27 settembre 2013

Alchemizzare le passioni


I padri della chiesa parlano estesamente della necessità di lavorare molto per controllare i desideri passionali.

Vi ho già consigliato di leggere almeno alcuni dei loro scritti raccolti nella Filocalia, perché sono veramente particolari. C’è in essi una passione speciale per il Cristo, un amore che li divorava costantemente. E se siete alla ricerca di voi stessi e della vostra strada, potreste trovare molte utili indicazioni.

Ma come forse sapete, negli ultimi anni, nell’ambito della normale evoluzione cui sono sottoposte tutte le cose, si sta facendo strada una visione molto interessante. Affermare che esistano in noi sia il male sia il bene sembra ora appartenere a un concetto di dualità che va rivisto. 

Le mie caratteristiche più negative, le mie passioni più grossolane, sono veramente da eliminare? 
Non potrebbe trattarsi di qualità che non vanno represse ma “alchemizzate”?
Facciamo un esempio pratico con la caparbietà: e se si trattasse di determinazione a uno stadio ancora grezzo?


So che il cammino per ritrovarsi passa attraverso un lungo e paziente lavoro su di sé. E sono certo che il Padre non ha l’abitudine di dividerci tra buoni e cattivi; come possiamo anche solo pensare che esista un metro preciso per misurare il livello di amore che siamo riusciti a raggiungere, o la quantità di talenti che abbiamo potuto far fruttare? Oltre quale punteggio raggiunto ci potremo assicurare la vita eterna? In quale punto della spirale la mia caparbietà sarà giudicata una buona qualità? Sono sicuro che non possiate davvero pensare in una maniera tanto puerile.

Credo sia molto importante essere aperti alla possibilità che ogni essere umano sia in grado di canalizzare pensieri impregnati di luce, capaci di aiutare il progresso dell’umanità;
naturalmente poi, in base alla nostra conoscenza, ma soprattutto grazie al nostro discernimento “cardiaco”, con l’aiuto del Signore, possiamo scegliere il meglio di quanto ascoltiamo, e inglobarlo nella nostra personale visione della vita.  Questo è perfettamente in armonia con la scrittura di Proverbi 15:22, che dice che “nella moltitudine dei consiglieri c’è la riuscita”.
Possiamo immaginarci l’umanità come un enorme conclave, una gigantesca riunione in cui ognuno ha il diritto e il privilegio di esprimere il proprio punto di vista.
Al termine dei lavori dell’assemblea, viene stabilito “un nuovo codice di leggi a cui adeguarsi”.
Al ritorno nelle proprie comunità o nelle proprie famiglie, ciascuno metterà in pratica quanto stabilito nella riunione, in base alla propria coscienza e alle circostanze locali.

Questo significa che ognuno di noi deve, ripeto deve, andare oltre lo scritto, oltre il codice e la legge.
La Legge, infatti, è e rimane una sola: “Ama Dio e ama il tuo prossimo come te stesso”(Luca 10:27). Questo è l’intero obbligo dell’uomo, ed è per raggiungere l’obiettivo di amare sempre più, che devo impiegare tutti i miei talenti, tutte le mie risorse emotive, mentali e fisiche; è proprio per amare sempre meglio me stesso e il mio prossimo che devo supplicare costantemente il Padre di illuminarmi su ciò che è verità, chiedendogli di darmi un’intelligenza superiore in grado di attualizzare la sua parola scritta, renderla cioè adatta al periodo che stiamo vivendo.
La Bibbia è e resterà per molto tempo ancora uno dei libri ispirati cui fare riferimento con maggiore fiducia. Essa è la parola di Dio, non c’è alcun dubbio, anche se è evidente che è stata ritoccata ampiamente, sia involontariamente sia volontariamente, allo scopo di manipolare i credenti; ma le parole che restano sono comunque effettivamente pregne di una speciale vibrazione divina, ma che è necessario leggere con l’aiuto della nuova luce che il Padre sta inviando ora al genere umano. Il Padre ha sempre concesso questa luce agli adoratori più sinceri e devoti, e ancora agisce in questo modo.

Ai tempi di Gesù, ma anche in precedenza, le scritture erano già disponibili per chi desiderava conoscere la volontà di Dio. Nonostante la classe sacerdotale di allora se ne fosse appropriata, concedendola col contagocce al popolo, la parola di Dio si diffondeva ovunque, e sono sicuro che il principale mezzo di diffusione non era tanto ciò che era stato scritto e trascritto con paziente e amorevole lavoro nei rotoli di pergamena, ma era soprattutto qualcosa che aleggiava nell’aria. Proprio come adesso, la parola di Dio è sempre stata disponibile in una forma sottile, qualcosa di apparentemente impercettibile, ma in grado di ispirare il cuore di coloro che non volevano più adeguarsi alle semplici ed animalesche leggi della sopravvivenza. Un istinto superiore ha sempre guidato persone oneste, persone che pur non avendo mai letto la parola scritta erano piene di Spirito Santo.
Non è ciò che è scritto in un libro che conta, quanto quello che il Padre scrive da sempre nel cuore delle persone, ciò che sussurra piano alle orecchie di chi anela a una vita migliore, coloro che da sempre dimostrano d’essere persone autentiche, oneste, sinceramente alla ricerca della terra promessa.

Se restiamo intrappolati nel concetto di dualità che esiste naturalmente e giustamente sul pianeta, non possiamo adeguarci alla velocità dell’evoluzione. C’è un treno in procinto di partire e sta imbarcando tutti quelli che hanno imparato la lezione, chi è pronto a passare alla classe successiva. Non c’è nulla di sbagliato sul pianeta. Questo è solo il luogo in cui conoscere ciò che non siamo per capire ciò che siamo in realtà.

Il nostro piano di esistenza terreno è speculare rispetto a quello superiore. Tutto è fatto a immagine e somiglianza di Dio. Tutto è come sul piano superiore ma a un livello più grossolano che ha bisogno di sgrossamento, raffinatura.
L’amore di un genitore per un figlio, per grossolano che sia, è sempre a immagine di quello divino, è lo stesso amore ma a un’ottava più bassa, una spirale alchemica inferiore. Non c’è sul pianeta una sola cosa che sia giusta o sbagliata, tutto è semplicemente in fase di elaborazione, in movimento verso una luce di qualità più pura. La struttura della creazione si svolge su piani identici tra di loro ma fisicamente sempre più sottili e leggeri, ogni piano è lo specchio, l’immagine sfocata del superiore e l’immagine più nitida dell’inferiore. Il nostro pianeta è la “brutta copia” del piano superiore, ma rappresenta al tempo stesso un’evoluzione rispetto al piano inferiore. Nulla di ciò che vediamo va sostituito o buttato via: tutto va alchimizzato, adeguato al ritmo della evoluzione divina.

Enrico D'Errico