29 dicembre 2013

La malattia: una nuova comprensione si fa strada (5)

continua da La malattia: una nuova comprensione si fa strada 4)

"Quanti impedimenti e quante difficoltà che incontriamo nella vita hanno come sola ragion d'essere quella di obbligarci a intraprendere l'unico cammino che ci permetterà di portare a compimento la nostra predestinazione di figli e figlie di Dio! Una grande saggezza presiede a tutti i destini, e occorre accettare questa verità per non aggravare le proprie sofferenze. L'Intelligenza cosmica non ha mai l'intenzione di annientarci; con quello che ci dà – e anche con quello di cui ci priva – ci mette in situazioni tali per cui siamo obbligati ad esprimere e a produrre ciò che abbiamo di meglio. A chi non vede una via d'uscita verso l'esterno, rimane sempre la possibilità di cercare una via d'uscita in se stesso, lavorando senza posa con il pensiero, l'immaginazione e la volontà. Il destino ha per ciascuno un linguaggio speciale che ci si deve sforzare di interpretare. Tutti gli impedimenti e tutti gli ostacoli che ciascuno incontra sul proprio cammino lo obbligano a cercare ciò di cui ha bisogno nel mondo dell'anima e dello spirito."    Aivanhov 

In questo tempo della fine di un vecchio sistema di cose e del passaggio al nuovo, sulla terra si stanno verificando cambiamenti enormi, la cui interpretazione varia a seconda del nostro livello di coscienza.
Quando un uomo distrugge un formicaio, le formiche non si rendono conto della differenza tra questo tipo di fenomeno e un terremoto; così, per noi esseri umani è difficile distinguere la portata e il significato degli enormi cataclismi fisici, emotivi e mentali che stanno caratterizzando questo momento evolutivo del pianeta.

La Bibbia afferma che negli ultimi tempi saranno aperti nuovi rotoli, stando a significare che nuove conoscenze sarebbero state rese disponibili a chi le desidera. In realtà questo genere di sapere è da sempre disponibile a chiunque voglia indagare e conoscere, ma attualmente, grazie alla particolare energia che impregna il pianeta, coloro che vogliono accrescere la consapevolezza hanno dei grossi vantaggi rispetto al passato. Non sto dicendo che adesso non sia necessario fare degli sforzi per evolvere, ma certo il lavoro su di sé ora è decisamente facilitato. 
La conoscenza sta divenendo abbondante e non è più un privilegio di pochi adepti o iniziati ma è alla portata di tutti, a patto che la si desideri fortemente e non solo per il proprio progresso ma anche per quello dei propri simili.

Nel post "Maledetti Farisei" ho parlato di come la classe sacerdotale di tutti i tempi, da quelli di Gesù fino ad oggi, si sia prodigata con zelo a tenere nascosta la Verità; ma i loro tentativi di celarla, sempre più patetici e grotteschi, ben presto non avranno più alcuna efficacia neanche sulle menti più umili e poco istruite.
In questo momento evolutivo il sincero ricercatore della Verità non ha più bisogno della mediazione di qualcuno per accedere a Dio e ai suoi "misteri" e ognuno può diventare "sacerdote" e cioè amministratore del sacro, portatore di sacralità nella propria vita e in quella del suo prossimo.

Anche l'altra "casta sacerdotale", la medicina ufficiale, sta perdendo sempre più velocemente terreno per la stessa ragione menzionata prima e cioè l'aumento della consapevolezza delle persone. Attualmente la spinta evolutiva pretende che l'essere umano sia indipendente anche per quanto riguarda la cura di se stesso. Per un certo periodo la medicina convenzionale è stata utile ma ora è diventata assolutamente obsoleta e del tutto inefficace; se prima con un farmaco generico era possibile "curare" moltissime persone, ora le malattie stanno assumendo caratteristiche sempre più individuali al punto che le case farmaceutiche teoricamente dovrebbero fabbricare un farmaco diverso per ogni malato, cosa che, se ci si pensa, era ciò che faceva già l'erborista in occidente o lo stregone del villaggio nei paesi cosiddetti meno civilizzati.

Ora i sintomi che avvertiamo reclamano a gran voce una soluzione non sintomatica che porti luce sugli atteggiamenti interiori che devono essere alchemizzati. Per millenni nessuno è mai stato in grado di comprendere che i malesseri che proviamo sono causati dalla nostra resistenza ad adeguarci al ritmo dell'evoluzione, adeguarci all'esigenza di diventare creature che incarnino al meglio le qualità di Dio. 

