Quale è il significato del dolore che prova?
L'uomo soffre perché non conosce il motivo per cui è sulla terra e il dolore è il promemoria utilizzato dall'Esistenza per invitarci a correggere il cammino, a riportare i nostri passi su quello dell'evoluzione, rispettando i tempi e le modalità da essa stabilite.
Il dolore è la conseguenza di un orgoglioso atto di ribellione a chi, desiderando amorevolmente il nostro bene, ci dice cosa fare della nostra vita, del nostro corpo. Lui ci invita di continuo a consultare il manuale di istruzioni per l'uso ma noi ci ostiniamo a pensare di non averne bisogno. Il Padre, in una maniera che se potessimo realmente comprendere ci sentiremmo fulminati dalla commozione, vorrebbe che ci lasciassimo andare al suo abbraccio e smettessimo di fare resistenza. Molto interessante è un post di Salvatore Brizzi che ho letto e riletto molte volte dove dice:
"Voi tutti compite uno sforzo quotidiano, che si protrae 24ore al giorno, per restare lontani dall’Unità! E di questo sforzo nessuno di voi si rende conto.Nessuno di voi infatti vuole l’illuminazione e vi prodigate ogni giorno della vostra vita, con straordinaria pervicacia, per RESISTERE all’Unità. Ogni pensiero, parola o gesto esprime il vostro sforzo di restare lontani dall’Uno".
E questo sforzo costante di resistere all'Unità, agli inviti di Dio, questo viaggiare sempre non in sintonia col cammino evolutivo, porta inevitabilmente dolore.
E' come se l'Esistenza fosse costretta sempre a trascinarci mentre noi puntiamo i piedi.
Io sto provando da tempo a smettere di sforzarmi per tenermi lontano dal Padre, smettere di puntare i piedi.
A volte l'attrito diminuisce e il dolore è inferiore; provo sempre più gioia e pace interiore ma ancora molto lavoro di osservazione sarà necessario.
Personalmente trovo molto utile, oltre a consultare materiale scritto da persone che sono già risvegliate, leggere ogni giorno la Bibbia.
Per esempio scritture come questa:
"Rimetti la tua sorte al Signore; confida in lui ed egli opererà." "Put your life in the hands of the Lord; have faith in him and he will do it.""Revela Domino viam tuam et spera in eum et ipse faciet"."Remets ta voie à l'Éternel et te confie en lui, et il agira".“Rotola su Geova la tua via; confida in lui ed egli stesso agirà”. (Salmo 37:5)
Oppure ascolto musica speciale come quella del compositore Arvo Part; (non lo conoscete? E' sublime!)
Bello è anche immergersi nelle immagini di fotografi ispirati come Gregory Colbert.
E se il dolore e la confusione che provo sono forti smetto di mangiare; a volte basta digiunare solo per alcune ore e il cuore si apre nuovamente, gli occhi vedono più bellezza.
Ma quando faccio queste cose non cerco solo il conforto, non voglio solo anestetizzarmi dal dolore interiore o fisico: cerco di parlare ai miei corpi dicendo loro che possono fidarsi, che non è necessario che facciano sempre i capricci......
Io non voglio smettere di soffrire, almeno non solo questo! Io chiedo ogni giorno che il Padre mi aiuti a permettergli di guidarmi; chiedo anche costantemente al Figlio "Signore Gesù Cristo figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore!"
Il dolore in realtà è veramente un mezzo amorevole per aiutarci a svegliarci.
"Fate l'amore col dolore!" suggerisce Salvatore in un suo post, dove dice:
"Ebbene, noi tutti – volenti o
nolenti – siamo alchimisti venuti sulla Terra a trasmutare il Piombo in Oro, ma
allo stesso tempo alberghiamo in noi una natura animale che ci fa comportare
alla stregua di ominidi capaci di solo pensiero pre-logico, per cui
allontaniamo il Piombo appena ne fiutiamo anche solo l’odore.
