8 agosto 2013

Sul "diritto d'autore"

"L'arte non viene da noi ma attraverso di noi.....Noi non siamo la Sorgente ma un canale per la Sorgente.
Connettendoci alla Sorgente, che è TUTTO, noi rendiamo grazie, noi lodiamo e impariamo." 
                                                              Leon Botha

Negli ultimi anni, mentre scrivevo o facevo musica, mi sono accorto che le cose migliori che componevo erano quelle in cui c'era maggiore ispirazione, vale a dire quelle in cui la mia personalità si metteva più da parte facendo posto all'energia celeste che si serve dell'uomo per portare sulla terra più bellezza.
In poche parole se a scrivere sono solo io vengono fuori cose mediocri e troppo mentali; se invece mi lascio utilizzare come strumento le cose che scrivo o le canzoni che compongo sono di qualità decisamente superiore. Questo mi portò a scrivere, ormai tre anni or sono, un capitolo del mio libro "Io sono un'Anima" tutto dedicato al diritto d'autore.
Da quel capitolo è tratto il frammento che state per leggere: 


 SUL DIRITTO D’AUTORE

Negli ultimi decenni, la diffusione di internet, dei computer, degli Smartphone, gli Ipod, ha privato gli artisti, e le società che gestiscono i diritti sulle loro opere d’ingegno, di una bella fetta di guadagno.
Io scrivo poesie da quando ero bambino; poi dopo i vent’anni ho cominciato a comporre canzoni e infine, da quando avevo trentadue anni, mi sono dedicato all’insegnamento mediante seminari e testi scritti di mio pugno.
Ho sempre avuto un’istintiva difficoltà ad accostarmi al mondo del professionismo convenzionale e soprattutto alla società italiana degli autori e degli editori. L’idea di affidare un’opera del ”mio ingegno” a un organismo statale che mi permettesse di dimostrare di esserne l’autore, tutelandomi da eventuali tentativi di plagio, e che potesse garantirmi un introito, qualora i miei brani musicali o i miei scritti fossero utilizzati pubblicamente, non l’ho mai potuta digerire: ora so perché.
Adesso sono certo che presto nessuno avrà più il coraggio di affermare che ciò che produce è suo e ha diritto quindi a percepirne un guadagno. La proprietà privata è in un certo senso un furto, ma anche la visione hippy dei figli dei fiori degli anni 70, quella del “tutto in comune, amore libero e non fate la guerra” è un’aberrazione. In realtà c’era anche lì una parte di verità, come sempre, perché ogni cosa contiene in sé i tratti del vecchio mondo e quelli del mondo nuovo, nulla è di per sé errato o giusto ma va valutato in un contesto più generale e unitario. A volte alcuni hanno una visione del nuovo mondo molto lucida, precisa e incoraggiano altri ad adeguarsi al ritmo evolutivo, mentre le visioni ottenute con l‘hascisc e la marijuana non sono molto affidabili! 



Nikolas Roerich, ancora sconosciuto al grande pubblico, era una di queste persone chiaroveggenti ed era un artista straordinario; egli aveva una visione dell’arte che mi sento di condividere completamente. Ecco uno stralcio di uno dei suoi scritti:




“L’Arte unificherà l’umanità intera.
L’Arte è una indivisibile. 
L’Arte è la manifestazione della sintesi futura.
Le porte della “fonte sacra” devono aprirsi a tutti.
Allora molti cuori, con amore rinnovato, 
saranno pervasi dalla luce dell’Arte.
Rendete l’Arte accessibile a ogni uomo, essa gli appartiene.
Noi non dovremmo abbellire e ornare solo i nostri musei e le biblioteche,
le università e i teatri, ma anche le prigioni. 
Allora non ci sarà più alcuna prigione.
Quest’idea, che oggi appartiene al museo e alla scena, deve penetrare nella vita quotidiana.
Il segno della Bellezza aprirà le sacre porte”


Quindi, secondo il principio della libera circolazione dell’Arte, intesa non come proprietà di chi la concretizza, ma come ispirazione proveniente dall’alto, con la mia musica, le fotografie, le poesie, i seminari e gli spettacoli musicali, affermo il mio diritto e dovere di rendere ciò che di fatto non è mio, disponibile a chiunque voglia farne l’uso più opportuno. 

Ci sarebbe poi da fare una precisazione: in realtà le opere che si possono realmente definire ispirate dall’alto sono veramente la minoranza; tutte le altre sono solo delle imitazioni, magari anche ben riuscite, ma solo delle imitazioni. Come si può distinguere un artista da uno che non lo è? Come si può riconoscere un vero maestro da un mediocre imitatore? La differenza è abissale ma non sempre è facile notarla. Un vero artista, un insegnante fidato, è chi per primo ha incarnato ciò che insegna o riproduce, con il segno sulla tela, con le vibrazioni del suo strumento musicale, con i versi delle poesie; chi prima ha fatto un lavoro di riscoperta del vero se stesso e poi ha cominciato a distribuire agli altri il fiume di creatività che impetuoso scorre nel suo cuore. Il pittore che, come Paul Klee, sia in grado di dire: 
  “……il colore mi possiede. Non ho bisogno di tentare di afferrarlo. Mi possiede per sempre, lo sento. Questo è il senso dell’ora felice: io e il colore siamo tutt’uno. Sono pittore“. 
Lo scultore che, come Michelangelo, percepisce che quel blocco di marmo che sta sgrossando contiene in sé già la forma che lo ispira a lavorare. Il cantante che, mentre canta, sente di “essere il canto”. 
Parlando di musica, possiamo fare l’esempio di uno dei più grandi esecutori di tutti i tempi: Glenn Gould. Egli diede il meglio di sé nell’eseguire al pianoforte opere di altri musicisti. Non conosco un altro pianista con la sua sensibilità e capacità di immedesimarsi completamente nella musica da eseguire. Glenn non suonava, diventava la musica. Era in grado di recuperare pienamente lo spirito del compositore e attualizzare l’esecuzione alle necessità del suo tempo. Un interprete, insomma, in grado di far arrivare al nostro cuore messaggi esoterici inviati da Dio stesso mediante il compositore vissuto secoli prima e quindi tramite il nuovo esecutore. Andate in rete e troverete filmati molto interessanti su di lui.
In questo momento mi sembra assai degna di essere menzionata Hélène Grimaud, una giovane e bella donna francese; è una pianista e come Glenn Gould altrettanto in grado di interpretare partiture conferendo a esse colori fin ora sconosciuti. Andate a vedere un filmato dei suoi concerti e capirete perché mi piaccia tanto.

Enrico D'Errico