17 agosto 2013

La forza del linguaggio (2)



...continua dal post La forza del linguaggio (1)

Nel post precedente ho cominciato a sviscerare l'argomento sul diverso uso ed effetto che possono avere le parole a seconda del nostro stato di coscienza. Avevo concluso che bisogna stare attenti a ciò che diciamo e a come lo diciamo perché possiamo ferire e scoraggiare il prossimo, oppure possiamo parlare in modo amorevole ed essere come un balsamo lenitivo, una bevanda rinfrescante.

E a proposito di bevande ora parleremo dell'acqua e delle esperienze fantastiche portate avanti con passione e perseveranza da Masaru Emoto. 



Emoto ha dimostrato come la cristallizzazione dell'acqua cambia a seconda delle informazioni che essa riceve.
L acqua del rubinetto di Tokio, ad esempio, ha un cristallo informe e brutto, ma se essa riceve vibrazioni armoniche musicali (ad esempio la musica di Bach) o verbali, la stessa acqua inquinata del rubinetto assume una forma assolutamente diversa, geometrica ed armonica, quando viene nuovamente cristallizzata.

Ho inserito il link per un video che, nonostante sia un po' new age, mi sembra bello.



Masaru Emoto ha messo a punto una tecnica che ha consentito di scoprire e di ammirare i molteplici segni del linguaggio figurativo con cui l'acqua risponde agli stimoli esterni.
Attraverso tale tecnica è possibile fotografare i cristalli ottenuti dal congelamento di acqua sottoposta alle vibrazioni non solo di parole o brani musicali, ma anche di pensieri e stati d'animo. L'acqua è infatti in grado di registrare la vibrazione di una energia estremamente sottile, definita nella cultura giapponese Hado. I risultati degli esperimenti condotti da Masaru Emoto dimostrano che i cristalli dell'acqua modificano la propria struttura in relazione dei messaggi che ricevono. L'acqua sottoposta alle vibrazioni di parole e pensieri positivi forma dei cristalli bellissimi simili a quelli della neve, l'acqua sottoposta alle vibrazioni di parole e pensieri negativi reagisce creando strutture amorfe e prive di armonia. 



Quello dell'acqua è veramente un argomento molto affascinante: avete letto la pagina in cui insegno a depurarla ed energizzarla? http://enricoderricobis.blogspot.it/p/lacqua-come-depurarla-ed-energizzarla.html 
In armonia con le scoperte del Dottor Emoto credo sia il caso di aggiungere qui altre informazioni a quel metodo di purificazione. Una volta che avete seguito tutta la procedura con l'argilla e l'esposizione al sole nella caraffa di vetro con una piramide di cristallo all'interno, anziché mettere l'acqua in una bottiglia azzurra, se ancora non vi siete stufati, potete applicare questa variante. 
Lasciate l'acqua nella caraffa di vetro e mettetela accanto a una sorgente sonora, forse una degli altoparlanti del vostro stereo, e "fatele ascoltare" brani di Mozart o Bach.

Questa idea è stata applicata anche alla crescita delle piante e non è mia ma di due ricercatori che vorrei farvi conoscere ora.
Infatti, per quanto riguarda il regno vegetale molto interessante  è anche il lavoro svolto dai ricercatori Peter Tompkins e Christopher Bird.
Quando molti anni fa lessi il primo dei loro libri pubblicato in Italia, "La vita segreta delle piante" (Sugarco edizioni) rimasi affascinato dal comportamento delle piante nei numerosi esperimenti descritti.

Ricordo ad esempio che dopo aver collegato una sorta di elettrodi in grado di "rilevare le emozioni" di due piante sistemate una accanto all'altra, decisero di avvicinare la fiamma di un accendino alla foglia di una delle due piante; col tempo poterono verificare che non solo la pianta che riceveva quel trattamento emetteva segnali di paura, ma anche la pianta accanto. Ricordo che in quegli anni avevo cominciato da poco ad aprire i miei orizzonti nutrendomi di nuove letture e di cibo macrobiotico, e conoscere il risultato degli esperimenti sulle piante mi stava ovviamente facendo comprendere che tutto è assolutamente collegato, tutto è Uno. 

Un altra scoperta singolare avvenne quando, sempre con gli elettrodi collegati alle piante, capitò un brutto incidente di macchina a uno dei ricercatori e, nello stesso momento, la macchina rilevò un turbamento emozionale nelle due piante, a dimostrazione che la distanza tra le piante e il loro proprietario (l'incidente avvenne a circa trenta chilometri di distanza) non aveva alcuna rilevanza.

Enrico D'Errico