23 dicembre 2013

La malattia: una nuova comprensione si fa strada 4)

segue dai post del 5 agosto, 7 agosto e del 18 settembre 2013.


E' veramente interessante come l'Evoluzione procede in ogni aspetto dell'esistenza; ma come in tutti i campi, anche in quello della salute umana, la tendenza è di sostenere con caparbietà le pratiche e le idee seguite negli ultimi decenni, guardando a priori con diffidenza tutte le nuove scoperte, anche quando sono avvalorate da prove scientifiche. 


La medicina omeopatica, ad esempio, sebbene sia assodato ormai da un secolo che sia un metodo di cura veramente efficace, trova ancora molti detrattori nel campo della medicina ufficiale; essi sostengono che se in un rimedio non può essere verificata in laboratorio la presenza di una certa sostanza dichiarata, significa che quella sostanza non c'è, e quindi quel rimedio non può avere alcuna efficacia. A nessuno di loro viene in mente che forse le attrezzature disponibili nei loro laboratori non sono in grado di rilevare la presenza della parte più curativa del rimedio, e cioè la sua energia.

E che dire della nuova medicina germanica? 

Promossa dal Dottor Hamer, ha ormai molti entusiasti sostenitori in ogni parte d'Europa. Il suo scopritore si batte coraggiosamente da decenni, con centinaia di casi scientifici alla mano, per ottenere il riconoscimento della medicina ufficiale. Il suo impegno irriducibile gli è costato anni di galera e una vita in clandestinità.





Le resistenze incontrate sono state enormi e questo dimostra ancora una volta come la scienza ufficiale, quella accettata dalla maggioranza, sia estremamente riluttante a cambiare i propri paradigmi, ad accettare una nuova visione della realtà.

Dopo aver scoperto l'alimentazione macrobiotica ho conosciuto e sperimentato l'omeopatia e la floriterapia e trovo che siano metodi di cura veramente illuminati.

Ma negli ultimi anni ho cominciato a capire che per lavorare a un livello interiore, evidentemente bisogna responsabilizzarsi maggiormente e non semplicemente assumere un rimedio senza porsi alcuna domanda.

Anziché alleviare o eliminare un sintomo, come posso renderlo superfluo? Come posso arrivare a non provare più quella patologia che utilizza sintomi per essere notata?
Con l'osservazione. Non un osservazione mentale, un'indagine di tipo psico-analitico, ma una osservazione dell'emozione che provo quando sperimento il dolore, sia esso fisico o emozionale.

In tal senso, illuminanti e stimolanti sono i libri di Eckart Tolle e l'insegnamento di Salvatore Brizzi, nei suoi seminari sul risveglio interiore e nei post del suo blog "La porta d'oro".
Ecco cosa dice Tolle nel suo irrinunciabile libro "Il Potere di Adesso" in merito al dolore e alla malattia:

"TRASFORMARE LA MALATTIA IN ILLUMINAZIONE
....Non vi arrendete all'idea di 'malattia'. Lasciate che la sofferenza vi costringa a entrare nel momento presente, in uno stato di intensa presenza consapevole. Utilizzatela per l'illuminazione.

Abbandono non significa trasformare ciò che esiste, almeno non direttamente. L'abbandono trasforma voi. Quando voi siete trasformati, tutto il vostro mondo viene trasformato, perché il mondo è soltanto un riflesso.


....La malattia non è il problema. il problema siete voi, fintanto che la mente egoica è in posizione dominante. Quando siete ammalati o invalidi, non dovete sentirvi come se aveste fallito in qualche modo, non dovete sentirvi in colpa. Non date la colpa alla vita per avervi trattato in modo sleale, ma non date la colpa nemmeno a voi stessi. Tutto questo è resistenza. Se avete una malattia grave, utilizzatela per l'illuminazione. Qualunque cosa di 'male' vi capiti nella vostra vita, utilizzatela per l'illuminazione. Eliminate il tempo dalla malattia. Non datele né passato né futuro. Lasciate che vi costringa ad entrare in un'intensa consapevolezza del momento presente, e vedete che cosa succede.

Diventate alchimisti, trasmutate il metallo in oro, la sofferenza in consapevolezza, la catastrofe in illuminazione.

Se chi è gravemente ammalato si sente in collera con ciò che ho appena detto, questo è un chiaro segno che la malattia è diventata parte del suo senso del sé e che tale persona sta ora proteggendo la propria identità, oltre a proteggere la malattia. La condizione che viene etichettata come 'malattia' non ha niente a che vedere con ciò che voi realmente siete.


TRASFORMARE LA SOFFERENZA IN PACE
...Ed ecco la seconda possibilità di arrendersi. Se non potete accettare ciò che è esteriormente, accettate ciò che è interiormente. Se non potete accettare la condizione esterna, accettate la condizione interna. Ciò significa: non opponete resistenza al dolore. Consentitegli di esistere. Abbandonatevi all'afflizione, alla disperazione, alla paura, alla solitudine o a qualunque forma assuma la sofferenza. Siatene testimoni senza etichettarla mentalmente. Abbracciatela. Allora vedrete come il miracolo dell'arrendersi trasformi la sofferenza profonda in pace profonda. Questa è la vostra crocifissione. Facciamo in modo che diventi la vostra risurrezione e la vostra ascensione.

