9 dicembre 2019

IL DOVERE DI SERVIRE

Ogni persona vivente ha il compito di capire la responsabilità di sacrificarsi per il prossimo.
Questo sacro servizio è spesso compreso meglio dagli artisti.
L’artista è colui cha sa cogliere prima di altri la bellezza di cui è impregnato il pianeta; in genere quindi egli si sente spinto a fermare questa bellezza sulla propria tela o su un’immagine fotografica, una composizione musicale o una scultura. Il vero artista arde di passione e desidera fortemente contagiare tutti con essa; ma non parlo dello stereotipo dell’artista un po’ bohémien, in genere depresso e squattrinato: questa è spesso l’idea che le persone hanno di coloro che fanno arte.
A questo proposito vi consiglio vivamente di leggere un libro pubblicato da Antipodi edizioni, la casa editrice di Salvatore Brizzi http://www.salvatorebrizzi.com/2019/05/i-veri-artisti-non-fanno-la-fame.html dal titolo “I veri artisti non fanno la fame”. L’obiettivo è appunto quello di sfatare questo falso mito dell’artista triste e squattrinato; lo scrittore, Jeff Goins, ci fa comprendere che solo un’artista felice, determinato e prospero, potrà produrre opere di qualità.
Ecco uno stralcio del suo testo:


“Grazie al potere di questo mito, molti di noi nella vita scelgono la strada più sicura. Diventiamo avvocati anziché attori, banchieri anziché poeti e medici anziché pittori. Andiamo sul sicuro e ignoriamo la nostra vera vocazione, scegliendo carriere meno rischiose perché ci sembra più facile. Dopo tutto, nessuno vuole vivere di stenti, perciò consideriamo la nostra passione un hobby e seguiamo la prevedibile via verso la mediocrità.

Raramente pensiamo alle persone creative come a persone ricche e di successo. Facciamo anche battute su quanto sia tempo sprecato prendere una laurea in arte o fare un corso di teatro. Abbiamo sentito che perseguire la creatività non è una mossa furba per la carriera, che si tratti di coltivare un interesse per la letteratura, per la musica o per qualunque altra cosa creativa. Per tutta la mia vita ho udito queste cose da insegnanti, amici e parenti dalle buone intenzioni. Il consiglio era sempre lo stesso: prendi una buona laurea, abbi qualcosa su cui fare affidamento e non lasciare un lavoro sicuro.
Sebbene la creatività sia un bel modo per esprimersi, non riteniamo che sia qualcosa su cui una persona dovrebbe “puntare tutto” dal punto di vista della carriera. Perché ci sono buone probabilità di fare la fame, giusto? La verità, però, è alquanto diversa. A volte un artista ha successo: un cantante vince un disco di platino, uno scrittore entra nella rosa degli autori bestseller, il film di un regista diventa un blockbuster. Tendiamo a trascurare questi momenti, considerandoli come rari casi in cui l’artista è stato fortunato o si è svenduto ma, se quello non fosse il quadro completo?
Dimentichiamo che la storia dell’Artista Squattrinato è un mito e quindi, come tutti i miti, può essere una storia molto potente attorno a cui possiamo orientare tutta la nostra vita. 

Il mondo ha bisogno della nostra opera- che si tratti dell’idea per un libro, di una visione per una start-up o di un sogno per la comunità - e tu non dovresti faticare per crearla. Tutti noi abbiamo doni creativi da condividere e, in tal senso, siamo tutti artisti. Ma cosa significa essere un “vero artista”? Significa che passi il tempo a fare ciò che per te è più importante. Significa che non hai bisogno del permesso degli altri per creare qualcosa. Significa che non crei la tua opera in segreto, sperando che un giorno qualcuno la scopra. Il mondo ti prende sul serio”.

Avete notato? “Il mondo ha bisogno della nostra opera” sostiene con vigore Jeff Goins. Sto scrivendo questo post perché ho lo scopo di scrollarvi dal torpore in cui vi trovate da molto tempo; e smettete di pensare che queste parole non vi riguardino, magari perché passate tutto il giorno a leggere in rete materiale concernente il risveglio! Attenzione, come scrivo spesso, anche questa è una strategia che le forze dell’ombra mettono in atto per cercare di tenervi nel vostro bozzolo letargico. In realtà io credo che la maggioranza di quel che esiste nel campo “spirituale” sia sotto il completo controllo di matrix. Purtroppo molti non la pensano così e si sentono al sicuro solo perché praticano yoga o leggono tanto materiale di tipo alternativo: osservatevi con attenzione e controllate quel che fate o ciò di cui vi nutrite spiritualmente.

Ma tornando al punto iniziale, è davvero importante che comprendiamo che in realtà ognuno dovrebbe sentirsi spinto ad essere un artista, dovrebbe sentire il desiderio di trasmettere ad altri quel che vede coi propri occhi.
Se questo non avviene, evidentemente, non abbiamo ancora sviluppato occhi per vedere.

Enrico D’Errico