Il Piombo è la nostra sofferenza...
e la nostra sofferenza è di piombo.
L’Oro rappresenta la Gioia,
l’Amore, la Ricchezza, l’Abbondanza, la Creatività, l’Imprevedibilità, l’Impeto
Guerriero e tutte le altre qualità che è possibile ricavare da una corretta
trasmutazione della sofferenza.
Quando soffriamo dovremmo
letteralmente gettarci sulla nostra sofferenza ed estrarne il meglio. Spremere
l’Oro dal Piombo. L’angoscia, lo stress, la gelosia, la rabbia... rappresentano
occasioni imperdibili per balzare in alto.
Presso alcune scuole esoteriche del
passato si lavorava con la “sofferenza volontaria“. Ciò significa che
l’istruttore imponeva agli allievi delle sofferenze e dei sacrifici, non
necessari dal punto di vista della sopravvivenza quotidiana, al fine di
sottoporli a costante tensione. Erano sofferenze supplementari – fisiche,
emotive e mentali – create ad hoc per consentire una trasmutazione e quindi un’ascesa
più rapida.
Oggi questo trattamento non è più
indispensabile perché le condizioni vibratorie del pianeta sono tali per cui le
ordinarie sofferenze quotidiane offrono già una quantità di stimoli più che
sufficiente a una rapidissima evoluzione.
In altre parole, abbiamo tutta la
sofferenza che ci serve. Sta a noi approfittarne.
La nebulosa concezione della vita
che abbiamo mendicato da scuola, parenti e telegiornali, ci porta invece a
voler cancellare la sofferenza dal nostro orizzonte: preferiamo morire
piuttosto che vivere senza un arto, smettere di innamorarci piuttosto che
affrontare nuovi abbandoni, prendere psicofarmaci piuttosto che iniziare a
guardarci dentro…
Lanciamo ai giovani un’esortazione
antica e rivoluzionaria: fate l’amore con la sofferenza. Possedetela e
accoglietela. Non fatevi schiacciare, ma instaurate con lei la stessa
complicità che si crea fra due amanti clandestini. In pubblico fingete rifiuto
e distacco… ma in privato gettatevi uno nelle braccia dell’altro.
Il comportamento dell’alchimista di
fronte alle difficoltà della vita:
-- Osserva con consapevolezza le
reazioni della sua macchina biologica all’evento esterno (pensieri, emozioni,
sensazioni fisiche).
-- Non attribuisce a una persona o
a un evento esterno la causa del suo star male, poiché è perfettamente
cosciente di aver creato lui la situazione in cui si trova.
-- Sa di poter influenzare il corso
degli eventi esterni se riesce a modificare la sostanza emotiva che si trova al
suo interno.
-- Osserva con piena consapevolezza
e senza identificazione il dolore della macchina biologica. Non tenta di
reprimere o ignorare la sofferenza. Manda amore e compassione verso questo
dolore (a questo punto risultano utili alcune modalità operative riportate in Zero Limits e The Key di Joe Vitale, o nel mio Officina Alkemica).
-- A un certo momento del processo
– talvolta subito, talvolta dopo molti tentativi – l’energia della sofferenza
sale dalla pancia verso il Cuore per venire trasmutata in un’emozione di Gioia.
-- Anche la realtà esterna viene
modificata: persone e situazioni cominciano inevitabilmente a cambiare. La
trasmutazione del Piombo in Oro fa sì che, fra le altre cose, l’alchimista
cominci a possedere Oro non solo interiore ma anche fisico, in accordo con
l’antica tradizione che lo vuole capace di arricchirsi anche economicamente,
con il fine di utilizzare parte di questa ricchezza come sostegno per i
bisognosi. In tal modo mette in atto una forma di gratitudine verso la Vita che
gli ha concesso di portare a termine l‘Opera".
Quindi è veramente così: il dolore ci salverà.
Enrico D'Errico