29 agosto 2013

Portando a spasso Gastone


Se alla mia musica sperimentale preferisci gli 883, se per te 4 salti in padella è decisamente meglio delle mie noiosissime ricette, se il massimo di Regno che riesci a concepire è il mondo buono del mulino bianco e se sei più interessato a conoscere la vera identità di Adam Kadmon piuttosto che la tua..........................
forse questo blog non fa per te.
Peccato...proprio adesso che sono in procinto di pubblicare questo breve ma intenso post!!!


Ore 20.15, Parco Scott, Roma
E’ una splendida serata e mi dirigo col cane verso il parco. L’asfalto riflette ancora abbondantemente il calore del sole assorbito in tutta la giornata ma…..non appena i miei piedi calpestano l’erba del prato una frescura piacevolissima mi avvolge. Poi la mia attenzione è attratta da numerosi pipistrelli banchettanti con i moscerini che al tramonto qui danzano ignari del pericolo.
Il mio sguardo è rivolto al cielo, a una meravigliosa mezza luna, ma sento anche che sta rivolgendosi sempre più all’interno, al mio centro di gravità (evidentemente non ancora permanente!).
Cammino ancora e annuso l’odore di un albero appena tagliato perché era crollato e ostruiva il passaggio, pochi passi ancora e………eccolo, eccolo il mio cuore che mi invade con la sua capacità di percepire più bellezza e di farmi sentire Uno con tutto.
E penso “Io sono qui e questo momento è tutto ciò che c’è, tutto ciò che ho; un passo, un altro passo, un altro ancora e…non c’è il passo precedente, non c’è quello che ancora devo fare ma solo questo singolo passo che il mio piede imprime sul terreno…

……come ho trascorso la mia esistenza fin’ora, come ho speso il mio tempo?
Mi sono preoccupato solo di raccogliere il becchime nella mia piccola aia, o invece ho cercato di accrescere la mia capacità d’amare?  Eppure è proprio per questo che sono venuto….ma non sempre lo ricordo…

Se io fossi davanti ad un’immensa folla di “pecore senza pastore” sarei in grado di provare la stessa compassione del Cristo? Non credo proprio…
E se fossi picchiato, torturato e insultato, se soffrissi come soffrì Lui, sulla croce, saprei poi perdonare, anzi amare i miei carnefici? No, non credo…

Enrico D'Errico