9 ottobre 2014

MALEDIRE

Quando mi trovo in una particolare condizione di pace interiore e posso osservarmi con maggiore attenzione del solito, riesco talvolta a notare, anzi direi scovare, emozioni e pensieri piuttosto grotteschi e divertenti; essi stavano annidati in zone neanche troppo profonde, quasi a far bellamente mostra di sé. Mi piace immaginare che questa massa abbondante di “inosservato” sia piuttosto sorpresa di vedere la luce del mio sguardo su di essa; m’immagino che pensieri vergognosi ed emozioni raccapriccianti tentino di rifugiarsi in zone più buie, ancora inesplorate, nella speranza di non essere disturbate e poter continuare a vivere a sbafo, con la mia energia.
Ma da qualche tempo qualcosa è cambiato.

Sono un uomo arruolato nelle file di un esercito la cui forza sta arrivando sino alle più distanti parti della terra, fino all’ultimo essere vivente che abbia bisogno di essere impregnato della buona notizia del regno veniente; tuttavia non ho l’abitudine di sgominare senza discernimento ciò che trovo lungo la mia strada, siano esse idee malsane che ascolto dalla bocca dei miei simili, siano quelle che si annidano ancora nei miei corpi.
A me pare che sia necessario applicare la Legge scritta sulle colonne del tempio di Salomone: essa ci insegna a trovare equilibrio tra Volontà e Amore, Disciplina e Dolcezza.
Mi piace essere quel che son diventato: inesorabile ma gentile.

Se agisco così, in un certo senso combattendo senza combattere, ciò che deve essere ancora bonificato riaffiora quasi spontaneamente; i miei corpi dimostrano così di essere sempre più collaborativi: è come se capissero che ciò che voglio fare è anche tutto a loro vantaggio.
Essi sentono che li amo e non li considero più miei nemici.

Oggi ho potuto riflettere su un atteggiamento comune a tutto il genere cosiddetto umano: la lamentela. Ho visto come lamentarsi di qualcuno o delle situazioni plasmate sia in realtà come MALEDIRE. Se critichiamo qualcosa o qualcuno stiamo davvero maledicendolo; senza rendercene conto gli stiamo procurando guai peggiori. Questo è in armonia con il nuovo approccio che sta inondando il pianeta, la pulizia che ognuno di noi può fare in sé e negli altri recitando le parole di Ho-ponopono: “Ti amo, mi dispiace, ti prego, perdonami, grazie”.


Benedire quindi sia il nostro compito assiduo e costante! Quanti nostri compagni di viaggio, quante sorelle e fratelli hanno bisogno che portiamo avanti con perseveranza tale benefico lavoro! Molti di loro sono intrappolati in fuorvianti schemi mentali, inaspriti da vecchie emozioni e memorie del passato. Ne incontro ogni giorno lungo il mio cammino; un tempo mi soffermavo solo sul fastidio che provavo e non ero ancora in grado di comprendere che queste persone erano parte di me che avevano solo bisogno di amorevole attenzione.
Ora so che ogni volta che contatto un essere umano con le sue difficoltà devo immediatamente assumermi al 100% la responsabilità per ciò che provano e quando recito le parole di Ho-ponopono faccio pulizia in me e contemporaneamente in loro, gentilmente e inesorabilmente.

Enrico D’Errico                                                                        egosumanima