...Quando non c'è via d'uscita, vi è pur sempre una via di attraversamento. Allora non allontanatevi dal dolore. Affrontatelo, percepitelo pienamente. Percepitelo, non pensateci! Esprimetelo se necessario, non create un copione nella vostra mente.

Dedicate tutta la vostra attenzione alla sensazione, non alla persona, all'evento o alla situazione che sembrano averla causata. Non lasciate che la mente utilizzi il dolore per crearne un'identità di vittima per voi stessi. Sentirvi dispiaciuti per voi stessi e raccontare ad altri la vostra storia vi manterrà invischiati nella sofferenza. Poiché è impossibile sfuggire alla sensazione, l'unica possibilità di cambiamento è entrarvi dentro; altrimenti non cambierà nulla. Allora dedicate la vostra completa attenzione a ciò che provate e astenetevi dall'etichettarlo mentalmente. Mentre entrate nella sensazione, siate intensamente vigili. Inizialmente potrà sembrare un luogo buio e terrificante, e quando arriva l'impulso di allontanarvene dovete osservarlo ma non agire di conseguenza. Continuate a rivolgere la vostra attenzione al dolore, continuate a provare afflizione, paura, terrore, solitudine, quello che sia. Rimanete vigili, rimanete presenti: presenti con tutto il vostro Essere, con ogni cellula del corpo. Così facendo apportate luce in questo buio. Questa è la fiamma della vostra consapevolezza.


Anche Brizzi da risalto all'importanza dello "stare sull'emozione": 
Questi sono alcuni stralci dal suo post "Zero limits"

Il momento fondamentale della pratica alchemica – la quale mira a trasmutare convinzioni limitanti ed emozioni negative accumulatesi nel subconscio – consiste nell’OSSERVARE tali emozioni, fastidi, lamentele, giudizi... ogniqualvolta emergono allo scoperto. Se li esponiamo al Sole della nostra osservazione essi con il tempo si inceneriscono. Non è un caso che Ercole nel mito dell’Idra per uccidere il mostro lo estragga dalla palude esponendolo alla luce del Sole, la luce della consapevolezza. Ciò che si trova nascosto nel subconscio ha potere su di noi solo fino a quando rimane occultato nel buio, ma quando viene illuminato dall’osservazione il suo potere inizia a scemare e la sua fine è vicina.

Io ho compiuto il mio percorso in questo modo: osservando, osservando, osservando. Quando arrivava il fastidio, il disappunto, la sofferenza bruciante... io non incolpavo mai il mondo esterno e non tentavo nemmeno di capire sul piano mentale il significato di quella sofferenza. Semplicemente mi chiudevo nella mia stanza o nel bagno sul posto di lavoro e STAVO SULL’EMOZIONE, a contatto con essa, mandando amore al mio Piombo interiore e ringraziando per l’opportunità. Non rifiutavo il dolore, ma lo investivo d’amore.
Alla lunga ho vinto io.


Questi sono alcuni stralci dal suo post "Fate l'amore con il dolore"

....Ebbene, noi tutti – volenti o nolenti – siamo alchimisti venuti sulla Terra a trasmutare il Piombo in Oro, ma allo stesso tempo alberghiamo in noi una natura animale che ci fa comportare alla stregua di ominidi capaci di solo pensiero pre-logico, per cui allontaniamo il Piombo appena ne fiutiamo anche solo l’odore.

...Il Piombo è la nostra sofferenza... e la nostra sofferenza è di piombo.
L’Oro rappresenta la Gioia, l’Amore, la Ricchezza, l’Abbondanza, la Creatività, l’Imprevedibilità, l’Impeto Guerriero e tutte le altre qualità che è possibile ricavare da una corretta trasmutazione della sofferenza.

Quando soffriamo dovremmo letteralmente gettarci sulla nostra sofferenza ed estrarne il meglio. Spremere l’Oro dal Piombo. L’angoscia, lo stress, la gelosia, la rabbia... rappresentano occasioni imperdibili per balzare in alto.

....La nebulosa concezione della vita che abbiamo mendicato da scuola, parenti e telegiornali, ci porta invece a voler cancellare la sofferenza dal nostro orizzonte: preferiamo morire piuttosto che vivere senza un arto, smettere di innamorarci piuttosto che affrontare nuovi abbandoni, prendere psicofarmaci piuttosto che iniziare a guardarci dentro…

Lanciamo ai giovani un’esortazione antica e rivoluzionaria: fate l’amore con la sofferenza. Possedetela e accoglietela. Non fatevi schiacciare, ma instaurate con lei la stessa complicità che si crea fra due amanti clandestini. In pubblico fingete rifiuto e distacco… ma in privato gettatevi uno nelle braccia dell’altro.

.....Il comportamento dell’alchimista di fronte alle difficoltà della vita:

-- Osserva con consapevolezza le reazioni della sua macchina biologica all’evento esterno (pensieri, emozioni, sensazioni fisiche).

-- Non attribuisce a una persona o a un evento esterno la causa del suo star male, poiché è perfettamente cosciente di aver creato lui la situazione in cui si trova.

-- Sa di poter influenzare il corso degli eventi esterni se riesce a modificare la sostanza emotiva che si trova al suo interno. -- Osserva con piena consapevolezza e senza identificazione il dolore della macchina biologica. Non tenta di reprimere o ignorare la sofferenza. Manda amore e compassione verso questo dolore.


continua in "La malattia: una nuova comprensione si fa strada 5)"

Enrico D'Errico