Come ho già detto nei precedenti post sulla malattia, se io utilizzo il "mio" corpo in maniera impropria, trascurando che sono stato creato a immagine e somiglianza di Dio, a livello energetico e vibratorio si generano "distonie" prima a livello mentale, poi anche a livello emotivo e infine, se ancora i campanelli d'allarme non sono stati sufficienti  (e non lo sono mai), anche a livello fisico. La soluzione della medicina ufficiale, ottusa e superficiale, considerando la malattia ( dal latino male-actio = mala-azione = malattia indotta per azione errata, dovuta all'ignoranza della mente del soggetto) come un problema, come un nemico da debellare, si è specializzata solo nella rimozione dei sintomi, o in maniera farmacologica o utilizzando addirittura la chirurgia.
Ma anche la naturopatia, negli ultimi decenni si è concentrata quasi esclusivamente sui sintomi e non sulle cause; in realtà anche coloro che si sono focalizzati su quest'ultime in genere non hanno saputo ne individuarle né interpretarle in modo corretto.

Io sono di Dio.

Allora la domanda da porsi è:
"Che vuole lui da me?" 

La risposta è che io lo rappresenti al meglio sul piano fisico. Ecco che quindi risulta necessario incarnare la compassione, la benignità, la lungimiranza, la longanimità, la fedeltà, la fermezza, l'audacia, la mitezza, e le altre caratteristiche di Dio. 
Tutto il "pacchetto sintomatico" di ogni essere umano è dovuto esclusivamente alle carenze che essi hanno nella manifestazione di queste qualità.

Personalmente, grazie a una sana alimentazione e soprattutto al lavoro di osservazione, ho potuto col tempo e con pazienza rendere superflui alcuni sintomi; ho imparato a considerarli con attenzione amorevole, con gratitudine. Essi mi hanno indicato dove avevo bisogno di migliorare.
Ancora adesso ovviamente ce ne sono altri che continuano a darmi delle indicazioni; spesso non capisco un accidente, ma altre volte, se la mia attenzione è accompagnata da richieste accorate al Padre, riesco a vedere la verità che si cela dietro alla malattia.

Ma quando chiediamo aiuto al Padre, fermo restando che lui sa già benissimo ciò che ci serve ancor prima che lo chiediamo, quale è la ragione per cui vogliamo curarci? Perché vogliamo guarire?
Se è soltanto per poter continuare a farci meglio gli affari nostri, forse sarà difficile ottenere aiuto.
Ma se invece il Padre comprende che vogliamo guarire perché realmente desideriamo servirlo al meglio, se vede che in ogni cosa abbiamo messo al primo posto il Regno, è cosa certa che riceveremo delle risposte.

Nelle ultime settimane ho compreso cose che avevo capito da tempo; intendo dire che ciò che avevo capito solo intellettualmente sta ora giungendo a comprensione cardiaca. Il cammino dell'evoluzione interiore umana passa per forza dall'apertura del cuore e non ci può essere apertura del cuore se prima non si manifestano delle emozioni superiori. Per millenni, vita dopo vita siamo stati portatori di cuori di pietra, siamo stati, come dicono le sacre scritture, "uomini dal collo duro". 

Poi, poco alla volta, qualcosa comincia ad ammorbidire la pietra; ci inteneriamo per delle immagini artistiche, per la poesia, forse per della musica particolare. Le emozioni diventano sempre più frequenti ed intense e passano dal piano dalla pancia a quello cardiaco. Acquisiamo occhi per vedere e orecchie per sentire e scopriamo che ciò che ci da maggiormente fastidio in un altro è la cosa su cui dobbiamo lavorare noi; e il miracolo è che, in men che non si dica, una volta che abbiamo portato vera luce su un aspetto, su una caratteristica che davvero ci rendeva molto differenti da Dio, quella stessa cosa si alchemizza, si spiritualizza e spariscono i sintomi che servivano da rammemoratori.

Allora, guarda caso, l'Esistenza non è più costretta a condurti persone che ti facciano da specchio e ti mostrino ciò che non vuoi e non puoi vedere; guarda caso, le persone intorno a te cambiano, diventano migliori, più belle: si spiritualizzano.
Il mondo è la mia creazione, e ciò che realizzo è sempre meglio di giorno in giorno nella misura in cui divento consapevole del processo creativo.




Che meraviglia, che splendore: nostro Padre, attraverso di noi che lo incarniamo, porta la sua volontà, come in cielo, anche sulla terra....
ecco che viene il Regno!


"Consideratela tutta gioia, fratelli miei, quando incontrate varie prove, sapendo che questa provata qualità della vostra fede produce perseveranza. Ma la perseveranza abbia la sua opera compiuta, affinché voi siate compiuti e sani sotto ogni aspetto, non mancando di nulla".        Giacomo 1:2-4


Enrico D'Errico