31 maggio 2014

Cosa è l'apostasia?



"Il termine apostasìa (dal greco ἀπό "lontano da" (idea di separazione) e στάσις, da ἵστημι "stare, collocare") definisce l'abbandono formale e volontario della propria religione (in tale contesto si parlerà più propriamente di apostata della religione). In questo senso è irrilevante se a seguito di tale abbandono vi sia l'adesione a un'altra religione (conversione) oppure la scelta areligiosa o atea. In senso stretto, il termine è riferito alla rinuncia e alla critica della propria precedente religione. Una vecchia e più ristretta definizione di questo termine si riferiva ai cristiani battezzati che abbandonavano la loro fede.Molte religioni considerano l'apostasia un vizio, una degenerazione della virtù della pietà nel senso che quando viene a mancare la pietà, l'apostasia ne è la conseguenza; spesso l'apostata viene fatto bersaglio di condanne spirituali (ad esempio la scomunica) o materiali ed è rifuggito dai membri del suo precedente gruppo religioso".
Io sono un apostata; ero un ministro cristiano testimone di Geova, sin dai tempi del mio primo matrimonio con Elisabetta, a Milano. Per dodici lunghi anni cercai di applicare pazientemente le indicazioni che ricevevo dagli anziani: onora tua moglie, non la tradire, soddisfala sessualmente, paga le tasse a Cesare, etc etc. Era impegnativo ma mi sentivo parte del gruppo, appartenevo ad una "famiglia" mondiale che conta ormai decine di milioni di persone.  Prima, come ognuno dei miei fratelli e sorelle, andavo regolarmente ogni settimana per alcune ore, di casa in casa, a rendere opera di testimonianza della mia fede. Poi, col tempo,  cominciai ad accompagnare gli anziani nelle visite pastorali e la cosa mi entusiasmò al punto che coltivai in cuor mio il desiderio di divenire anch'io un pastore del gregge. Dopo soli cinque anni divenni un anziano di congregazione e la mia autostima era alle stelle: sostenere spiritualmente coloro che si trovavano in difficoltà era il mio pane quotidiano. Ma i problemi nella mia relazione con Elisabetta, che non si era ribattezzata come me, apostatando dalla chiesa cattolica, acquistarono sempre più consistenza. Io l'amavo, per quando il mio livello di coscienza me lo permettesse, ma le pressioni che operava quotidianamente su di me stavano diventando intollerabili. E pensare che vivevamo in una casa bellissima, una villa sul mare, a Pieve Ligure.....ma lei non era mai contenta. * Inoltre, alla fine degli anni ottanta mi iscrissi all'istituto Kushi, la scuola di filosofia macrobiotica più importante al mondo. Le grane si intensificarono perché gli anziani mi sconsigliarono vivamente di proseguire gli studi e di leggere altri libri che non fossero esclusivamente  quelli editi dalla Watch Tower and bible society. Ero molto dispiaciuto di non poter tranquillamente leggere quel che più mi interessava....ma naturalmente - mi conoscete bene - io me ne fotto altamente di quel che mi dicono gli altri, soprattutto se non mi spiegano le ragioni di quel che sarebbe meglio fare. Io amo la vita, la amo perdutamente, più di ogni altra cosa e Macrobiotica deriva proprio da Macros e Bios, grande Vita..... quindi..........

Dopo qualche ragionevole esitazione decisi per la Vita e lasciai sia la mia vita con Elisabetta che il mio incarico nella congregazione. Non è andata esattamente così ma, se vi interessa, su richiesta vi darò ulteriori dettagli nel prossimo post.

Vostro Enrico D'Errico
               egosumanima