Quando mi trovo in una particolare condizione di pace
interiore e posso osservarmi con maggiore attenzione del solito, riesco
talvolta a notare, anzi direi scovare, emozioni e pensieri piuttosto grotteschi
e divertenti; essi stavano annidati in zone neanche troppo profonde, quasi a
far bellamente mostra di sé. Mi piace immaginare che questa massa abbondante di
“inosservato” sia piuttosto sorpresa di vedere la luce del mio sguardo su di
essa; m’immagino che pensieri vergognosi ed emozioni raccapriccianti tentino di
rifugiarsi in zone più buie, ancora inesplorate, nella speranza di non essere
disturbate e poter continuare a vivere a sbafo, con la mia energia.
Ma da qualche tempo qualcosa è cambiato.
Sono un uomo arruolato nelle file di un esercito la cui
forza sta arrivando sino alle più distanti parti della terra, fino all’ultimo
essere vivente che abbia bisogno di essere impregnato della buona notizia del
regno veniente; tuttavia non ho l’abitudine di sgominare senza discernimento
ciò che trovo lungo la mia strada, siano esse idee malsane che ascolto dalla
bocca dei miei simili, siano quelle che si annidano ancora nei miei corpi.
A me pare che sia necessario applicare la Legge scritta
sulle colonne del tempio di Salomone: essa ci insegna a trovare equilibrio tra
Volontà e Amore, Disciplina e Dolcezza.
Mi piace essere quel che son diventato: inesorabile ma
gentile.
Se agisco così, in un certo senso combattendo senza
combattere, ciò che deve essere ancora bonificato riaffiora quasi
spontaneamente; i miei corpi dimostrano così di essere sempre più
collaborativi: è come se capissero che ciò che voglio fare è anche tutto a loro
vantaggio.
Essi sentono che li amo e non li considero più miei nemici.
Oggi ho potuto riflettere su un atteggiamento comune a tutto
il genere cosiddetto umano: la lamentela. Ho visto come lamentarsi di qualcuno
o delle situazioni plasmate sia in realtà come MALEDIRE. Se critichiamo
qualcosa o qualcuno stiamo davvero maledicendolo; senza rendercene conto gli
stiamo procurando guai peggiori. Questo è in armonia con il nuovo approccio che
sta inondando il pianeta, la pulizia che ognuno di noi può fare in sé e negli
altri recitando le parole di Ho-ponopono: “Ti amo, mi dispiace, ti prego,
perdonami, grazie”.
Benedire quindi sia il nostro compito assiduo e costante! Quanti
nostri compagni di viaggio, quante sorelle e fratelli hanno bisogno che
portiamo avanti con perseveranza tale benefico lavoro! Molti di loro sono
intrappolati in fuorvianti schemi mentali, inaspriti da vecchie emozioni e
memorie del passato. Ne incontro ogni giorno lungo il mio cammino; un tempo mi
soffermavo solo sul fastidio che provavo e non ero ancora in grado di
comprendere che queste persone erano parte di me che avevano solo bisogno di
amorevole attenzione.
Ora so che ogni volta che contatto un essere umano con le
sue difficoltà devo immediatamente assumermi al 100% la responsabilità per ciò
che provano e quando recito le parole di Ho-ponopono faccio pulizia in me e contemporaneamente
in loro, gentilmente e inesorabilmente.
Enrico D’Errico egosumanima
