28 ottobre 2014

Il mondo ha bisogno di noi

Il fondamento su cui ho basato il mio recente lavoro è stato precedentemente edificato con materiale decisamente affidabile. Questi sono alcuni dei mattoni principali:
  • ·      Io sono un’anima
  • ·      Metto al primo posto il Regno e tutte le altre cose sono aggiunte
  • ·      Amo il mio prossimo come me stesso
  • ·      Il mondo è plasmato da me
  • ·      Il tempo, così com’è comunemente considerato, non esiste.

Dal 2013 ho pubblicato già numerosi articoli aventi lo scopo di destarvi dal sonno della coscienza e spronarvi all’azione. *

Esiste il pericolo di situarsi in una zona di “parcheggio” in cui ci si convince di essere al sicuro e liberi dall’angoscia esistenziale sperimentata per tanti anni quando “eravamo nel mondo e del mondo”.
Ma siete certi di esserne usciti? Se non vi sentite costantemente gioiosi e desiderosi di aiutare i vostri simili vi trovate probabilmente in zona franca, una sorta di mondo virtuale apparentemente privo di pericoli e della cui esistenza è molto difficile accorgersi.

“Non ho tempo, non ho abbastanza energia, tengo famiglia, non possiedo sufficienti risorse economiche per dedicarmi al prossimo, sono caduto dal seggiolone da bambino” sono tutte scuse puerili che non reggono di fronte all’urgenza di impegnarsi nel cammino della salvezza verso il risveglio della coscienza.
Questo non è il tempo di continuare a indugiare impastoiati nella sfiducia, il dubbio e l’incertezza sul da farsi.


Anestetizzarsi
Muovendosi su questo pianeta s’incontrano individui con stati di coscienza molto variegati: alcune persone risvegliate che conoscono esattamente il loro compito, molti altri sul cammino del risveglio e infine la stragrande maggioranza della gente completamente assopita e dedicata a una vita incentrata su se stessi.
Per i primi l’esistenza è una continua sorpresa dove gioia e avventura sono condizioni pressoché permanenti. Per gli ultimi la vita è un incubo impregnato di precarietà e angoscia esistenziale. E voi, che appartenete alla categoria centrale, come vi sentite?

Forse avete ancora paura e vi sentite in balia di eventi che non riuscite a gestire; le cose importanti le conoscete ma non siete ancora riusciti a viverle, a comprenderle, a lasciarvi andare al loro flusso armonioso. Molti di voi avvertono grandi pressioni emotive e mentali, alcuni si sentono soli, altri sono molto confusi. Probabilmente anelate da tempo alle condizioni di vita di cui avete sentito parlare dai Maestri nelle loro opere scritte, o da insegnanti nei seminari che seguite o da ciò che trovate in rete.
Eppure, nonostante tutto il vostro impegno, vi sentite in una sorta di limbo da cui non riuscite a uscire.

A mio avviso molti fra voi si comportano in realtà ancora come le persone che non frequentano più; magari le scelte quotidiane sono diverse ma il sentimento con cui le fate è ancora quello antico, impregnato di paura e rassegnazione.
Nella mia esperienza ho visto che l’uomo che dorme è impegnato in un’attività continua di distrazione dal vero sé e dal disagio interiore. Particolarmente ora, in questo momento epocale di passaggio, dove sono presenti energie particolari, le persone cercano rifugio in cose che sono in grado di dare solo sollievo temporaneo.
Tutti si dedicano ad attività o sostanze anestetizzanti: c’è chi si dedica compulsivamente al lavoro, al sesso o agli acquisti, c’è chi si distrae con la televisione, il computer, gli hobby o le vacanze; c’è infine – e di questo ho fatto maggiore esperienza nella mia pratica lavorativa – chi si allontana dalla sua angoscia, dai suoi rimorsi e rancori, con l’assunzione di sostanze voluttuarie, psicofarmaci e con l’abuso di cibo.


Alla ricerca dell’ebbrezza
Una cosa che continua a sorprendermi quando entro in una tabaccheria o un bar è la quantità di persone che si dedicano alle slot-machine o che acquistano dei “gratta e vinci”. Vi sarete accorti che negli ultimi anni questo fenomeno è cresciuto in modo esponenziale e questo perché è aumentato enormemente il disagio psichico.

Mi sovvengono due scene dal film Il Cacciatore, di Michael Cimino, incentrato sulla guerra tra Vietnam e Stati Uniti. Nella prima, un gruppo di soldati americani in mano ai vietnamiti vengono sottoposti a tortura e obbligati a giocare fra loro alla roulette russa; nella seconda scena, il gruppo di soldati e amici è rientrato in patria tranne uno che, rimasto in Vietnam, perso nel suo enorme disagio post-bellico, si sta rovinando la vita con l’alcol, le droghe e il gioco d’azzardo. Come un automa egli ripropone a se stesso il trauma vissuto in precedenza: ogni giorno ricerca l’ebbrezza in uno squallido locale dove, finalmente al centro dell’attenzione di qualcuno, rischia ancora la vita con la roulette russa. De Niro ritorna a cercarlo ed è disposto a tutto pur di salvarlo.
Questo è uno spezzone del film in questione:

Respiriamo e ci muoviamo in un mondo di morti viventi, persone smarrite che soffrono costantemente le pene dell’inferno; ora, siccome voi siete a conoscenza almeno in parte della verità che può renderle libere, è giunto il momento di mollare le vostre elucubrazioni mentali, le vostre emozioni disabilitanti e vi diate da fare, perché “Chi conosce il bene e non lo fa, commette peccato” (Giacomo 4:17)

“Non fare”
Già, ma allora come devo muovermi? Molti fra voi se lo chiedono da tempo; secondo me dovreste rallentare il ritmo, smettere di cercare, smettere di aggiungere. Forse dovreste semplicemente togliere.
Personalmente, quando sento che il mio centro è in pericolo, smetto di agire, di pensare, di muovermi, di mangiare: semplicemente cesso ogni attività e, come per magia, in breve tempo tutto ritorna armoniosamente in equilibrio.
Se volete uscire dalle sabbie mobili affidatevi al Divino e certamente l’esistenza si prenderà cura di voi. Allora, dopo aver fatto pulizia dei vostri disagi interiori, dopo aver ripulito le memorie disabilitanti, l’esistenza potrà finalmente affidarvi i compiti che voi stessi avete scelto per voi.

“Tenete la mente rivolta alle cose di sopra, non alle cose della terra” (Colossesi 3:2)

Enrico D’Errico
 egosumanima

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