Più invecchio, o meglio, più divento consapevole ed esperto,
e più comprendo che la respirazione è qualcosa di sacro; sacri sono ovviamente
tutti i processi vitali del corpo umano e sento sempre più che io sono parte di
Dio, sono il suo corpo.
Nella mia ultima incarnazione, quella in corso, ho esperito
parecchio in merito al cibo, concentrandomi principalmente su quello solido:
carote, cereali, zucchini, insomma ciò che può essere cucinato e poi mangiato
con la bocca, gli alimenti che il nostro sistema digerente utilizza per trarne
elementi indispensabili per l’organismo.
Ora sento però la necessità di indagare su un tipo di
alimento ben più sottile del cibo solido: l’aria.
Di respirazione ne so poco o
niente e più che altro vi riferirò ciò che pian piano sto scoprendo proprio in
questi ultimi tempi.
Riguardo al mio modo di respirare, un’immagine che ho da
alcuni anni sempre più chiara è quella di un uomo che, chiuso in un armadio, cerca di bloccare la sua respirazione per non farsi sentire e quindi scoprire:
un uomo che si sta nascondendo.
Non mi interessano molto le spiegazioni psicologiche di ogni
mio pensiero, della mia postura o di ogni abitudine: è un tipo di indagine
infinita e che spesso non risolve i problemi. E’ comunque evidente che dietro
ogni nostra difficoltà fisica, emotiva e mentale si celano traumi che si sono
cristallizzati in noi; differenti forme di cronicizzazione a cui abbiamo fatto
l’abitudine così bene che non ci accorgiamo più di nulla, e anche il
comportamento più strano ci sembra normale.
Ci sono molte altre ragioni per cui respiriamo male: credo ad
esempio che il cibo giochi un ruolo molto importante: infatti, nella medicina
orientale, i polmoni sono connessi all’energia dell’intestino. Non c’è allora
da stupirsi se esistono problemi respiratori visto che quasi tutti si nutrono
in modo caotico e primitivo.
E non dimenticate che stiamo “furbescamente”
deforestando il pianeta e così ovviamente l’aria è sempre più povera di ossigeno
e più carica di tossine. Ma l’aria
è anche piena di sostanze tossiche introdotte dall’uomo con i processi
industriali. Inoltre è evidente che il pianeta è anche saturo di sentimenti che
hanno come base la paura e ciò porta a vivere costantemente immersi in qualcosa
che “ci toglie il respiro”.
E' straordinario pensare che noi umani stiamo facendo di
tutto per soffocare il pianeta e il prossimo, eppure il respiro è il dono che
Dio ha dato all’uomo nel momento della sua creazione; sono certo che molti fra voi ricordano le parole di Genesi,
al capitolo 2, il versetto 7: “E Dio formava l’uomo dalla polvere del suolo e
gli soffiava nelle narici l’alito della vita, e l’uomo divenne un’anima
vivente”.
Ho ancora nel cuore il bellissimo ricordo di quando nacque
mia figlia Clara: ora so che quando nasce un bambino e inspira per la prima
volta, lì è presente il Padre che soffia nelle sue narici l’alito della vita.
Ho notato che la maggioranza delle persone non respira a
fondo e utilizza solo una parte limitata dei polmoni; ecco perché tutte le
tecniche di meditazione sviluppate nel mondo suggeriscono prima di tutto di
concentrarsi sul respiro e renderlo più profondo.
Una cosa è sicura: la vita è un’esperienza fantastica e
pochi uomini riescono a goderne appieno perché dormono costantemente e i loro
corpi sono incontrollabili: la mente produce un flusso continuo, abbondante e
inutile di pensieri; il corpo emotivo prova costantemente emozioni grossolane
come paura, gelosia, invidia e sensi di colpa e il corpo fisico riproduce
fedelmente con la postura e il movimento la situazione emotiva e mentale.
Respirare meglio, con calma e a fondo, produce effetti
sorprendenti: rilassamento quasi immediato, rallentamento del flusso dei
pensieri, maggiore capacità di concentrazione e di gestione del processo
mentale, miglioramento dell’umore, perdita della nozione convenzionale di
tempo, alterazione dello stato di coscienza: in pratica, in pochi minuti ci si
sente persone quasi “normali” e non i soliti stupidi burattini nervosi. Quando si
respira bene ci si rende conto di quanto meccanico e inconsapevole sia il
nostro comune modo di vivere.
Vi consiglio vivamente di fare semplici e gentili esercizi di respirazione
almeno durante i pasti, quando vi svegliate e prima di andare a dormire.
Spesso, quando vado a letto ho ancora l’adrenalina a mille e sono emozionato
per tutte le belle cose che mi sono successe nella giornata; avrei ancora
voglia di fare un sacco di cose, come scrivere un nuovo post o comporre una
canzone: insomma i miei corpi sono ancora troppo eccitati per fermarsi col
sonno. Allora ho capito che respirando con calma e attenzione in pochi minuti
il flusso dei pensieri rallenta, il corpo emotivo si placa e posso scivolare
con dolcezza nel sonno.
Vediamo allora come si può migliorare il processo della
respirazione.
Io credo che la prima cosa da fare sia pregare e ringraziare
per ciò che abbiamo.
Al risveglio nasciamo a nuova vita in un nuovo giorno
e si preparano per noi nuove entusiasmanti avventure: non vi pare un buon
motivo per ringraziare un Padre così generoso?
Alla sera possiamo ringraziarlo per averci condotto
per mano, per averci fatto sentire la sua protezione e il suo amore. E’ solo a
lui che dobbiamo la vita e l’avere scoperto come viverla appieno. Non
dimentichiamoci mai che anche se il nostro risveglio spirituale dipende molto
dai nostri sforzi, esso è soprattutto un dono della grazia divina.
Anche ai pasti possiamo pregare prima di respirare a
fondo: ci stiamo apprestando a gustare alimenti deliziosi, preparati per noi
nei laboratori divini. Chiediamo al Padre che ci aiuti a diffondere nell’umanità
semi di risveglio che rechino prosperità, pace e cibo in abbondanza per tutti. Che
noi si possa essere utilizzati dal Padre per debellare la malattia della
povertà spirituale e quindi fisica.
Venendo finalmente a come respirare, prima si è detto che
quasi tutte le persone non respirano a fondo; allora, dopo che ci siamo
sdraiati o comunque messi in una posizione molto comoda, cerchiamo prima di
rilassare i muscoli di tutto il corpo, focalizzandoci soprattutto sulle spalle,
il torace e il ventre. Ora è il momento di intensificare a poco a poco
l’inspirazione e riempire i polmoni cominciando dalla parte più in basso, per arrivare
fino ai bronchi in alto. Quando espiriamo cercheremo di fare esattamente il
percorso inverso, cominceremo cioè a svuotare i polmoni partendo dalla parte
più alta per arrivare fino in fondo. E’ importante che non forziate troppo il
vostro apparato respiratorio: ricordatevi che avete respirato poco e male per
tutta la vita e quindi non dovete pretendere troppo dai vostri polmoni. Attenti
a non fare mai, a meno che non abbiate una guida fidata, degli esercizi estremi
come quello della respirazione diaframmatica veloce: so di molte persone che si
sono procurate difficoltà che spesso stentano a passare o addirittura che
necessitano di aspettare che l’anima si prenda un corpo del tutto nuovo.
Enrico D'Errico
Enrico D'Errico