20 gennaio 2014

Farete cose più grandi di me 1

In un articolo precedente, "Recate bellezza sul pianeta", ho narrato l'esperienza personale riguardante la scoperta e la salvaguardia della mia missione su questa terra. Qui finché ti fai soltanto gli affari tuoi (che poi non sono affatto tuoi ma programmati da altri), finché resti buono buono nel tuo bozzolo letargico senza tentare di uscirne, tutto sembra andare piuttosto bene. 
Ma non appena metti il naso fuori da lì, forze "ostili" cominciano a concentrare i loro sforzi per impedirti di risvegliarti. Se poi scopri e valorizzi il tuo talento artistico, i nostri "gentili fratelli dell'ombra" non ti danno più tregua. Naturalmente all'inizio ancora non sai che sei tu stesso ad esserti creato quelle difficoltà con le tue caratteristiche interiori da conoscere e alchemizzare: quindi lotti, con quel poco che conosci e con le sole tue forze, per cercare di liberarti. Più cerchi di slegarti e più l'energia che impieghi viene sfruttata dai tuoi "avversari", soprattutto se ti lamenti per le tue circostanze difficili. Ma un paziente lavoro su di sé, al fine di conoscere i propri meccanismi e una costante dedizione alla preghiera ti consentono poco alla volta di sciogliere i tuoi legami.

Le emozioni superiori sono il carburante che consente al cuore di essere scaldato e quindi di aprirsi.
Scoprire la vena artistica in ciascuno di noi permette di accendere il fuoco, di provare la gioia crescente che un giorno ci permetterà di aprire il cuore e uscire dal sonno della coscienza.
Ma incarnare ispirazioni artistiche non è difficile?
No, non lo è; il Pianeta è come circondato da un vibrante alone di   creatività, che non chiede niente di meglio che poter essere canalizzata mediante gli esseri umani. Se cercate di centrarvi, di creare spazi di silenzio nella vostra giornata, a poco a poco potreste scoprire quanto affermo. Naturalmente ciascuno deve scoprire il suo personale modo di portare maggiore bellezza sul pianeta: per alcuni sarà mediante la pittura o la danza, per altri tramite la poesia, per altri ancora mediante l'arte sacra del sesso.  "Fare l’amore, vuol dire infatti costruire amore, portare amore in un luogo in cui c’è bisogno d’esso. Significa portare più bellezza in un mondo dove c’è già tanta perfezione, ma dove comunque tu hai la responsabilità di fare la tua parte per perfezionare il perfettibile. Significa rendere il tuo corpo, e quello del partner, un tempio sacro in cui il divino possa farti visita." (Dal libro "Io sono un'anima: ritrovare se stessi ed entrare nel Regno di Dio e dal mio post del 25 settembre 2013)


Nuovi insegnanti
Un ulteriore modo di fare arte, è quello di aiutare altri esseri umani a scoprire quale miracolo essi rappresentino, quale straordinaria opera artistica essi siano. 
Molti di noi, molti di voi che state leggendo, sono chiamati a scoprire, valorizzare e praticare l'arte dell'insegnamento.

Ma chi dovrebbe insegnare e quando potrà cominciare a farlo? 
La scrittura di Giacomo 4:17 afferma che se sappiamo farei il bene e non lo facciamo commettiamo peccato. Quando abbiamo qualcosa di prezioso, sia esso qualcosa che ha a che fare con i piani più materiali come le nostre risorse economiche, la nostra casa, il nostro cibo, per arrivare ad aspetti più sottili come i nostri sentimenti o valori di natura più spirituale, quando insomma abbondiamo in cose che mancano ad altri, dovremmo naturalmente sentirci spinti a condividerle, facendo nostro lo spirito del "c'è più felicità nel dare che nel ricevere".

Ma è inevitabile, per le persone che sono identificate col piano terreno della dualità,  coloro che non hanno ancora il cuore aperto e che vivono in uno stato di coscienza dove non c'è vita ma solo sopravvivenza, è inevitabile dicevo che applichino lo stesso atteggiamento egoistico manifestato per il possesso delle cose materiali anche ai beni cosiddetti più spirituali. Dovranno passare attraverso una fase in cui, dopo  essere stati grandemente benedetti dal cielo, non si rendano conto che le conoscenze e i talenti acquisiti sono soprattutto la manifestazione della grazia divina.
Ma se ti appropri di ciò che non è tuo e te ne vanti come se lo fosse, rallenterai enormemente il tuo cammino evolutivo fino a farlo arrestare del tutto. Nell'universo tutto per rimanere in vita deve scorrere, crescere, alimentarsi e alimentare, in un flusso di scambio incessante; ogni volta che con i nostri atteggiamenti egoici, con i nostri "peccati", falliamo il bersaglio del risveglio e non siamo più rivolti alla luce ma a noi stessi, creiamo stagnazione e, come l'acqua che quando ristagna imputridisce, anche noi diventiamo non solo improduttivi ma anche creatori di malessere e menzogna.

Tutti dovrebbero sentirsi spinti quindi a dare ciò che hanno, ad ogni livello, agli altri componenti dell'umanità, e ampliando il proprio stato di coscienza si comprende bene che ogni elemento del genere umano è chiamato al sacrificio di sé, a rendere sacro se stesso, il proprio agire e col proprio agire rendere sacri gli altri. L'esempio massimo di ciò è quel che fece il Cristo Gesù che diede se stesso, condivise con gli altri tutto ciò che aveva, tutti i talenti ricevuti dal Padre e persino la sua vita. Già appena nato era impregnato dello spirito di sacrificio; questo è evidente anche dal luogo in cui fu deposto: una mangiatoia. Già allora stava dicendo al genere umano "eccomi sono qui, tutto per voi, mangiatemi, saziatevi della mia carne e del mio sangue, bevete quest'acqua della vita che sono in grado di darvi e non avrete più né sete ne fame. Impregnatevi dello spirito santo che tramite il Padre io emano e conoscerete la verità che vi renderà liberi.

continua...




Enrico D'Errico
Moriturus te salutat