La scorsa notte ho riletto il XXV° capitolo del libro di Draco Daatson; a un certo punto Victoria Ignis dice:
"Le Sentinelle Nere sono le creature che edificarono la matrice illusoria dentro cui i terrestri vivono.....Ti forgiano mettendoti alla prova istante dopo istante, affinché solo i diamanti più puri possano emergere dalla feccia addormentata. Nel momento in cui dichiari a te stesso di volerti liberare possono renderti la vita un inferno: farti ammalare, uccidere i tuoi figli, allontanare il tuo partner, ridurti in povertà...."
Queste parole di Victoria Ignis ricordano moltissimo il racconto biblico di Giobbe.
In questo libro troviamo la conferma che esiste una
prova cui ogni uomo è sottoposto durante la sua vita e cioè l’essere lasciati
alla mercé di satana; egli può disporre di tutto ciò che abbiamo, può
utilizzare ogni strategia possibile per allontanarci da Dio, ma non è
autorizzato a toglierci la vita.
Il racconto biblico che narra della vita di Giobbe non è
solo una bella storia da leggere ai bambini per farli addormentare. A
differenza delle altre persone egli non era sempre identificato col suo corpo ma aveva anche la consapevolezza di essere prima di tutto un uomo creato da Dio
e che a lui era dovuta ogni cosa.
Da ogni parte le Sacre Scritture sia ebraico/aramaiche (il
vecchio testamento) che greche/cristiane (il nuovo testamento), sono piene di
lezioni preziose, di significati profondi su cui riflettere, di indicazioni
precise su come governare la nostra vita e perché.
Procurati una Bibbia e cerca il libro di Giobbe; leggi
tutto il primo capitolo e i primi dieci versetti del secondo (è molto
importante che tu non cada nella tentazione di leggere gli eventuali commenti
al testo contenuti in molte versioni bibliche in commercio: in genere sono
scritti da persone che non sanno quel che dicono e non hanno idea del valore
reale di ciò che si sentono autorizzati a commentare).
Hai letto? Bene, ora leggilo e rileggilo molte volte
perché queste parole sono per te d’importanza vitale; ma leggilo fino a quando
la tua mente non dirà più nulla per lasciare spazio all’intelligenza del cuore,
o non comprenderai niente di veramente utile.
La prova cui fu sottoposto Giobbe è la stessa per ogni
persona che vive su questo pianeta. Letteralmente ognuno di noi è lasciato
dal Padre alla mercé delle forze dell’ombra (o le Sentinelle Nere) affinché sia vagliato.
Nessuno è al corrente di questa prova e di ciò che rappresenta. Tutti, ad
esempio, pensano di poter comprare o vendere qualcosa avendo il diritto di
farlo, ma ciò è assurdo perché tutto ciò che abbiamo è solo un prestito. Tutti
sono assolutamente certi che la vita sia un loro diritto e siano liberi di
decidere e fare ciò che vogliono. Invece la vita non è per niente nostra perché
siamo emissari di Dio mandati in missione sul pianeta terra. Qui possiamo
aumentare la quantità dei talenti acquisiti e donati dal Padre nel corso del
tempo, qui è messa alla prova la nostra fede, la nostra religiosità, la nostra
fedeltà a Dio.
Amiamo il Padre senza condizioni, sempre e comunque? E’ il
nostro cuore rivolto soprattutto a lui, in ogni circostanza della vita?
E’ più facile per noi amarlo in ricchezza che in povertà?
Siamo disposti come indica Gesù a mettere al primo posto il Regno, a qualunque
costo?
Queste sono le domande che dovremmo porci mentre
comprendiamo il significato profondo della prova cui fu sottoposto Giobbe.
Ogni uomo, senza alcuna eccezione, è esaminato e raffinato
nel corso della vita al fine di far comprendere da che parte sta il suo cuore,
se nel mondo o nel Regno.
Giobbe aveva tutto ciò che il mondo può invidiare ma viveva nel Regno con il suo cuore puro.
Osserva la sua integrità e rifletti: sei in grado di
rinunciare a tutto quel che credi essere tuo senza batter ciglio? Sei disposto
come Giobbe a dire ” Dio mi ha dato tante cose, ora me le ha tolte: che si
continui a benedire il suo nome!” ?
Altrettanto esemplare è ciò che Osho narra nella storia
dell’uomo cui morì il figlio tanto amato. Rispondendo alla moglie stupita del
fatto che lui non stesse soffrendo per la terribile perdita, disse: “Perché
dovrei affliggermi ora? Prima un figlio non l’avevo e stavo bene, ora che non
l’ho più la situazione è esattamente quella di prima”.
Interessante è anche la storia del faraone d’Egitto che
non volle mai piegarsi alla volontà di Dio, e non imparò nulla dalle privazioni
cui fu sottoposto, fino alla perdita del figlio. La rabbia lo accecò
completamente e la sua presunzione non gli fece vedere la fine incombente, come
conseguenza della sua cieca ostinazione.
Quando hai molte cose materiali tutti tentano di
strappartele dalle mani, e quando ti hanno mangiato vivo ti lasciano a terra
dissanguato perché si affrettano per correre a sbranare un altro essere.
Come nel caso dei falsi confortatori di Giobbe
quando ti trovi in difficoltà nessuno può capire ciò che
realmente sta accadendo e i tuoi "amici" rimangono a debita distanza per non averne
conseguenze negative, per non sentire il puzzo della morte, il loro stesso
fetore.
Come quando negli ingorghi autostradali osservi con osceno
interesse la carne del tuo fratello intrappolata nelle lamiere delle auto, quando
osservi il sangue che cola, le scarpe volate via, o gli arti amputati…..tu dici
“oh, che cosa terribile, che orrenda disgrazia!”, ma dentro pensi “ sarebbe
potuto capitare anche a me…….. beh, meglio a lui che a me. Si, …. ora andiamo all’autogrill a mangiare,
che è ora di pranzo”.
Corriamo poi alle nostre case a vedere la televisione,
chiudiamo in cancelli della nostra villetta, mettiamo l’antifurto e …. ora chi
ci può disturbare?…… anche per oggi ce la siamo cavata.
Domani arrafferemo ancora ciò che c’è da arraffare.
I nostri figli si arrangeranno.
Enrico D'Errico