"Il Santo si aggrappa all'unità e ne fa la misura dell'Impero. Egli non si esibisce, e perciò risplende. Egli non si afferma, e perciò si manifesta. Egli non si vanta, e perciò riesce. Egli non si gloria, e perciò diventa il capo. Infatti, appunto perché non lotta, non c'è nessuno nell'Impero che possa lottare con lui." (Tao te ching, cap. XXII)
Oggi vi parlerò dell'invidia che conosco meglio: la mia.
E' meraviglioso per me constatare di giorno in giorno in maniera crescente quanto l'Esistenza sia stata prodiga nel procurami situazioni e circostanze evolutivamente vantaggiose. La strategie che essa ha inventato e messo in atto per me sono a dir poco perfette. E perché tali strategie sono state architettate con tanta precisione, con tanta "impietosa amorevolezza"?
Ora conosco la risposta che, da lungo tempo posteggiata nella mente, ha finalmente intrapreso il viaggio che l'ha condotta al cuore: quello stratega preciso, amorevole ed esigente sono Io.
Per trasformare la caratteristica dell'invidia in ammirazione, ho dovuto passare (e non preoccupatevi....sono in grado di parlarvi solo di quest'ultima incarnazione!) vicissitudini così interessanti che potrei scrivere un libro solo su questo argomento.
Ogni nostra caratteristica è collegata a tutte le altre e, per quanto mi riguarda, ad esempio ho dovuto lavorare molto sulla autostima; se non ti stimi, se non sai ancora riconoscere il tuo valore, ovviamente invidierai coloro che intorno a te invece sembrano avere stima di sé, successo e sicurezza economica.
(vedi il post del 17/09/2013)
Nel corso dei primi 40 anni della mia vita ho avuto a che fare con personaggi di grande talento che col tempo sono diventati uomini e donne di successo; ma, anziché essere contento per loro, io - come si dice a Roma - "rosicavo" assai! e cioè crepavo di invidia. Me li sono proprio scelti bene, e alcuni adesso sono davvero molto famosi.
Ad esempio F.B. ora è lo speaker di una radio italiana importante e regolarmente riconosco la sua voce in spot pubblicitari televisivi di industrie molto note.
Stessa cosa per Luca, grande appassionato e conoscitore di musica, lo incontrai quando avevo circa 21 anni a Camogli dove lavoravamo per una radio locale. Poco tempo dopo lui fondò insieme ad un piccolo gruppo di avventurieri un'altra radio che in un certo senso ancora risuona nell'etere per il suo carattere così libero, gioioso e al tempo stesso portatore di un messaggio colto e risvegliante.
Io conobbi proprio in quei giorni Elisabetta, una giovane donna di Milano. Mi innamorai come solo un ragazzo sa fare e ci sposammo dopo appena un'anno. Avevo 22 anni, lei 18: Luca fu uno dei nostri testimoni di nozze. Nel giro di pochissimo tempo lui divenne famoso lavorando per le migliori radio statali e private. Io lo ascoltavo e provavo invidia, molta invidia. Negli ultimi 35 anni Luca ed io non ci siamo più frequentati e neanche sentiti per telefono, sebbene continuassi talvolta a curiosare nelle sue attività: temo che il mio desiderio nascosto fosse di constatare che fosse caduto nell'oblio, dimenticato dal suo pubblico, e invece, anche se in mezzo ad alterne vicende, regolarmente si riproponeva alla ribalta col suo talento indiscutibile. Luca è, a mio parere uno dei migliori dj che la radio italiana abbia mai prodotto: prima ci rosicavo adesso sono fiero di lui e onorato di conoscerlo.
Guarda caso recentemente ci siamo incontrati di nuovo tramite twitter: incredibile vero?
Ma per ultimo vi parlerò di Gil, la persona più celebre con cui ho avuto a che fare.
Gil era una creatura meravigliosa ed io me ne sono accorto solo ora che è morto.
Negli anni settanta suonavo il sax sia con lui che con un'altro gruppo di amici "sfigati" a Roma, e naturalmente mi vantavo tanto del fatto che fossi l'unico del gruppo ad essere invitato a casa del figlio di un famosissimo regista.
Quando stavo con D, di New York, dalla sua casa di Manhattan vedevo Isabella, sua sorellastra, gironzolare nel suo appartamento di fronte. Ero abituato al meglio.
Ragazzo viziatissimo, mi ostinavo a perseguire mete da sogno e credevo, con la mia paghetta da 3 o 4 milioni al mese, di poter comprare il mondo. Frequentavo locali come il Blue Note o l'Apollo Theater dove si esibiscono da sempre i migliori jazzisti del mondo. Ah, che bella vita!
Si, però una vita trascorsa ad arraffare, depredare tutto e tutti alla ricerca spasmodica di danaro, potere, cibo e fica.
Poi, in Italia, negli anni 80, "casualmente" seppi dalla radio che Gil ora viveva in America ed era appena uscito un suo disco. E rosicavo......
Infine, alcuni anni fa, la mia vecchia zia di Roma mi chiamò per dirmi che era morto dopo una lunga e dolorosa malattia.
Sapete cosa scopersi? E' difficile da ammettere ma in fondo non me ne importava un granché!
Si, era così, e ora non mi vergogno a parlarvene perché credo sia importante che ognuno di noi sappia conoscere se stesso per poter crescere.
Come già vi ho scritto in numerosi post del recente passato, ho conosciuto gli scritti contenuti nel famoso libro della Filocalia, dove i padri della chiesa ortodossa hanno lasciato preziose testimonianze in merito a caratteristiche insite in ogni essere umano. Scoprire che anche loro come me hanno avuto a che fare con qualità come la gola, l'orgoglio o l'invidia è stato per me davvero illuminante.
Vi invito ancora una volta a leggere i loro scritti e a dedicarvi alla Preghiera del Cuore, uno dei doni più utili che ho incontrato nel mio cammino.
Enrico D'Errico
egosumanima
