5 novembre 2013

Cocreatori

Essere "Creatore" è una delle principali caratteristiche di Dio. Il primo capitolo della Bibbia descrive la sua opera creativa; si narra che fece i cieli e la terra, creò la luce e le tenebre, operò una divisione delle acque generando il suolo asciutto e il mare; quindi fece in modo che la terra germogliasse ogni sorta di vegetazione e alberi da frutto, poi creò animali sia per il mare che per il suolo terrestre. Infine Dio disse:   "Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza" (Genesi 1:26)

Quindi, visto che siamo stati fatti a immagine e somiglianza di Dio, anche noi abbiamo la possibilità e il desiderio di creare, e il campo principale in cui possiamo creare siamo noi stessi. Ognuno di noi arrivando sul pianeta si è scelto un corpo idoneo a svolgere i compiti che si è prefissato, cosa che poi, ben presto, si è dimenticato. E questo è proprio il primo lavoro da svolgere: rammentare lo scopo principale della nostra incarnazione. In linea generale compito fondamentale di ogni uomo è aumentare la sua capacità d'amare: arriviamo con una certa quantità, e quando lasciamo il corpo fisico perché ormai logoro, dovremmo essere riusciti a creare in noi maggiore quantità d'amore. Questo processo creativo è estremamente lento se non scopriamo la nostra meccanicità e il nostro vivere letargico. Se riusciamo a osservarci e portiamo luce in noi, col tempo ritroviamo i compiti che noi stessi ci eravamo prefissati e scopriamo le nostre caratteristiche peculiari, i nostri particolari talenti, il nostro speciale modo di essere "cocreatori".

L'opera creativa del Padre non si è certo interrotta con ciò che viene descritto nei primi due capitoli del libro di Genesi; egli continua in ogni istante a governare il pianeta e a colmarlo di opere d'arte meravigliose, nel regno minerale, in quello vegetale e in quello animale: tutta la creazione è piena delle sue opere amorevoli e perfette. Ad ogni istante egli si frammenta in nuove creature che nascono e crescendo saranno in grado di recargli gloria e onore.
La "gloriosa libertà dei figli di Dio" descritta in Romani 8:21 è ciò a cui aspirare nella nostra esistenza; come abbiamo descritto numerose volte in questi articoli, questo risultato può essere raggiunto solo con i nostri sforzi costanti tesi a liberarci dal sonno della coscienza, impregnandoci sempre più del desiderio di assomigliare a colui che, alla presenza del Figlio, ci ha fatto a sua immagine e somiglianza.



Il verso 28 del Vangelo di Tommaso ci da un'indicazione interessante riguardo a Gesù: "Ho preso il mio posto nel mondo"

E tu, hai scoperto quale è il tuo posto nel mondo? E, soprattutto, hai preso questo posto?
Non è per forza necessario fare grandi cose, compiere imprese eclatanti, ma nella nostra vita di ogni giorno  è comunque necessario compiere gesti che testimonino con chiarezza che abbiamo preso il nostro posto.

'Gesù disse, "Ho preso il mio posto nel mondo, e sono apparso loro in carne ed ossa. Li ho trovati tutti ubriachi, e nessuno assetato. Il mio animo ha sofferto per i figli dell'umanità, perché sono ciechi di cuore e non vedono, poiché sono venuti al mondo vuoti, e cercano di andarsene dal mondo pure vuoti" '.
Gesù è il massimo esempio possibile per chi voglia intraprendere il sacro servizio a favore dell'umanità, per chi voglia combattere con la spada della Verità e squarciare il velo dell'illusione. Dicendo "ho preso il mio posto nel mondo" afferma che si è assunto la sua responsabilità, ha agito secondo lo scopo prefissato, e "sono apparso loro in carne ed ossa" significa che incarnandosi intende portare il suo contributo materiale su questo piano terreno, fino al punto di cedere il suo corpo, la sua vita per noi.
"Li ho trovati tutti ubriachi, e nessuno assetato." Gesù osserva gli esseri umani e trova che sono tutti ebbri a causa del loro modo di vivere vorace e folle; sono tutti ubriachi dei loro desideri carnali ma nessuno è assetato dell'acqua della vita, della conoscenza della Verità.
"Il mio animo ha sofferto per i figli dell'umanità, perché sono ciechi di cuore e non vedono...". L'animo di Gesù osserva gli uomini e soffre perché nota che hanno cuori di pietra e occhi non in grado di vedere. 
"...poiché sono venuti al mondo vuoti, e cercano di andarsene dal mondo pure vuoti". Gesù ha deciso di venire a sacrificarsi per il genere umano proprio per sbloccare la ruota del Karma, per riavviare il processo evolutivo. Sa e vede che gli uomini arrivano vuoti, incapaci di amare, e se ne vanno ancora vuoti, senza aver utilizzato l'incarnazione per aumentare questa capacità.

Questo versetto mi sembra veramente strepitoso e mi rammenta una frase che, impietosamente ma amorevolmente, mi veniva rivolta da uno dei miei maestri: "La tua è proprio un'incarnazione sprecata!"

Ricordo bene ancora adesso quanto attrito provocasse in me quella sua affermazione, ma credo che, anche grazie a stimoli come questo, abbia potuto smuovermi dallo stato di stagnazione in cui versavo; c'era veramente il rischio che me ne andassi con la stessa quantità d'amore con la quale ero giunto sul pianeta: vuoto o quasi ero arrivato, e  quasi vuoto me ne sarei ben presto andato. Per questo suo particolare modo di disciplinarmi, ma anche a seguito di azioni criminose compiute dal mio maestro a danno della nostra comunità, fino ad ora mi è stato molto difficile applicare il comando divino "ama il tuo nemico".
Ora, dopo molti anni, riesco finalmente a pensare a lui con gratitudine e con tenerezza.

E voi, miei cari amici, avete intenzione di andarvene vuoti, come vuoti siete venuti? Veramente non sfrutterete la vostra incarnazione? Volete anche voi vanificare il sacrificio di Cristo? 

Impegnatevi invece nel lavoro di cocreazione del mondo: portate più bellezza in voi stessi e diffondete intorno a voi i semi di risveglio che avete coltivato e stanno cominciando a produrre frutto.
Si applichino dunque a voi le parole del versetto 58 del vangelo di Tommaso:

"Beato l'uomo che si è impegnato e ha trovato la vita."


Enrico D'Errico