15 novembre 2013

La respirazione


Più invecchio, o meglio, più divento consapevole ed esperto, e più comprendo che la respirazione è qualcosa di sacro; sacri sono ovviamente tutti i processi vitali del corpo umano e sento sempre più che io sono parte di Dio, sono il suo corpo.
Nella mia ultima incarnazione, quella in corso, ho esperito parecchio in merito al cibo, concentrandomi principalmente su quello solido: carote, cereali, zucchini, insomma ciò che può essere cucinato e poi mangiato con la bocca, gli alimenti che il nostro sistema digerente utilizza per trarne elementi indispensabili per l’organismo.
Ora sento però la necessità di indagare su un tipo di alimento ben più sottile del cibo solido: l’aria. 
Di respirazione ne so poco o niente e più che altro vi riferirò ciò che pian piano sto scoprendo proprio in questi ultimi tempi.

Riguardo al mio modo di respirare, un’immagine che ho da alcuni anni sempre più chiara è quella di un uomo che, chiuso in un armadio, cerca di bloccare la sua respirazione per non farsi sentire e quindi scoprire: un uomo che si sta nascondendo.

Non mi interessano molto le spiegazioni psicologiche di ogni mio pensiero, della mia postura o di ogni abitudine: è un tipo di indagine infinita e che spesso non risolve i problemi. E’ comunque evidente che dietro ogni nostra difficoltà fisica, emotiva e mentale si celano traumi che si sono cristallizzati in noi; differenti forme di cronicizzazione a cui abbiamo fatto l’abitudine così bene che non ci accorgiamo più di nulla, e anche il comportamento più strano ci sembra normale.
Ci sono molte altre ragioni per cui respiriamo male: credo ad esempio che il cibo giochi un ruolo molto importante: infatti, nella medicina orientale, i polmoni sono connessi all’energia dell’intestino. Non c’è allora da stupirsi se esistono problemi respiratori visto che quasi tutti si nutrono in modo caotico e primitivo. 
E non dimenticate che stiamo “furbescamente” deforestando il pianeta e così ovviamente l’aria è sempre più povera di ossigeno e più carica di tossine.  Ma l’aria è anche piena di sostanze tossiche introdotte dall’uomo con i processi industriali. Inoltre è evidente che il pianeta è anche saturo di sentimenti che hanno come base la paura e ciò porta a vivere costantemente immersi in qualcosa che “ci toglie il respiro”.
E' straordinario pensare che noi umani stiamo facendo di tutto per soffocare il pianeta e il prossimo, eppure il respiro è il dono che Dio ha dato all’uomo nel momento della sua creazione;  sono certo che molti fra voi ricordano le parole di Genesi, al capitolo 2, il versetto 7: “E Dio formava l’uomo dalla polvere del suolo e gli soffiava nelle narici l’alito della vita, e l’uomo divenne un’anima vivente”.
Ho ancora nel cuore il bellissimo ricordo di quando nacque mia figlia Clara: ora so che quando nasce un bambino e inspira per la prima volta, lì è presente il Padre che soffia nelle sue narici l’alito della vita.





Ho notato che la maggioranza delle persone non respira a fondo e utilizza solo una parte limitata dei polmoni; ecco perché tutte le tecniche di meditazione sviluppate nel mondo suggeriscono prima di tutto di concentrarsi sul respiro e renderlo più profondo.
Una cosa è sicura: la vita è un’esperienza fantastica e pochi uomini riescono a goderne appieno perché dormono costantemente e i loro corpi sono incontrollabili: la mente produce un flusso continuo, abbondante e inutile di pensieri; il corpo emotivo prova costantemente emozioni grossolane come paura, gelosia, invidia e sensi di colpa e il corpo fisico riproduce fedelmente con la postura e il movimento la situazione emotiva e mentale.

Respirare meglio, con calma e a fondo, produce effetti sorprendenti: rilassamento quasi immediato, rallentamento del flusso dei pensieri, maggiore capacità di concentrazione e di gestione del processo mentale, miglioramento dell’umore, perdita della nozione convenzionale di tempo, alterazione dello stato di coscienza: in pratica, in pochi minuti ci si sente persone quasi “normali” e non i soliti stupidi burattini nervosi. Quando si respira bene ci si rende conto di quanto meccanico e inconsapevole sia il nostro comune modo di vivere.

Vi consiglio vivamente di fare semplici e gentili esercizi di respirazione almeno durante i pasti, quando vi svegliate e prima di andare a dormire. Spesso, quando vado a letto ho ancora l’adrenalina a mille e sono emozionato per tutte le belle cose che mi sono successe nella giornata; avrei ancora voglia di fare un sacco di cose, come scrivere un nuovo post o comporre una canzone: insomma i miei corpi sono ancora troppo eccitati per fermarsi col sonno. Allora ho capito che respirando con calma e attenzione in pochi minuti il flusso dei pensieri rallenta, il corpo emotivo si placa e posso scivolare con dolcezza nel sonno.

Vediamo allora come si può migliorare il processo della respirazione.
Io credo che la prima cosa da fare sia pregare e ringraziare per ciò che abbiamo.
Al risveglio nasciamo a nuova vita in un nuovo giorno e si preparano per noi nuove entusiasmanti avventure: non vi pare un buon motivo per ringraziare un Padre così generoso?
Alla sera possiamo ringraziarlo per averci condotto per mano, per averci fatto sentire la sua protezione e il suo amore. E’ solo a lui che dobbiamo la vita e l’avere scoperto come viverla appieno. Non dimentichiamoci mai che anche se il nostro risveglio spirituale dipende molto dai nostri sforzi, esso è soprattutto un dono della grazia divina.
Anche ai pasti possiamo pregare prima di respirare a fondo: ci stiamo apprestando a gustare alimenti deliziosi, preparati per noi nei laboratori divini. Chiediamo al Padre che ci aiuti a diffondere nell’umanità semi di risveglio che rechino prosperità, pace e cibo in abbondanza per tutti. Che noi si possa essere utilizzati dal Padre per debellare la malattia della povertà spirituale e quindi fisica.

Venendo finalmente a come respirare, prima si è detto che quasi tutte le persone non respirano a fondo; allora, dopo che ci siamo sdraiati o comunque messi in una posizione molto comoda, cerchiamo prima di rilassare i muscoli di tutto il corpo, focalizzandoci soprattutto sulle spalle, il torace e il ventre. Ora è il momento di intensificare a poco a poco l’inspirazione e riempire i polmoni cominciando dalla parte più in basso, per arrivare fino ai bronchi in alto. Quando espiriamo cercheremo di fare esattamente il percorso inverso, cominceremo cioè a svuotare i polmoni partendo dalla parte più alta per arrivare fino in fondo. E’ importante che non forziate troppo il vostro apparato respiratorio: ricordatevi che avete respirato poco e male per tutta la vita e quindi non dovete pretendere troppo dai vostri polmoni. Attenti a non fare mai, a meno che non abbiate una guida fidata, degli esercizi estremi come quello della respirazione diaframmatica veloce: so di molte persone che si sono procurate difficoltà che spesso stentano a passare o addirittura che necessitano di aspettare che l’anima si prenda un corpo del tutto nuovo.

Enrico D'Errico