9 agosto 2013

Dio ha tanto amato il mondo

Oggi mi sono svegliato con una sensazione che non so se riuscirò a descrivere...... 
le parole sono un mezzo così inadeguato! 
So di aver tenuto questo argomento dentro me senza mai poterne parlare con qualcuno: credo sia giunto il momento di farlo.
D'altronde con chi ne posso parlare se non con voi, le persone, gli amici che più amo?
Vi parlerò della morte, la morte di una figlia, la mia.
Oggi, il primo pensiero che ho avuto al risveglio è stato "Il Padre ha dato suo figlio Gesù per me". E così è cresciuta in pochi minuti la sensazione di cui ho accennato all'inizio, come di gioia e dolore insieme, di gratitudine, di unione con Dio, di umiltà e...molto altro ancora. Chi sono io? Chi sono io per meritare il sacrificio che Lui ha fatto per me, ho pensato. E subito dopo il mio cuore si è inondato di Clara: questo era il suo bel nome.

A proposito! Ora vi dirò chi aveva scelto questo nome.

Dovete sapere che nelle settimane precedenti molto si era parlato in famiglia in merito al sesso e al nome del nascituro; io, per prendere in giro sua mamma che è austriaca, mi divertivo un sacco a inventare nomi tipo Helmut, oppure Sigfrid, Franz o Rudolph. Infatti, a giudicare dalla forma della pancia, pensavamo  si trattasse di un maschio.
Un bel mattino, nel dormiveglia, Andrea aveva avvertito una voce che diceva forte e chiaro "Sono una femmina e mi chiamo Clara!"
Ecco che nostra figlia si fece subito conoscere col suo carattere forte e autoritario, e tutti noi, felici accettammo di aspettare una bambina che si chiamava Clara.

Molti di voi l'hanno vista e sanno quanto era bella! 
Certo, lo so che  "ogni scarrafone è bello a mamma soja"! Per un genitore ovviamente suo figlio è sempre bellissimo, il più bello di tutti i bambini. Clara era ed è per me molto bella anche perché è stata tanto attesa: erano quasi trent'anni che desideravo un figlio e finalmente ora il ventre di Andrea, sua madre, si stava gonfiando.

Ma c'è un altro episodio veramente speciale e magico che sto per raccontarvi; di questo fatto ne parlammo solo con Anne Givaudan e pochissimi altri amici.

Una notte io, mia moglie Andrea e Valerie, sua figlia, stavamo guardando un film che ormai volgeva al termine. All'improvviso scorgemmo un lampo di luce dorata e molto intensa che non proveniva da nessuna direzione ma sembrava aver impregnato ogni cosa; passarono alcuni istanti e un secondo bagliore illuminò la stanza: eravamo sbigottiti ma non spaventati. Comprendemmo che si trattava di qualcosa di speciale, forse una visita di Clara; in seguito Anne ci confermò che poteva trattarsi proprio della bambina, perché le anime, durante il primo periodo di gravidanza, hanno l'abitudine di uscire e rientrare dal corpo, come a volersi adattare ad esso gradatamente.
Naturalmente non intendo anche parlarvi del periodo della malattia, dei due mesi passati da Andrea con Clara in ospedale, sia perché la stava allattando e sia perché non voleva assolutamente lasciarla sola; ed in tutto ciò, mentre io per paura  e viltà non fui sempre presente a sostenerla, Andrea fu assolutamente esemplare. Non ve ne parlo anche perché c'è il rischio che qualcuno perda la sua preziosa energia per compatirmi, cosa che assolutamente non desidero.

Ma è stato importante per me aprirvi il mio cuore, aprirlo a ognuno di voi, come se foste qui accanto a me, cosa che effettivamente è. Sappiate che allora pensai, e lo penso tuttora, che ospitare una creatura come Clara sia stato per noi un privilegio grandissimo, forse la cosa che più mi ha permesso di crescere.


Ora, tornando alla scrittura biblica che dice che Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito in sacrificio, io so di non poter ovviamente paragonare il sacrificio del Padre con ciò che è accaduto a noi; quello che so per certo è che dietro alla breve comparsa e dipartita di Clara ci sono molti significati che ancora mi sfuggono ma che col tempo si stanno a poco a poco rivelando. Quel che so è che la sua venuta è stata sicuramente una delle cose più "shakeranti" che mi siano mai successe, e che evidentemente avevo bisogno di un grosso scrollone per svegliarmi dal sonno pesante in cui languivo.


Il sacrificio è un aspetto importante della vita sul pianeta, e ognuno di noi, gradatamente deve confrontarsi con questo argomento.
A ciascuno di voi sono richiesti sacrifici, sacrifici proporzionali alla vostra misura d'amore per il prossimo, sacrifici che rendano sempre più sacro il vostro agire, forti catarsi che vi riconducano al Padre, che vi riportino a casa. L'episodio dell'assassinio degli infanti innocenti da parte di Erode ci annuncia con forza che durante la vita, per amore, ci sarà richiesto di dare le cose che amiamo di più; ma ci parla anche di molto altro: lo vedremo nel prossimo post.

Enrico D'Errico