I padri della chiesa parlano estesamente della necessità di
lavorare molto per controllare i desideri passionali.
Vi ho già consigliato di leggere almeno alcuni dei loro scritti raccolti nella Filocalia,
perché sono veramente particolari. C’è in essi una passione speciale per il
Cristo, un amore che li divorava costantemente. E se siete alla ricerca di voi
stessi e della vostra strada, potreste trovare molte utili indicazioni.
Ma come forse sapete, negli ultimi anni, nell’ambito della normale evoluzione cui
sono sottoposte tutte le cose, si sta facendo strada una visione molto
interessante. Affermare che esistano in noi sia il male sia il bene sembra ora
appartenere a un concetto di dualità che va rivisto.
Le mie caratteristiche più
negative, le mie passioni più grossolane, sono veramente da eliminare?
Non
potrebbe trattarsi di qualità che non vanno represse ma “alchemizzate”?
Facciamo un esempio pratico con la caparbietà: e se si trattasse di determinazione a uno stadio ancora grezzo?
So che il cammino per ritrovarsi passa attraverso un lungo e
paziente lavoro su di sé. E sono certo che il Padre non ha l’abitudine di
dividerci tra buoni e cattivi; come possiamo anche solo pensare che esista un
metro preciso per misurare il livello di amore che siamo riusciti a
raggiungere, o la quantità di talenti che abbiamo potuto far fruttare? Oltre
quale punteggio raggiunto ci potremo assicurare la vita eterna? In quale punto
della spirale la mia caparbietà sarà giudicata una buona qualità? Sono sicuro
che non possiate davvero pensare in una maniera tanto puerile.
Credo sia molto importante essere aperti alla possibilità
che ogni essere umano sia in grado di canalizzare pensieri impregnati di luce,
capaci di aiutare il progresso dell’umanità;
naturalmente poi, in base alla nostra conoscenza, ma
soprattutto grazie al nostro discernimento “cardiaco”, con l’aiuto del Signore,
possiamo scegliere il meglio di quanto ascoltiamo, e inglobarlo nella nostra
personale visione della vita.
Questo è perfettamente in armonia con la scrittura di Proverbi 15:22,
che dice che “nella moltitudine dei consiglieri c’è la riuscita”.
Possiamo immaginarci l’umanità come un enorme conclave, una
gigantesca riunione in cui ognuno ha il diritto e il privilegio di esprimere il
proprio punto di vista.
Al termine dei lavori dell’assemblea, viene stabilito “un
nuovo codice di leggi a cui adeguarsi”.
Al ritorno nelle proprie comunità o nelle proprie
famiglie, ciascuno metterà in pratica quanto stabilito nella riunione, in base
alla propria coscienza e alle circostanze locali.
Questo significa che ognuno di noi deve, ripeto deve,
andare oltre lo scritto, oltre il codice e la legge.
La Legge, infatti, è e rimane una sola: “Ama Dio e ama il
tuo prossimo come te stesso”(Luca 10:27). Questo è l’intero obbligo dell’uomo,
ed è per raggiungere l’obiettivo di amare sempre più, che devo impiegare tutti
i miei talenti, tutte le mie risorse emotive, mentali e fisiche; è proprio per
amare sempre meglio me stesso e il mio prossimo che devo supplicare costantemente
il Padre di illuminarmi su ciò che è verità, chiedendogli di darmi
un’intelligenza superiore in grado di attualizzare la sua parola scritta,
renderla cioè adatta al periodo che stiamo vivendo.
La Bibbia è e resterà per molto tempo ancora uno dei libri
ispirati cui fare riferimento con maggiore fiducia. Essa è la parola di Dio,
non c’è alcun dubbio, anche se è evidente che è stata ritoccata ampiamente, sia
involontariamente sia volontariamente, allo scopo di manipolare i credenti; ma
le parole che restano sono comunque effettivamente pregne di una speciale
vibrazione divina, ma che è necessario leggere con l’aiuto della nuova luce
che il Padre sta inviando ora al genere umano. Il Padre ha sempre
concesso questa luce agli adoratori più sinceri e devoti, e ancora agisce in
questo modo.
Ai tempi di Gesù, ma anche in precedenza, le scritture erano
già disponibili per chi desiderava conoscere la volontà di Dio. Nonostante la
classe sacerdotale di allora se ne fosse appropriata, concedendola col contagocce
al popolo, la parola di Dio si diffondeva ovunque, e sono sicuro che il
principale mezzo di diffusione non era tanto ciò che era stato scritto e
trascritto con paziente e amorevole lavoro nei rotoli di pergamena, ma era
soprattutto qualcosa che aleggiava nell’aria. Proprio come adesso, la parola di
Dio è sempre stata disponibile in una forma sottile, qualcosa di apparentemente
impercettibile, ma in grado di ispirare il cuore di coloro che non volevano più
adeguarsi alle semplici ed animalesche leggi della sopravvivenza. Un istinto
superiore ha sempre guidato persone oneste, persone che pur non avendo mai
letto la parola scritta erano piene di Spirito Santo.
Non è ciò che è scritto in un libro che conta, quanto quello
che il Padre scrive da sempre nel cuore delle persone, ciò che sussurra piano
alle orecchie di chi anela a una vita migliore, coloro che da sempre dimostrano
d’essere persone autentiche, oneste, sinceramente alla ricerca della terra
promessa.
Se restiamo intrappolati nel concetto di dualità che esiste
naturalmente e giustamente sul pianeta, non possiamo adeguarci alla velocità
dell’evoluzione. C’è un treno in procinto di partire e sta imbarcando tutti
quelli che hanno imparato la lezione, chi è pronto a passare alla classe
successiva. Non c’è nulla di sbagliato sul pianeta. Questo è solo il luogo in
cui conoscere ciò che non siamo per capire ciò che siamo in realtà.
Il nostro piano di esistenza terreno è speculare rispetto a
quello superiore. Tutto è fatto a immagine
e somiglianza di Dio. Tutto è
come sul piano superiore ma a un livello più grossolano che ha bisogno di
sgrossamento, raffinatura.
L’amore di un genitore per un figlio, per grossolano che
sia, è sempre a immagine di quello divino, è lo stesso amore ma a un’ottava più
bassa, una spirale alchemica inferiore. Non c’è sul pianeta una sola cosa che
sia giusta o sbagliata, tutto è semplicemente in fase di elaborazione, in
movimento verso una luce di qualità più pura. La struttura della creazione si
svolge su piani identici tra di loro ma fisicamente sempre più sottili e
leggeri, ogni piano è lo specchio, l’immagine sfocata del superiore e
l’immagine più nitida dell’inferiore. Il nostro pianeta è la “brutta copia” del
piano superiore, ma rappresenta al tempo stesso un’evoluzione rispetto al piano
inferiore. Nulla di ciò che vediamo va sostituito o buttato via: tutto va
alchimizzato, adeguato al ritmo della evoluzione divina.
Enrico D'Errico