3 agosto 2013

Il canto: nutrimento di Dio

Questo post è in parte ispirato ad un capitolo del mio libro "Io sono un anima". Fin da piccolo sono stato portato naturalmente al canto e ad altre espressioni artistiche; mamma mi portava al mare e io ero così felice e "ispirato" che scrivevo dei versi. Alcuni ancora li ricordo ed erano più o meno così: "O mare, o mare, dolce gioire dei bimbi che giocano festosi sulle tue rive!". Forse penserete che questa poesia non sia niente di speciale, ma essa in realtà cela un sentimento profondo, rivela che ancora mi sentivo Uno col tutto. Avevo circa 7-8 anni e il sistema educativo della società, della famiglia e della chiesa ancora non aveva cancellato del tutto la consapevolezza del mio valore.
Sapete, anche io come il mio amico Salvatore, ho il desiderio profondo di aprire una scuola; coltivo tale sogno da molti anni e forse in questa incarnazione non avrò il piacere di vederlo realizzato. Poco importa, perché ciò che conta è impregnare l'aria del mio desiderio rivoluzionario; ciò che conta è parlare con spirito baldanzoso di tali argomenti, perché questo è come il lavoro che fecero molti pionieri in ogni campo, da quello scientifico a quello artistico. All'inizio bisogna forse fare lo sforzo più grande perché aprirsi una strada nella foresta dell'ignoranza e della diffidenza è decisamente impegnativo; poi, col tempo, altri si uniscono a te e quindi il lavoro prosegue più facilmente. Comunque, qualsiasi cosa accada, so che questo lavoro sarà portato avanti e avrà successo, con me o senza di me.

Ma volevo parlarvi del canto; si, fin da piccolo cantavo e mi sentivo gioioso. Quanto mi piacesse cantare fu notato da alcuni miei parenti che decisero di regalarmi una chitarra: da allora cominciarono i guai. Io dedicavo molto tempo alla musica e ciò ovviamente influiva negativamente sul mio progresso scolastico; mio padre era sempre più adirato con me e attribuiva il mio insuccesso a scuola a quel regalo ricevuto. Un giorno era così arrabbiato che prese la chitarra e, sbattendola con violenza per terra, la fece in mille pezzi! Potete immaginare quanto traumatico fu per me quell'episodio e come esso sancì un definitivo allontanamento da Francesco, mio papà.
Devo rivelarvi che solo ultimamente riesco a pensare a lui con tenerezza e affetto, quasi con riconoscenza, perché ora so che proprio prove come quelle mi hanno reso ciò che sono. Però, se fra voi ci sono genitori, vi prego, non castrate in questo modo i vostri figli per poterli rafforzare e prepararli alla vita!
Anzi, vi supplico: vegliate con attenzione per scoprire quali siano le loro attitudini. Se siete sensibili e coscienziosi scoprirete che c'è una forza creativa potente che va incoraggiata e valorizzata; in realtà non dovrete fare niente di speciale: la cosa più importante è che abbiate grande rispetto e limitiate  il più possibile il vostro approccio normativo e manipolatorio osservandovi costantemente con impegno. Il titolo di questo post afferma che il canto è il nutrimento di Dio. Il motivo per cui mentre si canta ci si sente gioiosi è proprio perché numerose entità spirituali si avvicinano a noi per nutrirsi delle nostre emanazioni e per impregnarci della loro benefica energia. 


Sentite cosa disse Omraam Mikhaël Aïvanhov

"I canti mistici che noi eseguiamo con la consapevolezza del loro potere e con il desiderio di armonizzarci con l'ordine cosmico attirano gli angeli. Essi si avvicinano e dicono: «Ecco un luogo per noi». Iniziano allora a stabilirsi nelle regioni superiori del nostro cervello, portando con sé anche i loro strumenti: violini, arpe... e uniscono le loro voci alle nostre. Quando sentono la presenza di quei visitatori regali, le entità oscure che si aggiravano ancora da quelle parti, capiscono che non c'è più posto per loro, e si allontanano.

Mi ricordo dell’epoca in cui, nelle città e nei villaggi della Bulgaria, c’erano ancora musicisti e cantanti di strada. I passanti offrivano loro qualche soldo, e a volte una finestra si apriva lasciando apparire il volto di una bella giovane che lanciava alcune monete sorridendo. Si tratta di un’immagine di ciò che avviene nel mondo spirituale: noi cantiamo sotto le finestre dei palazzi celesti, e gli angeli ci gettano alcune monete: gioie... luci..."


Prosegue nel prossimo post sulla edu-castrazione familiare, religiosa e sociale.

Enrico D'Errico