26 dicembre 2019

CON LENEZZA E DEVOZIONE





Questa è una delle indicazioni per gli orchestrali che Chajcovskij scrisse nella partitura di una delle sue opere migliori, la Patetica.
Questo articolo è stato scritto dopo l’ascolto di una parte di quest’opera e si basa proprio sul concetto di Lenezza.

In questi giorni di festa, pregni di particolare energia, mi sento gioioso e ho desiderio di comunicarvelo. Sono felice perché, dopo un lungo e faticoso lavoro durato numerosi anni, è stato pubblicato il mio primo libro; sono altresì felice perché mi sento uno con voi, i miei migliori amici e compagni di viaggio.

Ho intenzione, con questo post, di contagiarvi con la mia gioia; lo so – e lo dico spesso – le parole sono davvero un mezzo limitato per Comunicare davvero, ma credo che, se mi sforzo, posso impregnare queste frasi con l’energia che mi infuoca.

Lenezza; strana parola questa al giorno d’oggi, nella società che ci sta ospitando al momento, come residenti forestieri. Essa è ormai caduta in disuso eppure ha un significato prezioso. Forse siamo invece avvezzi ad usare o udire il verbo lenire, che vuol dire curare con premura e delicatezza una ferita, di qualsiasi genere essa sia.

La fretta con cui generalmente si vive, ci porta ad essere grossolani, approssimativi e disattenti.
Ma noi non possiamo, non dobbiamo comportarci così. 
Riuscite a provare commozione e meraviglia alla vista dei girasoli di Van Gogh? No?!? Beh, la responsabilità non è da attribuire al quadro non abbastanza bello ma ai vostri occhi, non ancora in grado di Vedere! Non provate commozione e meraviglia ascoltando Mozart o Chajcovskij? Il problema è evidentemente che non avete orecchie per sentire!
Pensate di poter amare il prossimo senza essere presenti a voi stessi?!? Credete di poter cogliere la bellezza che vi circonda se non riuscite a governare e ammaestrare i vostri corpi?

È stato per tutti un anno meraviglioso, denso di esperienze di ogni genere, a volte molto dolorose, più frequentemente gioiose, ma comunque sempre degne di essere accolte con riconoscenza.
Quello che personalmente farò in questo nuovo anno a venire e che quindi auguro anche a voi, è di impegnarmi nel diventare una persona che conosce e usa lenezza e devozione.

Forse sarà superfluo ma voglio ricordarvi ancora una volta che il lavoro su di sé è diverso dall’essere semplicemente efficienti, concentrati o riflessivi; il nostro obiettivo è disidentificarci completamente dai veicoli che usiamo per muoverci sulla terra, acquistare la piena consapevolezza di essere anime e di avere il privilegio di portare più amore e bellezza in quel che concretizziamo sul piano materiale.

Concludendo, vorrei quindi che ogni vostro gesto possa, giorno per giorno, sempre più impregnarsi di lenezza e devozione; e lo stesso per ogni sguardo, ogni parola, ogni pensiero ed ogni emozione: i nostri fratelli e le nostre sorelle hanno bisogno di sentire che siamo persone in grado di provare queste emozioni superiori, per elevare il loro stato vibratorio e quello di tutto il pianeta. 
Che il Padre ci aiuti nello svolgere questo compito!