in molte scritture si parla della sua potenza e capacità. In Giovanni 14:30 egli viene definito "il governante del mondo"; e che Satana abbia il controllo del pianeta è confermato da Matteo 4:8 e 9, dove infatti offre a Gesù tutti i governi del mondo: se lui non ne avesse il controllo non avrebbe potuto offrirli a Gesù.

Ora, visto che tutto il mondo giace sotto il potere del Malvagio, che possiamo fare noi, dove possiamo trovare rifugio? 
Nessun padre amorevole abbandona i propri figli, quindi possiamo certamente aspettarci che Dio difenda con impegno quelli che ama.



Il libro biblico dei Salmi è di grande aiuto per coloro che si sentono affranti o in pericolo; ad esempio Salmo 18:2 dice "Geova è la mia rupe e la mia fortezza e Colui che mi provvede scampo. Il mio Dio è la mia roccia. Mi rifugerò in lui, il mio scudo e il mio corno di salvezza, la mia sicura altezza".

Anche Salmo 31:1-5 e 71:1-5 contengono lo stesso soggetto, ma il passo che amo di più e da cui maggiormente ho tratto conforto nelle mie ore buie è contenuto nel Salmo ventitreesimo: 
"Geova è il mio pastore. Non mi mancherà nulla. Mi fa giacere in erbosi pascoli; Mi conduce presso irrigui luoghi di riposo. Ristora la mia anima. Mi guida nei sentieri battuti dalla giustizia per amore del suo nome. Benché io cammini nella valle della profonda ombra non temo nulla di male, perché tu sei con me; la tua verga e il tuo bastone sono le cose che mi confortano. Mi imbandisci davanti una mensa di fronte a quelli che mi mostrano ostilità. Hai spalmato d'olio la mia testa, il mio calice è ben pieno. Di sicuro la bontà e l'amorevole benignità stesse mi inseguiranno per tutti i giorni della mia vita; e certamente dimorerò nella casa di Geova per la lunghezza dei giorni".

Enrico D'Errico