9 dicembre 2013

Sognando e risognando



Ultimamente sogno moltissimo: a volte per tutta la notte e fino alle prime ore del mattino.  Spesso, nel momento del risveglio, quando ancora la mente tace e la pancia non vibra con emozioni deviate e distorte, arriva la comprensione istantanea e agghiacciante di una verità.
Per un solo momento è come se qualcuno, mettendomi con le spalle al muro mi dicesse: “Vedi, Enrico, è proprio così”. Poi, basta un niente, il profumo del caffè che invade la casa, il bimbo del piano di sopra che come sempre (ovviamente dico io) non vuole andare all’asilo, una preoccupazione qualsiasi, come doversi ricordare dell’affitto da pagare   eeeeee     oplà!
è come entrare in uno stato catatonico, come se qualcuno rinnovasse un quotidiano incantesimo, e io, per buona parte del giorno, non sono più un’anima vivente ma un corpo che si trascina, anzi che mi trascina in una vita meccanica senza alcun senso logico, etico, morale e religioso.

Stamane al risveglio mi è stato fatto comprendere perché a volte rimaniamo colpiti da fatti di cronaca molto violenti; nel mio sogno qualcuno mi aveva messo di fronte ad un grosso giornale pieno solo di fotografie poste una accanto all’altra, primi piani a mezzo busto di persone con sotto una didascalia che descriveva il crimine o il danno che avevano subito.
Erano volti di uomini e donne come me; in quel momento di verità non li vedevo come semplicemente appartenenti alla massa, parte di un branco senza importanza; stavolta coloro che avevo di fronte agli occhi erano miei fratelli e sorelle: anime che attraverso il loro corpo avevano fatto esperienza di orrori impressionanti, sopravvivendo appena per poter essere immortalati da un valente fotografo.

Stamane guardando quei volti ho visto in maniera chiara e indiscutibile perché in genere si reagisce con sgomento a certe immagini e si prendono le distanze, giudicando frettolosamente la condotta bestiale di chi ha commesso il crimine: ci comportiamo così perché talvolta, in particolari circostanze, potremmo fare la stessa cosa anche noi; spinto da situazioni “limite”, mosso da pensieri ed emozioni di pura sopravvivenza, anche io sarei in grado di commettere gli stessi crimini. Anzi ovviamente la verità è che io ho fatto già esperienza di quasi tutte le situazioni descritte in quelle foto, e cioè sono già stato oggetto di ognuna di quelle aggressioni e ho commesso ciascuno di quei crimini; intendo dire che ho subìto e commesso tali cose sia nelle mie precedenti incarnazioni sia che le sto commettendo ancora ora come parte di un’umanità unita in una sola creatura vivente, sia perché spesso io non sono ancora pronto per l’unica cosa giusta da fare: dedicarmi al Cristo vivente, immolare quindi me stesso affinché un giorno più nessuno dei miei fratelli debba soffrire.

E’ quindi questo insieme di verità apparentemente complesso ma in realtà semplice, che mi colpisce quando sono portato di fronte ad un fatto doloroso.
Io non sono io, ancora una volta mi appare con chiarezza; non sono ciò che facilmente mi appare; io sono un’anima che sta prendendo sempre più consapevolezza di sé mediante i corpi che di volta in volta mi prendo per fare esperienza sul pianeta. Io sono un’anima che fa parte di un corpo animico enorme e meraviglioso; sono spinto dalla forza evolutiva a incarnarmi innumerevoli volte e provare ogni genere di esperienza, per arrivare gradualmente a capire chi sono attraverso chi o cosa non sono; scendo continuamente nella materia densa e grezza abbandonandomi ad essa per essere guidato dalle emozioni più grossolane e da pensieri primitivi, lasciando andare pian piano i comportamenti che, come anima, sento come meno corrispondenti a ciò che realmente sono. E’ come se, essendo costantemente in contatto, - all’inizio minimo, poi via via più consistente - con la Creatura perfetta che sono, cioè Dio, decidessi quali esperienze non mi servono più e quali altre devo invece ancora fare; esiste proprio un continuo raffronto con la mia perfezione divina da cui provengo e che mi dice se ciò che faccio mi somiglia o meno.

Enrico D'Errico