10 agosto 2013

La strage degli innocenti


Questo è il seguito del post pubblicato ieri dal titolo "Dio ha tanto amato il mondo" ed è tratto da un capitolo del mio libro "Io sono un'anima" in cui parlo della legge di analogia.


La strage degli innocenti
Com’è dentro, così è fuori.
Se lasciamo morire il nostro bambino interiore, nessuno se ne accorge. Ma il Signore lo vede, e prova compassione per un così grave delitto. “Lì dentro”, Lui pensa, “c’è un essere che sta soffrendo perché privato del suo potenziale di crescita. Una creatura del Padre che non potrà apprezzare il calore di un abbraccio, che non riuscirà a commuoversi vedendo i colori della vigna d’autunno, che non potrà notare le sottili differenze tra il profumo del gelsomino e quello della magnolia, un’anima alla quale sarà negata la possibilità di vedere l’infinito negli occhi della persona amata”.
Ecco perché ha reso possibile, mediante il suo immenso amore per il genere umano, la creazione di una strategia atta a far risvegliare la nostra coscienza; una legge che ci consenta di vedere ciò che facciamo a noi stessi. Ciò che facciamo di nascosto al bimbo, all’innocente che è in noi, si rende immancabilmente manifesto all’esterno, in maniera più che evidente.
Se leggete l’episodio biblico in cui si narra del tiranno Re Erode e della sua implacabile determinazione di trovare Gesù e ucciderlo, so che molti fra voi, immedesimandosi nel racconto, si sentiranno scossi per la ferocia della strage degli innocenti. Vi prego però di tralasciare per qualche minuto le vibrazioni emozionali della vostra pancia e cercare invece una connessione con il vostro sé più profondo; cercate ancora una volta uno spazio di silenzio per riflettere e per ascoltare voci che in genere non siamo in grado di udire. Ascoltate con premura e attenzione: forse c’è già qualcuno che vi parla, forse è proprio il vostro piccolo infante ferito e in pericolo di morte.
Chi è questo Erode, riferito a noi?
Il Re Erode rappresenta tutte le forze negative, crudeli e assassine, alle quali permettiamo di sopprimere, uccidere il bambino interiore.
Erode sei tu quando sopprimi con implacabile determinazione ogni anelito al vero, quando ti mantieni sordo e cieco alle richieste del bimbo che vorrebbe lasciarsi andare al gioco della vita.
Erode sono tutti coloro che, spacciandosi per esperti delle cose della vita, si permettono di giudicare impietosamente le tue azioni, soprattutto quando si discostano dalla convenzionalità.
Tu ovviamente sei anche quel bambino; non gli è stato permesso di fare ciò che voleva, non ha potuto sviluppare il suo meraviglioso potenziale individuale.
Erode è la grettezza del mondo, l’infante è la possibilità di risveglio per un pianeta dormiente dove sono in vigore leggi di sopravvivenza che non devono essere modificate, pena la persecuzione e la morte per coloro che si frappongono a quest’antico gioco meschino. 

Enrico D'Errico